Ricercatori: due Assemblee nazionali, una proposta.

    Sono state indette due Assemblee nazionali dei Ricercatori universitari: il 15 aprile a Roma e il 23 aprile a Milano. Le due Assemblee certamente saranno due occasioni utili alla crescita e alla qualificazione della mobilitazione dei ricercatori contro il DDL governativo sull’Università, insieme ai professori, ai precari e agli studenti. Per quanto riguarda le questioni pià direttamente interessanti i ricercatori (stato giuridico, carriera, ecc.), invitiamo tutti a discutere la seguente:

PROPOSTA per eliminare il precariato e il nepotismo, per riconoscere ai ricercatori il ruolo di professore e per consentire i passaggi di fascia.

–      Per eliminare il precariato occorre sostituire TUTTE le attuali figure precarie con una SOLA figura pre-ruolo di durata massima di tre anni non rinnovabili, con un numero di posti proporzionato agli sbocchi in ruolo, e contestualmente bandire almeno 20.000 posti nella fascia iniziale della docenza, con uno specifico finanziamento straordinario dello Stato.

–      Per eliminare il nepotismo occorre prevedere per il reclutamento in ruolo un CONCORSO NAZIONALE (senza chiamata locale) con commissioni interamente sorteggiate.

–      Per riconoscere pienamente la funzione docente dei ricercatori occorre TRASFORMARE il loro ruolo in terza fascia di professori.

–      Per consentire il passaggio dei ricercatori e degli associati nella fascia superiore occorre prevedere un valutazione nazionale individuale da parte di una Commissione interamente sorteggiata. Al superamento del giudizio nazionale deve corrispondere l’automatico passaggio nella fascia superiore, prevedendo a carico dello Stato l’incremento economico. La chiamata locale di chi è già in servizio e continuerà comunque a svolgere la stessa attività (didattica e ricerca) è ’solo’ una FOLLIA accademico-giuridica!

                  Per i dettagli v. il punto 2. della Proposta Per una Università democratica

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Sandro Carocci
Sandro Carocci
14 anni fa

Sono nettamente favorevole ai primi tre punti. Sul quarto, invece, sono nettamente contrario: una valutazione nazionale così configurata, senza un numero prefissato di idoneità, si risolverebbe con facilità in un ope legis.