AUTOGOVERNO O POTERI FORTI

        Il 30 novembre 2005 la Camera ha approvato (nota 1), con il voto contrario di tutto il Centro-sinistra, la legge sul CUN, già approvata dal Senato con l’astensione di DS e Margherita. Il testo approvato alla Camera sostanzialmente non si discosta da quello approvato al Senato, dove dovrà tornare in terza lettura. Finalmente nell’Aula della Camera il Centro-sinistra ha proposto e sostenuto tutte le richieste avanzate dalle Organizzazioni unitarie della docenza volte ad attribuire al CUN il ruolo di unico organo democratico di rappresentanza del mondo universitario, democratico, non parcellizzato e non corporativo (elezione dei rappresentanti delle tre fasce della docenza in sei grandi aree scientifico-disciplinari con elettorato attivo e passivo comune, maggiori poteri, collegio di disciplina non gerarchico). 

          La ‘riforma’ del CUN era stata elaborata dall’attuale CUN, organo pluri-prorogato e con una composizione da anni illegittima per il permanere in carica di rappresentanti che non appartengono più alla categoria che li ha eletti. Alla Camera è stata cancellata dal testo del Senato la norma che impediva ai membri dell’attuale CUN di fare parte del prossimo; norma peraltro già applicata nell’ultima elezione. 

         Con la ‘riforma’ del CUN che si sta approvando in Parlamento non si fa altro che confermare le vigenti pessime norme introdotte nella scorsa legislatura. Perché si vuole impedire l’esistenza di un Organo di autogoverno del Sistema nazionale delle Università, composto da rappresentanti direttamente eletti da tutte le componenti (docenti, tecnico-amministrativi, studenti). Nel settembre 1996, qualche mese prima dell’approvazione della legge che regola l’attuale CUN, scrivevamo: “in un sistema di forte autonomia degli atenei, il cui finanziamento peraltro deriva prevalentemente dallo Stato, assegnando tutti i poteri al ministro ed escludendo, di fatto, la costituzione di un organo nazionale rappresentativo delle università quale interlocutore autonomo del governo e del Parlamento, si spiana la strada a una gestione politico-accademica che farà trionfare gli interessi privatistici della ristretta lobby di potenti professori universitari” (“Università Democratica”, Agosto-Settembre 1996 n. 140-141, pag. 1).

        Nel febbraio 1997 TUTTE le Organizzazioni della docenza hanno denunciato “la tendenza negativa ad indebolire l’autonomia del sistema universitario nazionale nel suo complesso”.                  

        In questa direzione, infatti, vengono ridotti compiti e funzioni del CUN, anche rispetto alle previsioni lungamente disattese della legge 341/90, trasformandolo da organo rappresentativo di tutto il sistema universitario e delle forze sociali in organismo marginale con funzione di mera consulenza, con una presenza dei docenti frastagliata in troppe e squilibrate aree scientifico-disciplinari” (“Università Democratica”, Gennaio-Febbraio 1997 n. 145-146, pag. 1). Per tutta risposta i Responsabili di allora del Ministero (il ministro Luigi Berlinguer e il sottosegretario Luciano Guerzoni) hanno imposto la loro ‘riforma’ del CUN nella “Bassanini 2” (Legge 15 maggio 1997, n. 127), una legge che ha per titolo “Misure urgenti per lo snellimento dell’attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo” (sic!); legge approvata con un maxi-emendamento su cui il governo di allora ha posto la fiducia. Dopo l’approvazione della legge sul CUN, nell’ottobre 1997, scrivevamo: “nella direzione dello svuotamento del ruolo del CUN, il Ministro ha anche deciso di frantumare la rappresentanza dei docenti in tante aree scientifico-disciplinari e di separarla per categorie.” E abbiamo aggiunto che “il nuovo CUN, voluto dal ristretto gruppo accademico che si è impossessato del Ministero e controlla il Parlamento e l’informazione, non è strutturalmente recuperabile ad un ruolo positivo di rappresentanza dell’autonomia del sistema nazionale delle Università.” (“Università Democratica”, Luglio-Settembre 1997 n. 151-153, pag. 1). E così è stato da allora ad oggi. Abbiamo voluto ricordare tutto ciò per evidenziare che la scelta di impedire la costituzione di un Organo di autogoverno del Sistema nazionale delle Università non è casuale e non è affatto marginale, ma è stata voluta, ad ogni costo e con ogni mezzo, nella scorsa legislatura.

       Una scelta ‘ripresa’, come in una sorta di staffetta, dall’attuale Governo e contestata ora, con validi argomenti, dall’attuale Opposizione prima al Senato (con un inspiegabile voto finale di astensione) e ora alla Camera (con un coerente voto finale contrario). 

      E però qualcosa non torna. Infatti, il giorno dopo che tutti i gruppi del Centro-sinistra e in particolare i DS hanno assunto alla Camera posizioni corrette sul CUN, nella “Conferenza nazionale DS per il programma” tenutasi l’1-3 dicembre a Firenze, è stata sostanzialmente riproposta la posizione sul CUN espressa (e praticata) dall’accademia che era al Governo nella precedente legislatura. 

          Infatti, nella scheda su “Innovazione nell’università e con l’università”, al punto “Conferenza dei Rettori, Assemblea Nazionale della Scienza, Consiglio Nazionale degli Studenti”, si ipotizza la cancellazione anche formale del CUN, individuando in ogni caso nella Conferenza dei Rettori “il luogo naturale dove gli interessi degli atenei autonomi vengono rappresentati rispetto al Governo, al Ministero, all’opinione pubblica” (nota 2).

