RICERCATORI. EVITARE L’ENNESIMO PASTICCIO

L’ANDU ha avanzato da tempo una proposta (v. in calce) per riformare i concorsi a ricercatore. Le modalita’ proposte dall’ANDU, a differenza di quelle contenute nello Schema di Regolamento ministeriale del 3/5/2007, sono semplici, rapide, equilibrate, coerenti, legittime, non corporative, non discriminatrici, non accentratrici ed evitano la cooptazione personale. L’ANDU ha avanzato critiche puntuali allo Schema ministeriale, critiche e richieste che qui si riportano e che sono state illustrate al Ministro nell’incontro del 5 giugno 2007.

LE CRITICHE PUNTUALI DELL’ANDU ALLO SCHEMA DI REGOLAMENTO MINISTERIALE

– L’ANDU e’ contraria alla previsione di esperti stranieri senza nemmeno il vincolo della reciprocita’. Una presenza che comunque dovrebbe essere legata alle specificita’ delle aree disciplinari e non essere obbligatoria per tutte le aree disciplinari.

– L’ANDU chiede che sia impedito che tra gli esperti revisori nazionali vi sia piu’ di un componente di uno stesso Ateneo. Questo con l’obiettivo di evitare che le sedi con piu’ ordinari possano avere un peso eccessivo.

– L’ANDU ritiene discriminatoria nei confronti di molti attuali precari l’introduzione di prerequisiti (in questa fase comunque arbitrari) e la previsione di lettere di presentazione-raccomandazione. E’ noto che in molti casi il lungo percorso precario e’ anche fatto di attivita’ non ufficiali in attesa di una ulteriore ‘sistemazione’ precaria. Il buon senso dovrebbe indurre a ‘sospendere’ la previsione di “requisiti di ammissione”, almeno fino a quando non sara’ definitivamente superata l’attuale giungla di precariato e fino a quando non sara’ riformato il dottorato di ricerca. Naturalmente, come da tempo proponiamo, ai candidati devono essere adeguatamente riconosciuti i periodi di attivita’ didattica e scientifica svolti a qualsiasi titolo: dottorato, assegni, borse, incarichi, ecc.

– L’ANDU ritiene illegittima la partecipazione di commissari ‘non esperti’ alle prove locali. L’illegittimita’ non sta nella presenza di commissari ‘non esperti’ nella
“Commissione giudicatrice” (presenza che sarebbe opportuno in ogni caso non prevedere), ma nella loro partecipazione alla valutazione del “seminario pubblico” dei candidati. Valutazione che richiede una competenza specifica che i ‘non esperti’ non hanno.

– L’ANDU giudica contraddittoria la previsione del sorteggio dei ‘commissari’ solo per la fase nazionale. Il sorteggio anche dei componenti della “commissione giudicatrice” servirebbe a rendere meno ‘automatico’ il risultato nel caso in cui l’allievo del maestro risultasse inserito tra gli ‘idonei’ della lista ristretta.

– L’ANDU ritiene che vi sia un disegno ‘accentratore’ nella previsione di concentrare in poche mani (la “parte istituzionale” della commissione locale) il potere di ‘sovraintendere’ al reclutamento nell’Ateneo. Questa scelta va nella direzione di una gestione complessiva dell’Ateneo concentrata nelle mani di poche persone, emarginando la stragrande maggioranza della comunita’ universitaria (docenti, tecnico-amministrativi, studenti).

– L’ANDU ritiene che vi sia una logica baronale nell’esclusione degli associati e dei ricercatori dalla “parte istituzionale” della “Commissione giudicatrice” locale, per la quale non e’ richiesta alcuna competenza scientifica specifica. Da anni si chiede che le commissioni concorsuali siano formate solo da ordinari. E questo continuiamo a chiedere per quanto riguarda i “componenti esperti”, cioe’, nel caso dell’attuale Schema di Regolamento ministeriale, gli “esperti revisori” e la “parte disciplinare” della “commissione giudicatrice” di Ateneo. Tutt’altra cosa e’ invece la “parte istituzionale” della “commissione giudicatrice” alla quale e’ assegnato un compito ‘politico’: quello di ‘difendere’ gli interessi generali dell’Ateneo. Perche’ non dovrebbe potere svolgere un tale compito un associato o un ricercatore? Chi nega questa possibilita’ dovrebbe per coerenza chiedere che a fare parte degli organi accademici (Senato Accademico, Consigli di Amministrazione, di Facolta’, di Corso di Studio e di Dipartimento, CUN) debbano essere solo i professori ordinari.

LA PROPOSTA DELL’ANDU SUL RECLUTAMENTO

I concorsi per i posti nella fascia iniziale della docenza (oggi il ruolo dei ricercatori) devono essere espletati a livello nazionale, ‘concentrando’, con cadenza certa, i posti banditi in autonomia dai vari Atenei su fondi propri e/o ministeriali. La scelta dei vincitori deve essere fatta da una commissione nazionale composta solo da ordinari direttamente sorteggiati, tutti appartenenti a sedi diverse ed escludendo quelli degli Atenei che hanno bandito i posti. Ai candidati devono essere adeguatamente riconosciuti i periodi di attivita’ didattica e scientifica svolti a qualsiasi titolo: dottorato, assegni, borse, incarichi, ecc. La differenza di fondo tra la proposta dell’ANDU e il progetto ministeriale del 3/5/2007 sta nel fatto che l’ANDU ritiene INDISPENSABILE che la scelta del vincitore venga sottratta TOTALMENTE alla volonta’ del maestro che e’ riuscito a farsi bandire il posto da destinare al proprio allievo, mentre il Ministero vuole rendere possibile, ma non escludere, che il maestro possa non scegliere il suo allievo. Infatti, quando l’allievo del maestro dovesse risultare inserito tra gli ‘idonei’ della “lista ristretta” (che non a caso c’e’ chi vuole allargare significativamente), sara’ ‘inevitabile’ che ad essere scelto dall’Ateneo (cioe’ dal suo maestro) sara’ proprio lui.

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