Il 17 ottobre 2003 una delegazione dell’ANDU ha incontrato il Rettore dell’Università di Palermo per conoscere le sue intenzioni in merito alla corresponsione degli adeguamenti retributivi (2,75%, con decorrenza gennaio 2003), ai professori e ai ricercatori dell’Ateneo palermitano. Il Rettore ha risposto che, pur essendo già disponibile in bilancio la somma necessaria, egli ha deciso di sospendere la corresponsione degli adeguamenti e degli arretrati in attesa dell’approvazione della Finanziaria. Il Rettore ha affermato che in tal modo, in linea con l’indicazione della CRUI, intende attuare una protesta-pressione nei confronti del Governo e del Parlamento per ottenere maggiori finanziamenti per le Università e, in particolare, di “caricare” sul bilancio statale, e non sui bilanci degli Atenei, gli aumenti per i docenti che derivano da provvedimenti nazionali.
L’ANDU ha innanzitutto ricordato al Rettore che per quanto riguarda l’adeguamento retributivo annuale dei docenti universitari “il relativo onere, che costituisce spesa avente natura obbligatoria, resta a carico dei pertinenti capitoli di bilancio delle amministrazioni interessate.” (Decreto del 20 giugno 2003 in G.U. del 6 agosto 2003). Questo significa che il pagamento degli aumenti è un atto dovuto. Ma oltre che per motivi di legittimità, la decisione del Rettore non può essere condivisa perché costituisce una violenza politica, oltre che economica, nei confronti di coloro che il Rettore dovrebbe rappresentare. Non si possono condurre le lotte con le tasche dei propri “dipendenti” che non sono stati in alcun modo coinvolti dal Rettore stesso nella scelta delle forme di protesta nei confronti del Governo.
La scelta della CRUI di ricorrere al “sequestro” dei soldi dei docenti per ottenere maggiori finanziamenti per le Università, si inquadra in quel processo di gestione privatistica delle risorse pubbliche per le Università
che vede la stessa CRUI imporsi come l’Organo di rappresentanza del sistema nazionale universitario, emarginando il CUN che per legge è (dovrebbe essere) l'”organo elettivo di rappresentanza delle istituzioni autonome universitarie” (comma 102 dell’art. 17 della legge 127/1997). Questa grave situazione prefigura ulteriori arretramenti sul piano della democrazia: maggiori poteri ai Rettori e messa in discussione del loro
carattere elettivo (v. documento dell’ANDU “Il licenziamento del CUN” in http://www.bur.it/sez_2a_2.htm lunedì 29/09 ).
In nome dell’autonomia universitaria si stanno consolidando negli Atenei e sul piano nazionale quei poteri forti accademici che sono i principali responsabili dello sfascio finanziario e istituzionale dell’Università
italiana (v. documento dell’ANDU “Università. Autonomia di chi e da chi?”
in http://www.bur.it/sez_2a_2.htm lunedì 22/09).
Oltre a queste considerazioni, l’ANDU ha rappresentato al Rettore anche il fatto che in altri Atenei i Rettori hanno già corrisposto gli adeguamenti retributivi (Bologna) o hanno già deciso di farlo (a ottobre a Pisa e a
novembre a Pavia). In particolare, al Rettore dell’Università di Palermo è stata letta l’ultima parte di un documento inviato il 15.9.03 dal Rettore di Pisa ai Docenti del proprio Ateneo: “A sostegno della posizione assunta dalla CRUI e da molte singole Università, anche il nostro Ateneo ha sospeso per il presente mese di settembre il pagamento degli oneri aggiuntivi di cui sopra. In ogni caso, qualunque sia l’esito dei prossimi previsti incontri fra la Conferenza dei Rettori e il MIUR, l’adeguamento retributivo sarà senz’altro regolarizzato, nel nostro Ateneo, con il prossimo mese di ottobre.” Una posizione anche questa inaccettabile per l’arbitraria sospensione per un mese della corresponsione degli adeguamenti retributivi, ma che ha per lo meno il pregio di non “tirare troppo la corda” in nome di un appiattimento sulla decisione verticistica della CRUI il cui unico risultato sarà quello di avere contrapposto i Rettori agli Atenei.
Nulla è servito a spostare il Rettore dalla sua scelta di far lottare d’ufficio i “suoi” docenti costringendoli a percepire con ingiustificato ritardo quanto loro dovuto.
Palermo, 18 ottobre 2003
ANDU – Associazione Nazionale Docenti Universitari – Sede di Palermo