- Consiglio regionale della Campania all’unanimità: il numero chiuso va abolito
- Un piano per superare il numero chiuso
- Su Italia Libera due articoli sul precariato
- Video dell’Assemblea nazionale della Rete29Aprile
Già il 17 marzo 2020 (oltre tre anni fa!) l’ANDU aveva diffuso il documento Abolizione del numero chiuso contenente precise proposte «per realizzare un servizio sanitario adeguato ai bisogni del Paese e per assicurare ai giovani la possibilità di scegliere cosa studiare». Le stesse richieste erano state riproposte il 2 aprile 2020 nel documento Università e Sanità. Se non ora, mai. E anche successivamente l’ANDU ha più volte sollecitato tutte le forze politiche a considerare tempestivamente tali proposte: nessuna forza politica l’ha fatto
Ora qualcosa si muove a livello politico (v. punto 1), ma non nel Parlamento che sembra ancora ‘sovrastato’ dalle potenti lobby interne ed esterne al Sistema sanitario e all’Università.
Nell’interesse della Salute pubblica e dei giovani che aspirano a diventare medici, riproponiamo, aggiornandole, le nostre proposte (v. punto 2).
- Consiglio regionale della Campania all’unanimità: il numero chiuso va abolito
L’8 settembre il Consiglio regionale della Campania ha approvato all’unanimità una Proposta di Legge da sottoporre al Parlamento nazionale che prevede l’abolizione del numero chiuso a Medicina «a decorrere dall’anno accademico 2024/2025».
Della Relazione illustrativa della Proposta di Legge particolarmente interessante è quella relativa ai test d’ingresso dove, tra l’altro, si legge:
«Al fine di acquisire il tipo di preparazione necessario, si rende di fatto necessario svolgere appositi (e costosi) corsi di formazione privati, con conseguente grave lesione del principio di eguaglianza, oltre che del diritto allo studio, così come declinato dalla Costituzione.»
- Un PIANO per superare il numero chiuso
Per realizzare un servizio sanitario adeguato ai bisogni del Paese e per assicurare ai giovani la possibilità di scegliere che cosa studiare, è necessario e urgente il varo di un piano straordinario adeguatamente finanziato che preveda:
- l’abolizione immediata del numero chiuso per le Scuole di specializzazione, per assicurare un maggior numero di specializzati al Sistema sanitario e per impedire che ancora una volta si lascino senza sbocchi migliaia di laureati. Per questo è necessario coinvolgere formalmente e pienamente anche le strutture ospedaliere non universitarie – come in tanti altri Paesi – consentendo l’assunzione degli specializzandi fin dai primi anni. Occorre inoltre prevedere maggiore autonomia e responsabilità per gli specializzandi;
- l’accesso per il prossimo anno di almeno 20.000 giovani a Medicina (nota 1);
- un programma per l’abolizione del numero chiuso a Medicina entro pochi anni (4-5), periodo durante il quale ogni anno si dovrebbe aumentare il numero degli accessi e si dovrebbero adeguare i corsi di laurea per accogliere adeguatamente gli studenti. Occorre per questo stanziare subito i fondi per le necessarie risorse umane e materiali.
Lo sbarramento avviene attraverso la lotteria di test totalmente inattendibili che hanno prodotto danni immensi ai giovani e alle loro famiglie, a vantaggio dell’’industria’ che prepara a imparare la tecnica dei quiz e ancor più da quest’anno che è possibile sostenere più prove. Uno sbarramento che produce anche l’iscrizione a Medicina in altri Paesi con i relativi alti costi che non tutti possono permettersi (v. nota 2 e anche il documento Numero chiuso: nell’interesse di chi?).
Tutto quanto qui (ri)proposto dall’ANDU andrebbe realizzato subito nell’ambito di un ribaltamento totale delle logiche che hanno portato al disastro della Sanità pubblica, la quale va liberata dagli sbarramenti che impediscono l’ingresso a Medicina e nelle Scuole di specializzazione, imposti per ‘rispettare’ interessi corporativi e accademici, abrogando, tra l’altro, la normativa che ha portato all’aziendalizzazione del Sistema sanitario. La “programmazione”, arbitraria, degli accessi a medicina e alle specializzazioni ha portato a quelle grave carenza di medici, causa prima dell’implosione della Sanità pubblica.
