Ha vinto Moratti?

Dichiarazione di Nunzio Miraglia – coordinatore nazionale dell’ANDU. Il DDL sullo stato giuridico dei docenti universitari, approvato ieri, non è del Ministro Moratti. Il Ministro si è ‘solo’ intestato un provvedimento voluto e difeso da un ristretto gruppo accademico che vuole finire di demolire l’Università statale, di massa e di qualità, per dirottare ancor più le risorse pubbliche negli auto-proclamati “centri di eccellenza”.

Ma questa potente e trasversale minoranza accademica ha proprio vinto
imponendo all’Università un provvedimento contestato da tutte le componenti (docenti, precari, studenti)? Noi riteniamo che questa prova di prepotenza e di arroganza abbia compattato un movimento universitario senza precedenti per ampiezza, determinazione e consapevolezza, e che da oggi non sarà più consentito a nessuno di decidere impunemente contro l’Università. La grande manifestazione di ieri a Roma, con l’enorme, pacifico e festoso corteo di studenti e precari provenienti da tutta l’Italia e con la protesta davanti alla Camera assieme ai docenti,ha un significato chiarissimo e forte: l’Università finalmente si occupa di se stessa e non subisce più passivamente le leggi che una lobby accademica trasversale da decenni le impone impunemente.

Soprattutto i precari e gli studenti, le principali categorie danneggiate dal DDL, si stanno sempre più impegnando per eliminare i principali mali che affliggono l’Università italiana: un precariato già oggi dalle dimensioni e dalle condizioni inaccettabili sul piano professionale e umano, e una didattica enormemente dequalificata dopo l’imposizione del ‘3 + 2’. Per questo, da un lato, occorrerà impedire che negli Atenei si continuino a creare nuovi precari, anziché bandire posti di ruolo, e, d’altro lato, è necessario realizzare, in maniera condivisa, una nuova organizzazione degli studi. Obiettivi concreti e urgenti, che dovranno tradursi anche in nuove norme, ma che possono e devono essere ‘anticipati’, a partire da ora, negli Atenei. Con questa nuova realtà universitaria tutti Partiti dovranno fare i conti, smettendo di dipendere da quei poteri forti accademici che hanno sempre dominato sull’Università e vorrebbero continuare a farlo anche nella prossima legislatura, che dovrà avere come primo provvedimento per l’Università la CANCELLAZIONE di quanto approvato ieri.

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