(in calce la proposta dell’ANDU per la riforma della docenza) Il 13 dicembre 2007 il ministro Fabio Mussi aveva dichiarato: “Sui concorsi per professori ordinari e associati si sta lavorando alla Camera, e sulla ridefinizione del ruolo docente su tre fasce si e’ sviluppato un confronto nella commissione della Camera, che ha ottenuto una convergenza. Noi siamo favorevoli, nel complesso, e se ve ne saranno le condizioni il governo chiedera’ un iter rapidissimo, in vista della
necessita’ di sbloccare i concorsi nel 2008.”Il 28 dicembre 2007, invece, il Governo, “in attesa della definizione ed attuazione della disciplina delle procedure di reclutamento dei professori universitari di prima e seconda fascia”, ha sbloccato i concorsi a professore ordinario e a professore associato, ‘ripristinando’ le norme
della legge Berlinguer (comma 2 dell’art. 15 del decreto-legge “milleproroghe”, nota 1) Dopo avere bloccato i concorsi per due anni, in attesa di norme migliori
di quelle contenute nella legge Moratti, e nonostante appena quindici giorni prima avesse ribadito che lo sblocco dei concorsi sarebbe avvenuto solo dopo la nuova riforma, il ministro Fabio Mussi ha repentinamente e senza alcuna spiegazione capovolto le cose, sbloccando i concorsi che si svolgeranno con le regole precedenti la legge Moratti. Insomma un altro clamoroso fallimento della politica dell’apparenza e degli annunci di un Ministro che da tempo si e’ dimostrato non essere uno dei migliori tra quelli toccati all’Universita’, distinguendosi dai suoi
predecessori per il rifiuto di ogni confronto democratico con le rappresentanze della docenza universitaria. Un fallimento questo che segue di poco quello rappresentato dal mantenimento delle vecchie norme per il bando dei concorsi a ricercatore con fondi aggiuntivi stanziati dalla Finanziaria 2007, la quale pero’ per
questi concorsi prevedeva l’applicazione di nuove regole che avrebbero dovuto entrare in vigore entro il 31 marzo 2007 e che ancora oggi non hanno visto la luce.Fallimenti ai quali si somma quello ancora piu’ grave del mancato superamento dell’intollerabile fenomeno del precariato, problema che poteva
essere risolto con il finanziamento aggiuntivo di almeno 20.000 nuovi posti
(invece delle poche centinaia finora previsti), con la contestuale cancellazione di tutte le attuali figure precarie e l’introduzione di una sola nuova figura qualificata, di breve durata e ‘rapportata’ agli sbocchi in ruolo (v. in calce la proposta dell’ANDU sulla docenza). La somma di tutti questi fallimenti costituisce un ulteriore disastro per l’Universita’ dove per il reclutamento alla docenza e per l’avanzamento di
carriera si applicheranno norme che ormai tutti riconoscono essere state concepite per alimentare la cooptazione personale, con gli ‘annessi’ fenomeni di nepotismo, clientelismo e localismo. E tutto questo, con le scarsissime risorse disponibili, in un clima da ‘ultima spiaggia’ e di contrapposizione tra chi attende da anni un posto di ruolo e chi aspetta da anni di potere avanzare nella carriera.A cio’ si aggiunge la prospettiva di una controriforma dei concorsi come quella elaborata alla Camera (nota 2), per la quale il ministro Fabio Mussi ha gia’ espresso un giudizio favorevole (v. la dichiarazione riportata all’inizio). Questa bozza di legge, elaborata “sulla base dei principi indicati dal relatore”, on. Domenico Volpini, avrebbe dovuto essere la “sintesi delle proposte di legge c. 1969 e c. 2446”, presentate rispettivamente da Deputati del PD (Tessitore e altri, tra cui lo stesso Volpini) e da Deputati di RC (Migliore e altri). Per il commento dell’ANDU a queste
proposte, v. nota 3. In realta’ la bozza che piace a Mussi ha la ‘strutttura’ e la sostanza della proposta dei Deputati del PD. Se questa bozza di legge dovesse essere approvata si avrebbe:
1. la fine di ogni ipotesi (a parole ampiamente condivisa) di netta distinzione tra reclutamento e avanzamento nella carriera dei docenti, riconfermando invece la divisione in tre ruoli distinti della docenza universitaria e il passaggio da una fascia all’altra attraverso ulteriori concorsi (art. 4 della Bozza di Legge), invece che per valutazioni nazionali individuali;
2. l’introduzione di una sorta di libera docenza (la “maturita’ scientifica”) a termine (comma 4 dell’art. 3), quale prerequisito per partecipare ai concorsi locali (comma 1 dell’art, 3). L’elezione di sei dei nove componenti delle “commissioni nazionali” (comma 2 dell’art. 3) attribuisce il potere di ‘filtro’ ai gruppi accademici dominanti sul piano nazionale;
3. il mantenimento a livello locale della scelta ultima dell’assunzione (art. 4), conservando cosi’ la sostanza del reclutamento e dell’avanzamento nella carriera dei docenti attuali, che sta alla base del nepotismo e della dipendenza scientifica e umana dal ‘maestro’, il quale continuera’ a scegliere chi e quando reclutare e chi e quando promuovere;
4. la cancellazione del Regolamento dei concorsi a ricercatore appena emanato, sostituendolo con un ‘nuovo’meccanismo concorsuale che assicura maggiormente la cooptazione personale (comma 1 dell’art. 3).
