In vista della discussione e votazione il 24-26 maggio nell’Aula della Camera del DDL governativo sullo stato giuridico dei docenti universitari, nella seduta della Commissione Cultura del 12 maggio 2005 sono stati presentati gli emendamenti al testo del Relatore.
Gli emendamenti saranno discussi e votati dalla Commissione il 17, 18 e 19 maggio. Nella stessa seduta della Commissione del 12 maggio l’on. Martella (DS) ha espresso “piena e ferma contrarietà” al DDL, ricordando, tra l’altro, la necessità “di avviare un costruttivo confronto con le componenti del mondo universitario e con le rappresentanze delle categorie interessate.” Martella ha anche denunciato che finora per l’Università sono “stati approvati soltanto provvedimenti connotati da disorganicità”. In realtà il Governo ha avuto per mesi un finto confronto con le
Organizzazioni unitarie della docenza, fino a quando queste ultime hanno deciso di interrompere gli incontri-farsa. Le Organizzazioni hanno avuto difficoltà avute anche con i Deputati dell’Opposizione che continuano a non accogliere le loro principali richieste. Anzi, dopo averne accettate alcune, le hanno poi abbandonate, seguendo le ‘indicazioni’ provenienti dal quel Gruppo accademico-politico che nella precedente legislatura ha avviato l’opera di smantellamento dell’Università statale (nota 1). Questo stesso Gruppo ha, in particolare, ‘contribuito’ recentemente all’approvazione quasi unanime della norma, “connotata di disorganicità”, ma fortemente voluta dall’accademia che conta, con la quale è stato ridotto ad uno il numero di idonei dei finti concorsi locali (nota 2).
Negli emendamenti presentati dall’Opposizione il 12 maggio, oltre a continuare a non accogliere le principali richieste delle Organizzazioni unitarie della docenza (netta distinzione tra reclutamento per concorsi e avanzamento per giudizi di idoneità a numero aperto, trasformazione in modo univoco del ruolo dei ricercatori in terza fascia di professore), sono state introdotte nuove proposte per soddisfare le richieste dell’accademia che conta. Infatti l’Opposizione vuole introdurre il titolo di “professore d’eccellenza” (emendamento 2.7), istituire la figura di “professore
aggregato” fino a sei anni nell’ambito di “convenzioni con imprese o fondazioni” con “trattamento giuridico ed economico dei professori ordinari” (3.41), prevedere per i professori a tempo pieno “un impegno di almeno mille ore annue” (3.74) o “di almeno cinquecento ore annue” (3.73), togliere il fuori ruolo “anche a tutti i professori di ruolo attualmente in servizio” potendo loro attribuire “la qualifica di professore emerito e affidargli, fino al raggiungimento dell’ottantacinquesimo anno di età, compiti di didattica e di ricerca con l’esclusione di compiti gestionali.”
(3.77). Insomma, ormai il Gruppo accademico che ‘guida’ l’operato dei Parlamentari dell’Opposizione si muove senza alcuna inibizione al servizio dell’accademia ‘eccellente’ a cui appartiene, con la convinzione che esso tornerà a gestire anche direttamente il Ministero, a prescindere da quello che sta facendo e farà fare all’Opposizione stessa per l’Università.
– Nota 1. V. documento dell’ANDU “DDL. Con chi stanno i DS?”, in:
http://www.bur.it/sezioni/sez_andu.php 14 marzo 2005
– Nota 2. V. documento dell’ANDU “Colpo di mano trasversale sui concorsi”, in:
http://www.bur.it/sezioni/sez_andu.php 22 marzo 2005
CUN SENZA OPPOSIZIONE
Ovvero il gioco delle parti e/o delle tre carte? Il 10 maggio 2005 il Senato ha approvato il DDL governativo di riforma del CUN, elaborato dall’attuale CUN (pluri-prorogato per volontà del Governo di Centro-destra). Il DDL fotocopia l’attuale composizione dell’Organo decisa dal precedente Governo di Centro-sinistra: 14 aree ed elezione dei rappresentati della docenza per categorie (nota 1). In Commissione e in Aula i Senatori dell’attuale Opposizione di Centro-sinistra, in pratica i senatori Monticone (Margherita) e Modica (DS), hanno giustamente giudicano l’attuale CUN, e quello ad esso identico previsto dal DDL, un organo parcellizzato e corporativo e pertanto hanno proposto la riduzione a sei del numero di aree e l’elezione dei rappresentanti non per categorie separate. ‘Naturalmente’ né Monticone né Modica hanno fatto anche un solo cenno alla gravissima scelta accademico-politica compiuta nella precedente legislatura dal ‘loro’ sottosegretario Guerzoni che ha deliberatamente deciso di svuotare il CUN
di ogni capacità di efficace rappresentanza democratica del Sistema nazionale delle Università. È stato invece il sen. Valditara (AN) a ricordare giustamente che “nella passata legislatura l’allora maggioranza, il centro-sinistra, tentò (in realtà lo fece, ndr) di svalutare l’organismo rappresentativo dell’università, il CUN, a tutto vantaggio della conferenza dei rettori che ad oggi, tuttavia è ancora un’associazione privata, anche se le leggi le attribuiscono sempre più competenze”. Quello che Valditara si ostina però a non voler capire è che il ‘suo’ ‘nuovo’ CUN è perfettamente uguale a quello voluto dall’”allora maggioranza”.
