DDL. IL SOLITO CONIGLIO: MESSA AD ESAURIMENTO DEI RICERCATORI
Invece di ritirare il DDL sullo stato giuridico dei docenti universitari,
respinto dal mondo universitario (CRUI, Collegi dei Presidi, Senati
Accademici, Consigli di Facoltà e di Dipartimento, Assemblee di Docenti e di Studenti, Organizzazioni unitarie della docenza), il Governo, il Relatore e il Presidente della Commissione Cultura della Camera si ostinano a proseguire nel tentativo di fare approvare un provvedimento che completerebbe la demolizione dell’Università statale. Una insistenza ‘dettata’ dall’accademia che conta guidata ora dai promotori dell’Appello, trasversale e volutamente senza contenuti e sostenuto dal Riformista e da Magna Carta, che sta portando a continui ‘aggiustamenti’ del provvedimento e a ripetuti rinvii della ripresa della sua discussione nell’Aula della Camera per dare tempo al Relatore e al Governo di proporre ‘nuove’ soluzioni alle questioni centrali della istituzione o meno della terza fascia e della messa ad esaurimento o meno del ruolo dei ricercatori. E in attesa dell’ennesima ‘nuova’ soluzione era stato richiesto da tutta la Commissione Cultura lo slittamento della ripresa della discussione nell’Aula della Camera, già prevista per il 24 maggio. È ora “probabile che il provvedimento possa essere nuovamente iscritto nel calendario dei lavori dell’Assemblea nella settimana dal 13 al 18 giugno 2005”, come ha affermato il Presidente della Commissione Cultura nella seduta del 24 maggio della stessa Commissione. In questa stessa sede il Relatore ha tirato fuori da suo cilindro la sua ennesima ‘novità’, dopo che in precedenza era stata cancellata dalla Commissione la previsione da lui ‘inventata’ di una prima tornata dei giudizi a professore associato senza alcun limite numerico. La ‘novità’ è ora quella dell’attribuzione a domanda agli attuali ricercatori del “titolo di professore aggregato quale terzo livello di docenza.” (v. in calce il testo dell’emendamento del Relatore). Di cosa in realtà si tratti lo chiarisce lo stesso Relatore il quale “sottolinea che la soluzione alternativa, quella della creazione di una vera e propria terza fascia della docenza universitaria, risulta nelle condizioni attuali non praticabile, perché determinerebbe gravi problemi di governance delle istituzioni universitarie e perché non appare sostenibile sul piano finanziario” (dal resoconto della seduta della Commissione Cultura della Camera del 24 maggio 2005). I “gravi problemi di governance” sono in realtà quelli della partecipazione per legge di tutti i ricercatori ai Consigli di Facoltà, oggi prevista nella maggioranza degli Atenei, ma non, in particolare, in quelli di Napoli, Roma 1 e Torino dove particolarmente ‘importati’ sono gli interessi accademici nelle Facoltà giuridiche. All’accademia che conta sta altrettanto a cuore la messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatore (ragion d’essere del DDL governativo) per ampliare a dismisura il numero dei docenti precari (oggi più di 50.000) e per aumentare di circa 10 anni il tempo medio delle durata del precariato (oggi di circa 8-10 anni).
AVANZA LA CONTRIFORMA DEL CUN
Nella stessa seduta del 24 maggio 2005 la Commissione Cultura della Camera ha iniziato l’esame della controriforma del CUN recentemente approvata dal Senato con l’astensione dell’Opposizione (v. nota). L’Opposizione, mentre al Senato non si è opposta alla definitiva cancellazione dell’idea stessa di un Organo democratico di autogoverno del Sistema nazionale universitario, alla Camera ha presentato e fatto approvare dalla Commissione Cultura la trasformazione del CNVSU e del CIVR in “agenzia autonoma e indipendente, con funzioni di authority per la valutazione esterna della ricerca, della didattica e degli atenei, nonché del sistema universitario nel suo insieme.” Un’operazione pericolosa proprio perché manca (e si vuole che manchi per sempre) un Organo nazionale di autogoverno che difenda l’autonomia del Sistema universitario dal potere politico e dai poteri forti dell’accademia.
25 maggio 2005
Nota. V. il documento dell’ANDU “DDL e CUN senza Opposizione. Appello ‘rifritto'” in: http://www.bur.it/sezioni/sez_andu.php 18 maggio 2005
Testo del ‘nuovo’ emendamento del Relatore presentato nella seduta della
Commissione Cultura del 24 maggio 2005:
Sostituire il comma 12 con il seguente:
12. Ai ricercatori, agli assistenti del ruolo ad esaurimento e ai tecnici laureati che, alla data di entrata in vigore della presente legge, hanno svolto per almeno tre anni attività di docenza ai sensi dell’articolo 12 della legge 19 novembre 1990, n. 341, nonché ai professori incaricati stabilizzati è attribuito, a domanda, il titolo di professore aggregato quale terzo livello di docenza. Ai soggetti in possesso della qualifica di “elevata professionalità” dell’area tecnico-scientifica e socio-assistenziale in servizio alla data di entrata in vigore della presente legge e in possesso di laurea al momento della presa di servizio è attribuito, a domanda, lo stesso titolo, previa positiva valutazione da parte di una apposita commissione composta pariteticamente da membri interni ed esterni secondo quanto deciso dalla facoltà di appartenenza, presieduta da un membro esterno, dell’attività didattica e scientifica svolta, pubblicamente documentata. I professori aggregati hanno la responsabilità di corsi e moduli curriculari loro affidati, ai sensi della
citata legge n. 341 del 1990, compatibilmente con la programmazione didattica definita dai competenti organi accademici e sono altresì tenuti ad assolvere i compiti di tutorato e di didattica integrativa.
3. 101. Il Relatore.