IL CASO DELLA NORMALE E’ NORMALE?

 

  1. La “Scuola Normale Superiore Meridionale” di Napoli
  2. Gli allievi della Normale di Pisa: mancati trasparenza e ascolto, piglio autoritario del Direttore
  3. Un professore della Federico II: grave lesione autonomia, grave posizione degli allievi
  4. I docenti della Normale: vicenda partita male, richiesta dimissioni – l’opinione di Settis
  5. Una Scuola Superiore a Napoli “si farà lo stesso” (v. testo definitivo della legge di Bilancio 2019)
  6. Autonomia dell’Università o dell’accademia che conta?

1. La “Scuola Normale Superiore Meridionale” di Napoli

Il 4 dicembre la Commissione Bilancio della Camera ha approvato l’emendamento 32.016 dei Relatori alla Legge di Bilancio 2019 con il quale si voleva istituire la “Scuola Superiore Normale Meridionale”, “sede distaccata della Scuola Normale Superiore di Pisa”, presso la Federico II di Napoli. La spesa prevista era di circa 50 milioni per il primo triennio sperimentale.

Questo progetto, voluto fortemente da Vincenzo Barone, direttore della Normale di Pisa, e da Gaetano Manfredi, rettore della Federico II e presidente della CRUI, è stato bloccato.

Sono stati per primi gli allievi della Normale di Pisa a fare una lettura organica dell’operazione tentata da Barone e Manfredi (v. punto 2).

Poi anche i docenti della Normale si sono espressi contro questa operazione (punti 4), nonostante ci fosse stato un “forte” invito a non farlo da parte di un docente della Federico II di Napoli (punto 3).

Una vicenda quella della Normale napoletana che, ancora una volta, documenta come sia necessaria e urgente una riforma radicale della organizzazione nazionale e locale dell’Università (punto 6).

2. Gli allievi della Normale di Pisa

“Come studenti e dottorandi della Normale ci siamo riuniti in assemblea per esprimere la nostra sfiducia totale nei confronti del Direttore. Chi pensa di poter governare un’istituzione universitaria con piglio autoritario ha un’idea dell’università e della ricerca che è opposta ed ostile a quella di noi studenti e dottorandi.”. E più avanti: “Troviamo priva di fondamento e totalmente fuori fuoco la difesa campanilistica portata avanti in questi giorni da parte dell’amministrazione comunale (di Pisa, ndr) e dalle forze politiche di governo.” E ancora: “Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a uno smantellamento continuo del sistema dell’Università e della Ricerca in Italia” e si è arrivati “a una desertificazione crescente, desertificazione avvenuta con la precarizzazione del lavoro e i tagli al diritto allo studio.” (dal documento dell’Assemblea del 12.12.18 “Non vogliamo essere una cattedrale nel deserto”).

Ettore Bucci, allievo perfezionando della Normale, ha ripreso i contenuti principali del documento dell’Assemblea degli allievi della Normale di Pisa stigmatizzando come il tentativo di istituire la Normale Meridionale sia stato fatto con “un dibattito totalmente assente nella comunità accademica e un disinteresse del governo e della maggioranza nell’ascolto delle parti sociali e scientifiche interessate”. Bucci, in particolare, ha aggiunto che “sconvolge l’assenza di un dibattito sulla relazione tra le scuole di eccellenza pisane e l’Università generalista di Pisa”, dimenticando “che un allievo di Sant’Anna e Normale è primariamente studente dell’Università”. (da “La Normale a Napoli e la destra tribale” su Repubblica di Napoli del 17.12.18).

3. Un professore della Federico II

Dopo gli attacchi del Sindaco leghista di Pisa alla costituzione della Normale a Napoli, Eugenio Mazzarella, docente alla Federico II di Napoli, ha denunciato “l’evidente lesione dell’autonomia universitaria, stigmatizzata dal direttore Barone, costituzionalmente tutelata, ad opera del sindaco leghista di Pisa.”

E poi Mazzarella ha aggiunto: “Ma l’episodio è grave anche per il sostegno che ha ricevuto dai rappresentanti degli studenti nel senato accademico della Scuola. E spero davvero che non ci siano sostegni a questa posizione nel corpo docente della Scuola, per altro ‘infarcito’, per dirla alla leghista, storicamente e tutt’ora, di meridionali.”