3 gennaio 2008
– Nota 1. Per il testo dell’art. 15 del decreto-legge “milleproroghe” v. in calce al documento dell’ANDU “Di nuovo i vecchi concorsi”:
http://www.orizzontescuola.it/orizzonte/article17646.html
– Nota 2. Per il testo della “Bozza di sintesi delle proposte di legge c.1969 e c.2446 in materia di reclutamento dei professori universitari sulla base dei principi indicati dal Relatore”:
http://www.unionprof.it/doc/Unionprof_ddl_concorsi.pdf
– Nota 3. V. documento dell’ANDU “Stato giuridico alla Camera” dell’8 10.07:
http://www.orizzontescuola.it/orizzonte/article16648.html
oppure
http://unimoreinform.blogspot.com/2007/10/stato-giuridico-alla-camera.html
PROPOSTA DELL’ANDU PER LA RIFORMA DELLA DOCENZA UNIVERSITARIA
Stato giuridico nazionale dei docenti collocati in un ruolo unico, articolato in tre fasce con uguali mansioni. Ingresso (v. specificazioni sotto) nel ruolo docente per concorso nazionale (prevalentemente nella terza fascia) e passaggio di fascia per idoneita’ nazionale individuale (a numero aperto), con immediato e pieno riconoscimento della nuova qualifica, senza l’ulteriore chiamata della Facolta’ dove il docente gia’ lavora e continuera’ a lavorare. Per il passaggio di fascia e’ indispensabile prevedere uno specifico budget nazionale per i connessi incrementi stipendiali. Le commissioni nazionali, per i concorsi e per i passaggi, devono essere interamente sorteggiate e composte di soli ordinari. Periodo pre-ruolo massimo di 3 anni in un’unica figura definita da una legge che preveda adeguata retribuzione, diritti (malattia, maternita’, ferie, contributi pensionistici) e liberta’ di ricerca, con un numero di posti rapportato a quello degli sbocchi nel ruolo della docenza. Bando nei prossimi anni, su nuovi specifici e aggiuntivi fondi statali, di
almeno 20.000 posti di terza fascia, con cancellazione dell’attuale giungla
di figure precarie. Trasformazione del ruolo dei ricercatori in terza fascia di professore, prevedendo la partecipazione di tutti ai Consigli di Facolta’ e l’accesso
ai fondi di ricerca anche per i professori di terza fascia non confermati.Distinzione tra tempo pieno e tempo definito con esclusione per i docenti a tempo definito dalle cariche accademiche e dalle commissioni concorsuali.
Specificazioni sul reclutamento.
I concorsi per i posti nella fascia iniziale della docenza (oggi il ruolo dei ricercatori) devono essere espletati a livello nazionale, ‘concentrando’, con cadenza certa, i posti banditi in autonomia dai vari Atenei su fondi propri e/o ministeriali. La scelta dei vincitori deve essere fatta da una commissione nazionale composta solo da ordinari direttamente sorteggiati, tutti appartenenti a sedi diverse ed escludendo quelli degli Atenei che hanno bandito i posti. Ai candidati devono essere adeguatamente riconosciuti i periodi di attivita’ didattica e scientifica svolti a qualsiasi titolo: dottorato, assegni, borse, incarichi, ecc.