Un mese fa, a proposito della riforma del CUN, avevamo parlato di gioco delle tre carte, anche in riferimento al non coerente comportamento dei Senatori dei DS e della Margherita. Essi prima hanno presentato emendamenti alternativi al DDL elaborato dall’attuale CUN e fatto proprio dal Governo e poi, invece, si sono astenuti nel voto finale, nonostante non fosse passato alcuno dei loro emendamenti sulla composizione del CUN (nota 1).
Ora alla Camera il gioco sembra essere finito. Infatti l’on. Tocci (DS), neo responsabile del settore universitario, ha dichiarato di ritenere prioritario il rinnovo dell’attuale CUN, rinnovo che a suo dire richiederebbe l’approvazione del provvedimento governativo (nota 2). Questo non è vero. Così come è stato sostenuto anche dai senatori Tessitore e Modica, entrambi DS, il CUN, sulla base dell’attuale normativa, poteva essere e può ancora essere rinnovato con un ‘semplice’ decreto ministeriale. Peraltro, la ‘nuova’ legge non fa che fotografare la composizione attuale del CUN decisa nella scorsa legislatura, con decreto ministeriale, dal sottosegretario-ministro Guerzoni, che ha voluto privare l’Università italiana di un Organo rappresentativo, non corporativo e non settoriale. Lo stesso Guerzoni ha voluto inoltre che l’attuale CUN diventasse di fatto illegittimo mantenendo in carica quei componenti (ormai la maggioranza) che, eletti in rappresentanza di una categoria, hanno smesso di appartenere a quella categoria. I Responsabili ministeriali di allora hanno deliberatamente disarmato l’Università italiana che, senza un organo politicamente valido, non ha potuto essere difesa, in maniera più adeguata, dall’attacco della lobby accademica trasversale che da anni sta cinicamente operando per distruggere l’Università statale a vantaggio delle autoproclamate ‘eccellenze’.
Prima al Senato il contraddittorio comportamento dei Senatori dei DS e della Margherita, i quali al momento della votazione finale non si sono opposti alla controriforma del CUN e ora alla Camera quella che si prospetta essere una NON opposizione dei DS. Queste posizioni nei confronti di un provvedimento che cancella per sempre l’idea stessa di un Organo democratico di autogoverno del Sistema nazionale delle Università, rendono, tra l’altro, necessaria la massima attenzione sulle posizioni che i Gruppi dei DS e della Margherita esprimeranno in Parlamento nella prosecuzione dell’esame del DDL sullo stato giuridico. Contro quest’ultimo DDL questi Gruppi hanno espresso una vera opposizione alla Camera solo negli ultimi giorni, presentando e sostenendo finalmente le richieste avanzate dal mondo universitario e dalle Organizzazioni unitarie della docenza.
Ritornando sulla questione del CUN, va ricordata la posizione, particolarmente grave e particolarmente significativa della ‘cultura’ che ispira l”accademia che conta’, sulla composizione del ‘nuovo’ Collegio di disciplina assunta al Senato da TUTTI i Gruppi parlamentari (anche l’Opposizione non ha presentato nessun emendamento in merito). La composizione del Collegio di disciplina approvata è la seguente: 3 ordinari, 1 associato e 1 ricercatore. Una composizione che conferma “una sorta di privilegio feudale tra le varie fasce di professore”, come ha affermato il sen. Modica (DS), riferendosi però solo al funzionamento a “fisarmonica” del Collegio (il ricercatore non può giudicare un associato o un ordinario, l’associato non può giudicare un ordinario). Noi riteniamo che il Collegio di disciplina dovrebbe invece essere composto da appartenenti alle categorie dei ‘giudicabili’, senza alcuna predeterminazione per fasce dei suoi componenti e, tanto meno, con una composizione ‘adattata’ al grado dell”incolpato’. Potrebbe così accadere che il Collegio risulti composto da soli ordinari o da soli associati o da soli ricercatori? E allora? È forse meglio che esso risulti composto da ‘soli’ ordinari con la presenza di una sorta di avvocati di ufficio (un associato e un ricercatore)? Ma se la preoccupazione di proteggere gli ordinari dai giudizi espressi da appartenenti alle ‘classi’ subalterne è un ‘valore’ tanto irrinunciabile, perché chi ha elaborato o condiviso questa aberrazione giuridica non pensa a tre Collegi di disciplina distinti, ognuno competente per la propria fascia e composto esclusivamente da appartenenti a quella?
I comportamenti espressi al Senato sono perfettamente congrui con il documento approvato tempo fa all’UNANIMITÀ dalla Commissione Istruzione del Senato stesso sull'”Affare assegnato” in materia universitaria (relatore il sen. Tessitore dei DS). In quel documento c’è scritto: “al Consiglio universitario nazionale (CUN) … tocca la rappresentanza dei settori scientifico-disciplinari e la loro organizzazione attraverso una composizione elettiva espressiva esclusivamente della comunità scientifica del Paese”, mentre alla “Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI) … tocca la materia riguardante la GESTIONE del sistema e la garanzia della sua autonomia”. Tali comportamenti sono anche congrui con quanto voluto dalla trasversale “lobby trasparente” TreeLLLe che chiede di “assumere la Conferenza dei Rettori (Crui) quale referente per la consultazione, il confronto e la verifica del consenso sulle più rilevanti scelte di governo del sistema: ciò in quanto la Crui è espressione dei responsabili della gestione degli atenei e struttura istituzionalmente autonoma e indipendente rispetto al Ministero.”
20 giugno 2005
Nota 1. V. documento dell’ANDU “DDL e CUN senza opposizione. Appello ‘rifritto'” in:
http://www.bur.it/sezioni/sez_andu.php 18 maggio 2005
Nota 2. Dal resoconto della seduta di Giovedì 16 giugno 2005 della Commissione Cultura della Camera:
“Walter TOCCI (DS-U) formula l’auspicio che si pervenga alla rapida approvazione del provvedimento in titolo, considerata la pregiudizialità delle previsioni da esso recate al fine di procedere al rinnovo dell’organico del CUN, necessario a restituire al medesimo piena efficienza e funzionalità. Pur esprimendo riserve in ordine a taluni profili del provvedimento in esame, rispetto ai quali preannuncia la presentazione da parte del suo gruppo di apposite proposte emendative, ritiene che sia prioritario il soddisfacimento dell’esigenza testé segnalata di garantire nel più breve tempo possibile l’operatività del CUN, ribadendo pertanto la necessità che si pervenga alla sua sollecita approvazione.”