Impedire insieme la definitiva demolizione dell’Università

RIFONDARE L’INTERA UNIVERSITA’

1. Si vuole la definitiva demolizione dell’Università statale

2. Il ruolo del movimento dei precari per un movimento di tutte le componenti

3. L’Assemblea di Bologna dell’8 e 9 febbraio. Una piattaforma per una nuova Università

4. Progetto di Legge sul numero chiuso. Audizioni

5. Il PD: mantenere la cooptazione personale e salvare il soldato ANVUR

6. Le tappe della demolizione dell’Università

1. Si vuole la definitiva demolizione dell’Università statale

Come è noto al Governo è stata data la delega di  «riordinare e razionalizzare» l’intero impianto universitario: governance, reclutamento, ASN, valutazione della ricerca, chiamate, stato giuridico ed economico dei docenti, didattica, diritto allo studio, enti di ricerca (articolo 11 del DDL n. 1192).

L’obiettivo di questa delega in bianco è quello di ‘riformare’ la cosiddetta Legge Gelmini e per occuparsi di questa generale riforma dell’Università il Ministro ha costituito un Gruppo di lavoro con la presenza determinante di chi quella Legge ha prima ‘scritto’ e poi gestito.

Insomma si è avviata l’ultima fase demolizione dell’Università statale iniziata e operata dal Gruppo Berlinguer a partire dal 1989 (v. qui al punto 6 Le tappe della demolizione dell’Università). Sulla devastante attività del Gruppo Berlinguer v. il punto 3 (Il ruolo di Luigi Berlinguer e del suo “Gruppo di Pontignano”) in questo documento.

2. Il ruolo del movimento dei precari per un movimento di tutte le componenti

In questo quadro è indispensabile che tutte le componenti dell’Università si mobilitino insieme e in tempo per impedire che venga messa la parola fine all’Università statale e per farla diventare democratica, migliorando la qualità e il ruolo di tutti gli Atenei.

Il movimento dei precari, che sta sempre più crescendo in termini di diffusione e di organizzazione nazionale, dovrebbe porsi sia l’obiettivo primario della stabilizzazione sia quello di stimolare una aggregazione intercategoriale, fuori dalle appartenenze politiche e al disopra degli interessi corporativi e sub-corporativi. Un movimento che riesca anche ad informare e a coinvolgere la società.

In questa direzione è indispensabile elaborare una piattaforma unitaria che riguardi tutta l’Università, assumendo un’ottica complessiva ampia almeno quanto quella di coloro che l’hanno demolita nel corso degli ultimi decenni e che ora vogliono cancellarla del tutto.

Si segnala un’iniziativa per partecipare alla mobilitazione: cliccare qui. Per aggiornamenti cliccare qui.

3. L’Assemblea di Bologna dell’8 e 9 febbraio. Una piattaforma per una nuova Università

L’Assemblea precaria universitaria che si terrà a Bologna l’8 e il 9 febbraio potrebbe risultare un punto di svolta: promuove/sollecitare l’impegno delle altre categorie (docenti di ruolo, personale tecnico amministrativo e bibliotecario, studenti) e questo può avvenire solo se si comincia a elaborare una proposta alternativa che riguardi tutti i principali aspetti dell’Università.

In questa direzione invitiamo a prendere in considerazione la proposta Come ricostruire l’Università tutta, con la quale l’ANDU cerca di indicare una precisa soluzione ai seguenti temi:

a. Diritto allo studio

b. Abolizione del precariato (non degli attuali precari) e nuovo reclutamento nel terzo livello di professore

c. Il ruolo unico dei professori

d. Autonomia del Sistema nazionale dell’Università

e. Gestione democratica degli Atenei

f. Finanziamento dell’Università per migliorare tutti gli Atenei

4. Progetto di Legge sul numero chiuso. Audizioni

         Il 4 e 5 febbraio 2025 si sono svolte le audizioni presso la Commissione Cultura della Camera relativamente al PdL C. 2149 sul numero chiuso alla francese.

Per vedere il video delle audizioni del 4 febbraio 2025 cliccare qui.

Per vedere il video delle audizioni del 5 febbraio cliccare qui.

Alle audizioni per l’ANDU hanno partecipato Andrea Capotorti, Mauro Federico e Nunzio Miraglia. L’ANDU, oltre a svolgere un intervento, ha anche presentato alla Commissione un proprio documento, articolato nei seguenti punti:

1. Perché il PdL sul numero chiuso non andrebbe approvato

2. Il numero chiuso simil-francese: un «massacro generazionale»

3. L’alternativa al modello simil-francese e ai test

L’obiettivo del superamento del numero chiuso perseguito dall’ANDU sta all’interno di una proposta radicale di riforma del Servizio Sanitario nazionale (v. Da ANDU a GIMBE e da GIMBE all’ANDU).