Eugenio Mazzarella, nel suo intervento, ha anche scritto che andare verso l’implementazione operativa della scienza in reti internazionali è ”quello che volevano fare il direttore Barone e il rettore Manfredi, in qualità di presidente della Crui più che di rettore federiciano, perché più consapevoli della politica pisana dello stato dell’arte della ricerca di eccellenza oggi.” (da “Il caso Normale e il disprezzo dell’idea di Scienza” sul Mattino di Napoli del 16.12.18).

4. I docenti della Normale: vicenda partita male, richiesta dimissioni – l’opinione di Settis

Nonostante la “speranza” di Eugenio Mazzarella che “non ci siano sostegni a questa posizione (quella degli allievi, ndr) nel corpo della Scuola”, “’infarcito’ di meridionali”, i docenti della Normale hanno criticato duramente l’operato di Vincenzo Barone e anche loro ne stanno chiedendo le dimissioni (v. l’articolo “Anche la classe di Scienze chiede a Barone di lasciare” sulla Nazione di Pisa del 21.12.18).

Precedentemente Roberto Esposito, docente alla Normale di Pisa – avendo preso atto del “tentativo, fortemente voluto dal direttore della Normale, Vincenzo Barone e dal rettore della Federico II di Napoli (e presidente della conferenza dei rettori) Gaetano Manfredi” – aveva sostenuto che questa vicenda “è partita male ed è stata gestita in maniera inadeguata, sia a Pisa che a Napoli. Molte delle riserve degli studenti e di diversi professori della Scuola sono condivisibili.” (da “Per la Normale serve una rete”su Repubblica del 17.12.18).

5. Una Scuola Superiore a Napoli “si farà lo stesso” (v. testo definitivo della legge di Bilancio 2019)

Massimiliano Manfredi aveva scritto che a Napoli “la scuola si farà lo stesso con la partecipazione della Normale, ma che dovrà concederne la guida alla Federico II e sopratutto la gestione delle importanti risorse stanziate dal governo per un ammontare di oltre 50 milioni di euro in cinque anni, che invece nell’accordo precedente sarebbero state gestite dalla scuola pisana”. (v. “L’orgogliosa replica di Manfredi (fratello del rettore) sulla “Normale” al sindaco di Pisa” in Identità Insorgenti del 13.12.18).

E così sarà fatto: l’istituzione della Scuola Superiore Meridionale di Napoli è prevista nel maxi-emendamento presentato dal Governo al Senato ai commi 214-218. La somma stanziata per i primi cinque anni è di 80,819 milioni (v. testo del maxi-emendamento presentato al Senato il 22.12.18).

Su questa questione è interessante l’opinione di Salvatore Settis che ricorda che “la ‘Scuola superiore meridionale’ nasce da un’iniziativa locale dell’Università di Napoli” e osserva che “la finanziaria taglia un miliardo al Ministero e regala 93 milioni alla sola Napoli. Provvedimento singolarissimo, tanto più che il rettore di Napoli è presidente della Conferenza dei rettori.” (v. da “La Normale a Napoli, teatrino imbarazzante – Grave intromissione della politica pisana” del 24.12.18).

6. Autonomia dell’Università o dell’accademia che conta?

Ci si chiede se il rettore Manfredi, “in qualità di presidente della Crui”, abbia discusso approfonditamente nella CRUI il suo progetto di “Normale napoletana” e se i Rettori abbiano a loro volta coinvolto i loro Atenei nella discussione. E, inoltre, perché una Scuola Superiore a Napoli e non in un’altra sede universitaria?

Nel passato ci sono state operazioni che hanno portato all’invenzione dell’IIT di Genova, del SUM di Firenze e dell’IMT di Lucca.

L’autonomia dell’Università italiana va difesa innanzitutto da quell’accademia che conta che, anche attraverso la CRUI e in accordo con la Confindustria, opera da decenni per demolire l’Università statale e per concentrare in poche mani la gestione privatistica delle risorse pubbliche.

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