L’AUTONOMIA E L’ANVUR

Il Consiglio dei Ministri del 4 aprile 2007 ha approvato lo Schema di DPR per il Regolamento dell’ANVUR. Lo “Schema di Regolamento” sara’ ora sottoposto alle Commissioni parlamentari competenti per il prescritto parere. Successivamente il DPR sara’ definito e approvato dal Consiglio dei Ministri, poi emanato dal Presidente della Repubblica e quindi pubblicato sulla G.U. Il Ministro, nell’incontro del 13 marzo 2007, si e’ impegnato ad incontrare nuovamente le Organizzazioni dell’Universita’ e della Ricerca dopo i pareri delle Commissioni parlamentari e prima dell’approvazione definitiva del Regolamento da parte del Consiglio dei Ministri. Sulla questione dell’ANVUR riportiamo in calce il testo di un articolo
apparso il 7 aprile 2007 su ItaliaOggi, dove, tra l’altro, si informa che il Presidente della CRUI “plaude al provvedimento targato Fabio Mussi” e si riportano i “commenti positivi”del Responsabile nazionale dei DS per il sapere e l’innovazione esprime.
Lo “Schema di Regolamento” approvato dal Governo non si discosta sostanzialmente da quello distribuito nell’incontro del 13 marzo 2007. Quel testo – pur recependo alcune delle critiche avanzate anche dall’ANDU alle precedenti “Linee-guida del Regolamento” – conteneva ancora punti non accettabili tra i quali il comma 10 dell’art. 4, che puo’ portare ad una pesante e inaccettabile ingerenza dell’ANVUR nell’attivita’ di ricerca condotta dai singoli docenti e ricercatori. Questo punto e’ stato finora mantenuto (ora e’ diventato lettera a. del comma 8 dell’art. 4 dello “Schema di Regolamento”). Il 29 marzo 2007 anche l’Assemblea della CRUI (per il testo del parere v. nota) ha criticato quanto previsto dal comma 10 perche’ “la disposizione e’ in aperto contrasto con l’autonomia dei Nuclei Interni ex art.1 legge 370/1999 e con i principi che regolano la valutazione interna, e costituisce una ulteriore forzatura rispetto a quanto stabilito nella L. 286/06, art. 2 c. 138 lett. b).” La stessa Assemblea della CRUI, sul comma 1 dell’art. 6 (ora comma 4
dell’art. 4), ha scritto: “Suscita perplessita’ la determinazione dei requisiti in ordine all’adeguatezza dei programmi di insegnamento. Tale previsione sarebbe in contrasto con la liberta’ costituzionale della didattica.” Ma le critiche piu’ dure espresse dall’Assemblea della CRUI sul progetto ministeriale riguardano l’impianto stesso del provvedimento che non rispetta la legge istitutiva dell’ANVUR: “Per quanto riguarda i contenuti del documento, l’Assemblea osserva preliminarmente che non si verifica una perfetta corrispondenza tra le materie oggetto di regolamento previste dalla legge e quelle disciplinate dall’attuale bozza: il Regolamento infatti disciplina materie non previste nella legge (il dettaglio delle attivita’, poteri ispettivi dell’Agenzia, poteri correttivi del Ministero) e dedica minore attenzione al funzionamento, come invece richiesto dalla norma. La legge 286/2006 (cc.138-142) prevede infatti espressamente le materie che devono essere oggetto di regolamento: struttura e funzionamento dell’ANVUR; nomina e
durata dei componenti. Nella bozza in esame, il capo I, dall’art. 3 all’art. 9, disciplina le attivita’ dell’Agenzia (materia non prevista espressamente dalla legge
286/2006) ed entra nel dettaglio delle azioni dell’organismo prevedendo poteri ispettivi dell’Agenzia e connessi poteri evidentemente di tipo sanzionatorio da parte del Ministero che non trovano nessun fondamento giuridico ne’ nella legge 286/2006 ne’ in altra normativa statale.” E ancora: “Sul piano generale l’Assemblea rileva con preoccupazione che l’Agenzia non obbedisce a quel criterio di terzieta’ che e’ condizione indispensabile per la valutazione complessiva del sistema nazionale della ricerca e dell’alta formazione, al cui interno debbono essere oggetto di valutazione anche le attivita’ di competenza del Ministero”.
Le forzature normative e i pericoli per l’autonomia universitaria erano gia’ insiti nella procedura scelta dal Ministro per imporre l’Agenzia di valutazione attraverso una delega quasi in bianco contenuta in un decreto-legge (il Decreto fiscale collegato alla Finanziaria 2007), convertito con un voto di fiducia. Questi metodi ‘golpisti’ (finanziarie, decreti-legge, leggi-delega, voti di fiducia) sono stati sempre adoperati per imporre norme (peraltro con contenuti spesso improvvisati e pasticciati) con le quali si sta da oltre un decennio demolendo l’idea stessa della Universita’ statale, di massa e di qualita’: falsa autonomia finanziaria, finta autonomia statutaria, abolizione di fatto del CUN, finti concorsi locali, imposizione del “3 + 2”, moltiplicazione degli Atenei, aumento a dismisura del precariato,
progressiva riduzione dei finanziamenti, legge Moratti, ecc..
E’ indispensabile che il mondo universitario conosca e discuta a fondo i provvedimenti che stanno ‘calando’ sull’Universita’ (ANVUR, modifica dei concorsi a ricercatore, dottorato di ricerca, stato giuridico, governance) per intervenire in tempo nel merito e ottenere provvedimenti condivisi e utili all’Universita’ e al Paese, piuttosto che a favore di quei poteri forti accademico-politici che vogliono ottenere il completo controllo delle risorse pubbliche per l’alta formazione e la ricerca. In particolare sull’ANVUR la comunita’ universitaria deve impegnarsi per convincere le Commissioni parlamentari ad esprimersi in difesa dell’autonomia universitaria garantita dalla Costituzione e per ottenere dal Governo un provvedimento rispettoso di tale autonomia e delle leggi.