5. Il PD: mantenere la cooptazione personale e salvare il soldato ANVUR

Il PD sul numero chiuso a medicina ha assunto da tempo una posizione persino peggiore di quella che è stata approvata al Senato e che ora è in discussione alla Camera. V. il documento Numero chiuso del PD: il peggio del peggio.

Ora il PD vuole mantenere la cooptazione personale, abolendo i finti concorsi locali e contingentando le abilitazioni, ovvero svolgendo concorsi nazionali senza posti, e mantenendo la cooptazione personale (nota 1).

Inoltre lo stesso PD vuole mantenere in vita, ‘ritoccandola’, l’ANVUR, istituita per commissariare l’Università. (nota 2).

Nota 1. Alfredo D’Attorre, responsabile Università e Ricerca del PD, nel suo intervento L’università come specchio del declino italiano, a proposito delle modalità di reclutamento, scrive:

«Il passaggio a un sistema di idoneità nazionale, parametrato sul fabbisogno dei settori disciplinari in tutta Italia su base annuale o biennale, con la possibilità poi per i Dipartimenti di chiamare solo i candidati presenti nella short list degli idonei, potrebbe essere la via per garantire al reclutamento maggiore trasparenza, qualità e mobilità fra atenei.»

Con la proposta del PD la cooptazione personale rimarrebbe e rimarrebbero le «pratiche degenerative»: Il singolo barone farebbe chiamare dal suo Dipartimento il suo allievo solo quando sarà riuscito a inserirlo nella «short list degli idonei» e lo farebbe con una chiamata diretta, senza più la farsa dei finti concorsi locali. Una soluzione per non cambiare nella sostanza nulla e lontana dalla proposta dell’ANDU di veri concorsi nazionali con una commissione interamente sorteggiata tra tutti i professori, escludendo quelli delle sedi interessate, con non più di un componente dello stesso Ateneo e con la scelta delle sedi da parte dei vincitori (pari ai posti banditi) sulla base di una graduatoria.

Nota 2. Lo stesso D’Attorre, a proposito dell’ANVUR, scrive:

«Se l’ANVUR vuole recuperare credibilità, nei prossimi anni dovrà dedicarsi a quel controllo rigoroso delle università telematiche private che finora è mancato o non ha prodotto effetti, anziché oberare i docenti e i dipartimenti delle università pubbliche di adempimenti burocratici che sottraggono solo tempo alla didattica e alla ricerca.»

L’Anvur è stata introdotta per commissariare l’università e non può essere emendata: essa va abolita assieme alle sue abilitazioni, alle sue VQR e ai ‘suoi’ altri ‘annessi’.

Non è la prima volta che si cerca di salvare a ogni costo l’ANVUR: già nel 2012 c’è stato un vero e proprio allarme visto che «a due anni di distanza dall’istituzione di questa Agenzia il risultato è magrissimo.». Si raccomanda di leggere su questa questione il documento SALVARE IL SOLDATO ANVUR, un “bambino” da buttare.

6. Le tappe della demolizione dell’Università

I seguenti provvedimenti sono stati approvati in maniera trasversale con, a volte, la formale opposizione delle minoranze di turno.

Finta autonomia statutaria (1989) per salvaguardare le oligarchie degli atenei – Finta autonomia finanziaria (1993) per far gestire agli Atenei la riduzione progressiva dei finanziamenti – Finti concorsi locali (1997) e ASN (2010) per dare ulteriore spazio alla cooptazione-arbitrio personale – Introduzione del numero chiuso (1999) per negare ai giovani la scelta degli studi – Imposizione del “3 + 2″ (2000) con la frammentazione dei saperi – Invenzione dell’IIT (2003) costosissimo “giocattolo” ministeriale-confindustriale a discapito dell’Università – Istituzione “personalizzata” del SUM di Firenze e dell’IMT di Lucca (2005) – Svuotamento del CUN (2006) a favore della CRUI – Introduzione dell’ANVUR (2006) per commissariare l’Università – Messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori (2010) per moltiplicare i precari – Cancellazione di ogni parvenza di democrazia negli atenei (2010) con il rettore-padrone assoluto – Localizzazione dei collegi di disciplina (2010) per tenere meglio a bada i docenti – Istituzione dell’Human Technopole (2016) che è una sorta di duplicazione milanese dell’IIT di Genova – Invenzione della costosa Scuola superiore napoletana (2018) – Istituzione dell’ANR (2019),  per controllare ancora di più l’Università e la Ricerca – invenzione del Biotecnopolo di Siena (2021), mantenimento del precariato (2022). E anche: Cattedre Natta, scatti premiali ai docenti, borse per studenti eccellenti, aumento delle tasse, finanziamenti per alcuni docenti, finanziamenti per dipartimenti eccellenti, riduzione dei finanziamenti agli Atenei e loro iniqua distribuzione per “merito”, ecc.

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