- Dostoevskij e la censura dei vertici della Bicocca. Scuse, ma non dimissioni
- La LUISS della Confindustria non tollera la libertà di opinione
- La CRUI, i Rettori e la Fondazione Med-Or. Il no di Montanari
- Un’inchiesta sulla Sanità italiana su Italia Libera
- Dostoevskij e la censura dei vertici della Bicocca. Scuse, ma non dimissioni
La Rettrice e il Prorettore della Bicocca avevano deciso di «rimandare» il corso già programmato di Paolo Nori su Dostoevskij.
Contro questa decisione vi è stata una vera e propria sollevazione da parte di tutta la stampa e di tutti gli esponenti politici. Critiche sono venute anche dall’interno del mondo universitario e, di fatto, dalla stessa Ministra.
I vertici della Bicocca hanno quindi fatto marcia indietro chiarendo che per loro sarebbe stato opportuno ‘abbinare’ allo scrittore russo autori ucraini per «evitare ogni forma di problemi soprattutto interni in questo momento di forte tensione».
Infine sono arrivate le scuse della Rettrice che però ancora non si è dimessa assieme al suo Pro-rettore, mostrando così di non rendersi conto della gravità del loro operato: nessun rettore può arrogarsi il diritto di sindacare i contenuti di un corso, nemmeno in nome di una ‘emergenza’ politica.
Ci si chiede: perché chi ha eletto la Rettrice della Bicocca non ne ha finora chiesto le dimissioni? E inoltre: chi all’ «interno» della Bicocca avrebbe avuto problemi per lo svolgimento di un corso ‘solo’ su Dostoevskij?
- La LUISS della Confindustria non tollera la libertà di opinione
Il 3 marzo scorso Alessandro Orsini, professore alla LUISS, aveva espresso a Piazzapulita la sua opinione di studioso sull’invasione russa dell’Ucraina.
Il 4 marzo Franco Bassanini, presidente di Astrid, ha invitato la LUISS a rendere pubblico che le posizioni di Orsini sono «non condivise dalla stragrande maggioranze dei docenti LUISS».
Il 5 marzo la LUISS ha censurato Alessandro Orsini invitandolo ad «attenersi scrupolosamente al rigore scientifico dei fatti e dell’evidenza storica, senza lasciar spazio a pareri di carattere personale (sic!) che possano inficiare valore, patrimonio di conoscenza e reputazione dell’intero Ateneo».
Successivamente, contro la censura della LUISS, un gruppo di professori in una loro petizione hanno, tra l’altro, scritto: «Esprimiamo la nostra solidarietà ad Alessandro Orsini e denunciamo il clima di oscurantismo che si sta diffondendo in Italia: un clima che rischia di colpire un numero sempre maggiore di colleghi, proprio nel momento in cui è vitale la presenza di studiosi dal pensiero libero e coraggioso».
Il 10 marzo 2022 Alessandro Orsini è stato nuovamente invitato a Piazzapulita proprio perché «è stato censurato dal suo Ateneo».
3. La CRUI, i Rettori e la Fondazione Med-Or. Il no di Montanari
Recentemente la CRUI ha firmato un accordo con la Fondazione Med-Or per «rafforzare l’internazionalizzazione».
«La Fondazione Med-Or nasce per iniziativa di Leonardo Spa nella primavera del 2021». Del Comitato scientifico della Fondazione fanno parte 17 rettori su 36 componenti.
Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, il 7 marzo 2022 sul Fatto Quotidiano ha, tra l’altro, scritto: «Poche settimane fa, ho votato (unico fra i rettori) contro una convenzione tra le università italiane e MedOr, la Fondazione della Leonardo (fabbrica di armi a controllo pubblico) presieduta da Marco Minniti».
Va precisato che in realtà nessuna università ha sottoscritto quest’accordo: in nessuna università e a nessun livello l’accordo è stato discusso. Come sempre, le decisioni della CRUI sono prese dai Rettori senza alcun coinvolgimento dei rispettivi Atenei.
È storia nota: la CRUI da troppi anni si arroga il ruolo di rappresentanza del Sistema universitario nazionale.
Comunque è molto importante la posizione di Tomaso Montanari: è molto raro che la CRUI non decida all’unanimità ed è ancora più raro che un Rettore renda pubblico il suo dissenso.
– Per sapere quale è stato il ruolo della CRUI v. il documento I Rettori contro il Sistema universitario.
– Per sapere chi, perché, come e quando ha voluto assegnare alla Crui questo ruolo improprio, ma così utile allo smantellamento del Sistema nazionale universitario v. il documento Università. Autonomia o CRUI. Il CUN.
- Un’inchiesta sulla Sanità italiana su Italia Libera
Si segnala un’interessante inchiesta di Anna Maria Sersale sulla Sanità italiana in Italia Libera dell’1 marzo 2022:
– Al di là della pandemia ancora si muore di Sanità, pagg. 24-27. – Intervista a Teresa Petrangolin, pagg. 28-29. – La “libera scelta” di chi si indebita per curarsi in strutture private, pagg. 30-33. – Intervista a Andrea Renzi, pagg. 34-35.L’ANDU anche recentemente si è occupata del rapporto tra Sistema sanitario e Università: v. il documento Sanità e precariato: se non ieri, mai? Altri due anni persi, ma non per tutti.
Da: biancalaura.granato@senato.it
A: anduesec@tin.it
Inviato: martedì 15 marzo 2022 19:28
Oggetto: Re: Censura alla Bicocca e alla Luiss – La CRUI
Condivido le vostre preoccupazioni che purtroppo rappresentano per me un’ulteriore prova della svolta autoritaria che le democrazie occidentali stanno attraversando, rispetto alla quale il nostro Paese si distingue per lo zelo servile con il quale la persegue, ostentando finanche atti riprovevoli come quello della discriminazione e della censura (che in altri tempi avrebbero suscitato universale sdegno) come atti di coraggio e di patriottismo.
Dispiace che di tali atti si stiano rendendo responsabili intellettuali italiani, docenti universitari e rettori, professionalità ai vertici di prestigiose istituzioni accademiche pubbliche e private. É cosa nota purtroppo ricorrente nella nostra storia recente come la cultura non si traduca sempre in primato morale, anzi, spesso e volentieri si pieghi a sostenere narrazioni di regime con atti senza i quali la manipolazione delle masse non sarebbe possibile. Tanto più alta é la consapevolezza e tanto più alto é il ruolo da cui provengono tali gesti, tanto più grave é la responsabilità verso i cittadini e il Paese.
Da senatrice e insegnante purtroppo assisto sgomenta a questi fenomeni che mai mi sarei aspettata di riscontrare nelle istituzioni del mio Paese.
Consideratemi pure a disposizione per qualsiasi intervento.
Un caro saluto
Bianca Laura Granato
Gentilissimi,
penso che si dovrebbero chiedere le dimissioni, che si faccia parte o meno di quell’università, per la “manifesta imbecillità” del decisore: non c’è altro da dire!
Saluti
SD