NESSUN emendamento dell’Opposizione sulla composizione del CUN è stato accolto, ma nonostante ciò, incredibilmente, Monticone e Modica hanno annunciato al momento del voto della legge l’astensione, invece del voto contrario, dei loro Gruppi. Un ‘colpo di scena’ che costringe ad alcune considerazioni.
1. Nel documento approvato tempo fa all’UNANIMITÀ dalla Commissione Istruzione del Senato sull’”Affare assegnato” in materia universitaria (relatore il sen. Tessitore dei DS), c’è scritto: “al Consiglio universitario nazionale (CUN) … tocca la rappresentanza dei settori scientifico-disciplinari e la loro organizzazione attraverso una composizione elettiva espressiva esclusivamente della comunità scientifica del Paese”, mentre alla “Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI) . tocca la materia riguardante la GESTIONE del sistema e la garanzia della sua autonomia”. Quanto approvato al Senato con l”inspiegabile’ astensione dell”Opposizione’ è perfettamente congruo con quanto scritto insieme da Maggioranza e Opposizione nell’”Affare”. Ma è anche congruo con quanto voluto dalla “lobby trasparente” TreeLLLe che chiede di “assumere la Conferenza dei Rettori (Crui) quale referente per la consultazione, il confronto e la verifica del consenso sulle più rilevanti scelte di governo del sistema: ciò in quanto la Crui è espressione dei responsabili della gestione degli atenei e struttura istituzionalmente autonoma e indipendente rispetto al Ministero.” Della Fondazione TreeLLLe fanno parte anche i senatori Valditara (AN) e Modica (DS) e l’ex sottosegretario-ministro Guerzoni, ‘padre’ dell’attuale CUN che è identico a quello approvato dal Senato (nota 2).
2. La composizione del ‘nuovo’ Collegio di disciplina è stata condivisa dall’Opposizione. Infatti essa non ha presentato nessun emendamento in merito. La composizione approvata del Collegio di disciplina (3 ordinari, 1 associato e 1 ricercatore) chiarisce più di ogni altra norma la natura degli interessi accademico-corporativi che ‘ispirano’ l’elaborazione delle leggi riguardanti l’Università. Una composizione che conferma “una sorta di privilegio feudale tra le varie fasce di professore”, come ha affermato Modica, riferendosi però solo al funzionamento a “fisarmonica” del Collegio (il ricercatore non può giudicare un associato o un ordinario, l’associato non può giudicare un ordinario). Noi riteniamo che il Collegio di disciplina dovrebbe invece essere composto da appartenenti alle categorie dei ‘giudicabili’, senza alcuna predeterminazione per fasce dei suoi componenti e, tanto meno, con una composizione ‘adattata’ al grado dell”incolpato’. Potrebbe così accadere che la Corte risulti composta da soli ordinari o da soli associati o da soli ricercatori? E allora? È forse meglio che essa risulti composta da ‘soli’ ordinari con la presenza di una sorta di avvocati di ufficio (un associato e un ricercatore)? Ma se la preoccupazione di proteggere gli ordinari dai giudizi espressi da appartenenti alle ‘classi’ subalterne è un ‘valore’ tanto irrinunciabile, perché chi ha elaborato o condiviso questa aberrazione giuridica non pensa a tre Corti di disciplina distinte, ognuna competente per la propria fascia e composta esclusivamente da appartenenti a quella?
3. Il testo approvato dal Senato prevede un numero di aree “NON SUPERIORE a quattordici”. La proposta governativa prevedeva inoltre che “in sede di prima applicazione della presente legge la metà” dei professori e dei ricercatori” “resta in carica per sei anni.” Questo per consentire che il rinnovo di queste componenti avvenga ‘a rate’, dando così ‘continuità’ al CUN. Una scelta che in realtà, già solo per questo, impedisce al CUN di assumere pienamente il ruolo di Organo di autogoverno di cui l’Università avrebbe estremo e urgente bisogno. In ogni caso quanto previsto dal DDL governativo avrebbe potuto consentire a un Ministro di prevedere MENO di quattordici aree (p.e. sei, come richiesto negli emendamenti dell’Opposizione). L’Opposizione, condividendo la “procedura di rinnovo parziale biennale del CUN” (sen. Modica), ha presentato e fatto approvare un emendamento che, “in sede di prima applicazione”, prevede il rinnovo dei “rappresentanti di sette delle aree”, aree che dovrebbero essere “in numero NON SUPERIORE a quattordici”. Un pasticcio matematico-legislativo che in realtà porterebbe per la prima volta a FISSARE per legge a quattordici il numero delle aree.