Nell’ambito di una riorganizzazione di tutto il Sistema sanitario pubblico, occorre avviare subito un piano straordinario per l’assunzione in ruolo (basta precariato!) di medici e infermieri, assicurando loro un lavoro dignitoso e in sicurezza, per consentirgli di esprimere al meglio la loro professionalità; un lavoro adeguatamente retribuito anche per fermare la fuga dal pubblico verso il privato e l’estero.
Non sono più tollerabili, in particolare, le liste di attesa, anche di tanti mesi, e il fenomeno, pericoloso e costosissimo, dei “medici a gettone”.
Inoltre si dovrebbe al più presto arrivare all’abolizione dell’attività intramoenia, uno dei principali fattori della disgregazione del SSN.
Va inoltre radicalmente rivisto il ruolo e la formazione dei medici di base.
La salute è un bene primario da garantire a tutti e per questo deve essere realizzato un Sistema che assicuri una Sanità pubblica nazionale (non più frazionata e differenziata per regioni), qualificata, gratuita e diffusa in tutto il territorio (no ai “viaggi della speranza”). Un Sistema che punti alla prevenzione e non alla medicalizzazione della salute (v. nota 3).
Un Servizio Sanitario Nazionale, quindi, non più sottomesso agli interessi privati esterni e interni e liberato da ogni logica affaristica e corporativa. Una Sanità la cui gestione venga finalmente sottratta totalmente alle scelte spartitorie dei partiti (nomine politiche, lottizzazioni, etc.).
Nota 1. Per l’anno 2023-24 (con tre anni di colpevole ritardo) sono stati consentiti dal Ministero quasi 20.000 ingressi a Medicina (19.544). I test già svoltisi sono stati occasione di uno scandalo; il fatto è che a scandalizzare dovrebbe essere il numero chiuso, una violenza contro il diritto allo studio.
Nota 2. Si segnala l’intervento su Roars di Salvatore Cingari Esami di maturità 2023: con i test di medicina tramonta la paideia. L’intervento così si conclude:
«Cosa ci azzecca la professione del medico con il rispondere a dei quiz in pochi minuti?» «Non sarebbe forse il caso di aprire il più possibile le porte a chi ha la vocazione di curare gli altri, facendola finita con il numero chiuso? Non sarebbe necessario rimandare il momento della selezione al percorso di studio, che più fedelmente, in termini contenutistici ed esistenziali, può individuare chi ha o non ha la vocazione giusta?»
Nota 3. Anche sulla fondamentale questione della prevenzione ha scritto Nicoletta Dentico sul Manifesto del 12 settembre 2023 (Le crepe profonde del servizio sanitario nazionale).
- Su Italia Libera due articoli sul precariato
Sul numero 41-settembre 2023 di Italia Libera sono contenuti due articoli di Anna Maria Sersale. Il primo articolo ha per titolo La scienza precaria. Il Pnrr ci dà risorse ma l’Italia è in ritardo Sono 56.000 i ricercatori in bilico Lontani dall’Europa, lo stallo della politica e il secondo ha per titolo Solo uno su dieci ce la fa. Parla Galantucci, a lungo precario, ora al Cnr “I giovani lavorano senza tutele e sbocchi sicuri” Cosa non funziona nelle nostre Università.
- Video dell’Assemblea nazionale della Rete29Aprile
Per vedere l’Assemblea della Rete29Aprile cliccare qui. Ecco l’elenco degli interventi:
Breve storia della Rete (Massimiliano Tabusi) minuto 3:40 FLC (Claudio Musicò) minuto 35:20 ROARS (Francesco Sylos Labini) minuto 47:20 ANDU (Nunzio Miraglia) minuto 1:00:40 ADI (Tommaso Brollo) minuto 1:20:50 UDU minuto 1:35:20 LINK (Virginia Mancarella) minuto 1:41:30 Discussione (interventi di Teresa Numerico e Renato Foschi) minuto 1:54:30 Diritto allo studio e Precariato (Stefania Tuzi ed Alessandro Ferretti) minuto 2:17:25 Discussione (Intervento di Nunzio Miraglia) minuto 2:55:20.