        Una posizione questa che ripropone sostanzialmente quella contenuta nel “documento base del Forum dei DS” del 9 novembre 2005 (nota 3) e che non tiene in alcun conto le proposte alternative (comuni alle Organizzazioni unitarie della docenza) espresse in quella stessa sede dalla FLC-CGIL che, a proposito del CUN, ha sostenuto: “deve esistere un organismo di rappresentanza e quindi di autogoverno globale del sistema delle autonomie ma esso deve ritornare ad essere un luogo di rappresentanza democratica e non delle discipline, al posto del ruolo improprio che la CRUI si autoattribuisce” (nota 4). Se il prossimo Governo dovesse (ri)assumere e (ri)attuare quanto scritto nelle proposte di programma dei DS, si darebbe ancora più mano libera ai gruppi di potere che, anche grazie all’assenza di un Organo di autogoverno del Sistema nazionale delle Università, potranno continuare a imporre leggi distruttive dell’Università statale, di qualità e di massa.

      Così è accaduto nella scorsa legislatura (finta autonomia finanziaria, finta autonomia statutaria, finti concorsi locali, controriforma del CUN, “3 + 2”) e in quella attuale (controriforma dello stato giuridico, ulteriore riduzione dei fondi).

      Si potrà così finire di demolire l’Università nazionale abolendo lo stato giuridico nazionale dei docenti, differenziando in ogni Ateneo le procedure del loro reclutamento, superando il valore legale dei titoli di studio. Senza dimenticare però di introdurre anche ‘norme di salvaguardia’ per i ‘baroni di stato’: rettori-padroni e professori eccellenti. De-statalizzazione sì, ma con giudizio! Tutto questo ha comportato e comporterebbe il ‘modello’ degli Atenei pseudo-autonomi che si rapportano direttamente con il Ministero, in assenza di un Organo nazionale di autogoverno. Un ‘modello’ che, tra l’altro, lascia liberi i potentati accademici di operare indisturbati a vantaggio dei Centri di auto-eccellenza e che consente la proliferazione di nuove pseudo-università.

      Un ‘ modello’ che porta anche alla guerra di tutti contro tutti, come nel caso dell’IIT di Genova e, ancor più, nel caso dell’IMT di Lucca, con il coinvolgimento di Amministratori comunali, provinciali e regionali, di Parlamentari e, pare, perfino di Cardinali! (nota 5). Auspichiamo che le posizioni sul CUN espresse il 30 novembre dai Deputati dell’Opposizione siano quelle ‘vere’, cioè quelle che prevarranno nell’Unione pubblicamente e chiaramente  

      Più concretamente, se l’attuale Opposizione dovesse diventare Maggioranza nella prossima legislatura, ci aspettiamo che gli emendamenti presentati alla Camera siano ‘tradotti’ nella PRIMA legge riguardante l’Università, da approvare con la massima urgenza. Infatti, riprendere l’attività ministeriale e parlamentare sull’Università senza avere PRIMA istituito un Organo elettivo realmente rappresentativo del Sistema nazionale dell’Università e capace di interloquire autorevolmente con il Governo e il Parlamento, significherebbe continuare a governare e a legiferare a favore e per conto della lobby accademica trasversale, contro l’Università e contro il Paese.

     5 dicembre 2005

NOTA 1. Per il resoconto stenografico della seduta dell’Aula della Camera del 30 novembre 2005 (la parte sul CUN da pag. 11 a pag. 36):
(non si deve spezzare la stringa di caratteri, altrimenti il collegamento
fallisce!) 
http://www.camera.it/_dati/leg14/lavori/ stenografici/sed714/SINTERO.pdf

NOTA 2. Per scaricare la scheda su “Innovazione nell’università e con l’università”:
(non si deve spezzare la stringa di caratteri, altrimenti il collegamento fallisce!)
http://www.dsonline.it/speciali/amarelitalia/ programma/conoscenza/documenti/
dettaglio.asp?id_doc=29721

NOTA 3. Per scaricare il documento “alla base della discussione” del “Forum dei DS” del 9.11.05, prima cliccare
http://www.dsonline.it/aree/universita/index.asp, poi cliccare su “9/11
Nasce il Forum Università e la ricerca dei DS”,infine cliccare a destra su” FORUM Università”

NOTA 4. Per leggere l’intero intervento della FLC-CGL al Forum dei DS del 9.11.05: (non si deve spezzare la stringa di caratteri, altrimenti il collegamento
fallisce!) 
http://www.dsonline.it/aree/universita/ documenti/dettaglio.asp?id_doc=29448

NOTA 5. A pag. 7 della cronaca di Genova di Repubblica del 25.11.06, l’articolo “Iit, ora si parte davvero, nominato il nuovo vertice” comincia così: “Dicono che una grossa mano per evitare lo scippo (da parte di Milano, ndr) dell’Iit a Genova l’abbia data il cardinale Tarcisio Bertone. A colazione mercoledì con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, insieme a un altro porporato, pare che Bertone abbia perorato con forza la causa della sede genovese dell’Istituto Italiano della Tecnologia, ottenendo dal titolare del dicastero le più ampie rassicurazioni.”
Per la lettura dell’intero articolo, prima collegarsi a www.crui.it, poi cliccare su “rassegna stampa” in basso a sinistra, quindi selezionare il mese “novembre 2005” e poi cliccare su “25”.

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