– Nota 1. Per il “Resoconto stenografico della seduta n. 796 del 10/05/2005″ dell’Aula del Senato:
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc =Resaula&leg=14&id=137168
– Nota 2. La Fondazione TreeLLLe è un’Associazione che svolge “attività di
lobby trasparente al fine di diffondere dati e informazioni, promuovere le tesi presso i decisori pubblici a livello nazionale e regionale, i parlamentari, le forze politiche e sociali, le istituzioni educative affinché le proposte di TreeLLLe influenzino le azioni di governo e si trasformino in sperimentazioni concrete.”
Della TreeLLLe fanno parte, tra gli altri, Fedele Confalonieri, Luigi Abete, Sabino Cassese, Adriano De Maio, Tullio De Mauro, Giuseppe De Rita, Umberto Eco, Luciano Guerzoni, Angelo Panebianco, Sergio Romano, Umberto Veronesi, Giuliano Ferrara, Domenico Fisichella, Franco Frattini, Ezio Mauro, Luciano Modica, Andrea Ranieri, Fabio Roversi Monaco, Marcello Sorgi, Piero Tosi, Giuseppe Valditara. In: http://www.associazionetreelle.it/
APPELLO ‘RIFRITTO’
Il 30 marzo 2005 sul Riformista dodici professori che si dicono ‘senza parola’ hanno lanciato un Appello per riprendersi “la parola, togliendola a quelli del no senza se e senza ma.” (nota 1). Un Appello senza alcun contenuto: “penseremo più tardi a scrivere programmi e documenti dettagliati, come si conviene.” (sic!). Un Appello trasversale e qualunquista ‘solo’ per dire no a chi direbbe solo dei no: movimento di protesta, Organizzazioni della docenza, CRUI (nota 2). L’indomani, 31 marzo 2005, l’Appello è stato ampiamente ‘propagandato’ dalla ‘grande’ stampa. L’Appello si concludeva: “ma se questa voce non sarà sufficientemente forte e non riuscirà ad esprimersi in un numero significativo di adesioni, allora
la nostra iniziativa non avrà più ragione di continuare.” Il presidente della Fondazione Magna Carta, Gaetano Quagliarello, uno dei promotori dell’Appello, il 31 marzo 2005 aveva quantificato il “numero significativo di adesioni” dichiarando al Sole 24-ore: “duemila firme entro un mese mi sembra una buona base dalla quale partire” (nota 3). Fino a ieri, dopo un mese e mezzo, le firme raccolte sono state solo 1286 (nota 4). Nonostante la non buona base di partenza, l’iniziativa continua e l’Appello ieri è stato rilanciato, come se fosse la prima volta, dalla ‘grande’ stampa. Perché l’Appello e perché ‘rifriggerlo’ proprio ora? L’Appello in realtà è stato concepito e ‘gestito’ da chi vuole che il DDL governativo sullo stato
giuridico dei docenti universitari sia approvato dal Parlamento. E il rilancio ora dell’Appello è funzionale all’approvazione del DDL prevista alla Camera per il prossimo 24 maggio, nonostante esso sia stato respinto da Collegi dei Presidi, Senati Accademici, Consigli di Facoltà e di Dipartimento, Assemblee dei docenti e degli studenti, Organizzazioni unitarie della docenza e CRUI. La ‘grande’ stampa, che ha ridato amplissimo spazio ad un Appello vuoto di contenuti, ma ‘pieno’ di ‘autorevoli’ promotori, ‘naturalmente’ non ha finora dato un rigo di notizia della “Giornata di confronto tra l’Università e le forze politiche e sindacali” che si terrà a Roma mercoledì 18 maggio ore 11,30 nella Sala della Residenza in Farnese (via del Mascherone, 59 – accanto a piazza Farnese), incontro promosso dalle Organizzazioni unitarie della docenza universitaria.
– Nota 1. Per il testo dell’Appello “Siamo stanchi dei no. Noi vogliamo cambiare” su il Riformista del 30.3.05, pag. 1:
http://www.unipi.it/rassegna/archivio/2005/03/32585214.pdf
– Nota 2. V. il documento dell’ANDU “Appello trasversale e qualunquista” in:
http://www.bur.it/sezioni/sez_andu.php 05 aprile 2005
– Nota 3. V. l’articolo “Migliorare la qualità degli atenei” sul Sole 24-ore del 31.3.05, pag. 13:
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2005/03/32623488.pdf
– Nota 4. Per l’elenco delle adesioni all’Appello:
http://www.magna-carta.it/ricerca%20e%20 innovazione/0014_Adesioni_Auto.asp