7 aprile 2007

Nota. Per il testo del parere approvato il 29.3.07 dall’Assemblea straordinaria della CRUI sulla bozza di regolamento dell’ANVUR:
http://www.crui.it//data/allegati/links/3887/parere%20_ANVUR.pdf

Da ItaliaOggi del 7 aprile 2007:

“UNIVERSITA’, DALLA CRUI OK ALL’ANVUR”
di Benedetta P. Pacelli

Consensi, ma anche qualche rilievo. La neonata Agenzia di valutazione del sistema universitario e degli enti di ricerca, appena approvata dal consiglio dei ministri (si veda Italia Oggi di ieri), che dovra’ passare al vaglio delle commissioni parlamentari competenti per il prescritto parere e che promette di riportare trasparenza nel mondo universitario, continua a suscitare qualche polemica. Eccezion fatta per il presidente della Conferenza dei rettori delle universita’ italiane Guido Trombetti che plaude al provvedimento targato Fabio Mussi, auspicando che l’agenzia vada a regime nel piu’ breve tempo possibile. Ma soprattutto, ha spiegato il presidente della Crui, “mi auguro che il suo funzionamento sia immune da quelle pesantezze burocratiche che tanto spesso, nel nostro paese, hanno frenato nel pubblico le migliori intenzioni”. L’auspicio e’ insomma che chi guidera’ la macchina della valutazione ne faccia uno strumento snello ed efficiente e non una sovrastruttura in piu’. Commenti positivi anche da parte di Andrea Ranieri responsabile nazionale dei Ds per il sapere e l’innovazione, secondo il quale la nascita dell’agenzia e’ un buon modo per collegare “alla valutazione una parte dell’incremento dei finanziamenti per gli atenei”. “Per far funzionare al meglio l’intero sistema credo che possa essere positivo collegare il trasferimento di una parte di questo incremento di risorse, fino al 30%, ai risultati della valutazione”.
Valutazione necessaria anche per il responsabile di An per la scuola e l’universita’ Giuseppe Valditara che pero’ considera grave la previsione di una nomina governativa di tutti i componenti dell’Agenzia di valutazione perche’ in questo modo “e’ evidente il pericolo di condizionamenti governativi sull’autonomia universitaria”. Conferma i suoi dubbi, anche a fronte dell’ultima stesura del testo, l’Associazione nazionale dei docenti universitari (Andu) che vede nell’Agenzia uno strumento che puo’ limitare l’autonomia delle singole universita’. “Una preoccupazione”, ha spiegato Nunzio Miraglia coordinatore nazionale dell’Andu, “condivisa anche dai
rettori”. Ma in particolare ha sottolineato Miraglia “tutto questo rende ancora piu’ evidente come l’autonomia dei singoli atenei puo’ essere tutelata validamente solo difendendo l’autonomia del sistema nazionale delle universita’. E la tutela”, ha concluso, “puo’ essere assicurata solo con un organismo di autogoverno eletto direttamente da tutte le componenti universitarie”. ”

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