Alla Commissione Cultura della Camera sul numero chiuso

Alla Commissione Cultura della Camera

CONTRIBUTO

alla discussione del Proposta di Legge C. 2149 sul NUMERO CHIUSO

1. Perché il PdL sul numero chiuso non andrebbe approvato

2. Il numero chiuso simil-francese: un «massacro generazionale»

3. L’alternativa al modello simil-francese e ai test

1. Perché il PdL sul numero chiuso non andrebbe approvato

Con l’approvazione anche della Camera del PdL trasmesso dal Senato (v. nota):

  1. si costringerebbero di fatto gli studenti degli ultimi anni delle scuole secondarie a impegnarsi, se possibile più di quanto finora accaduto, in percorsi di formazione e di orientamento che li distrarrebbero dagli studi scolastici e, per coloro che se lo potranno permettere, li porterebbero a spendere per costosi corsi privati di ‘sostegno’;
  2. si farebbero perdere a circa l’80 % degli iscritti (oltre 45.000 studenti) al primo semestre universitario sei mesi di vita, impegnandoli nell’inutile impresa di sostenere entro la fine del semestre le materie previste con il massimo di voti possibile (competizione selvaggia) e con probabili spese per frequentare anche corsi privati di ‘sostegno’. A questi studenti sarebbe impedito di proseguire nel corso di laurea in Medicina non perché risultati non meritevoli, ma perché meno meritevoli degli altri.
  3. si renderebbe localistica la selezione che verrebbe fatta, di fatto, dai singoli atenei attraverso gli esami delle materie previste, con il rischio di arbitrii e favoritismi; localismo che, tra l’altro, darebbe la stura ai ricorsi;
  4. si manterrebbe la corsa all’iscrizione alle costose (anche costosissime) università private nazionali e straniere.
  5. l’ingresso massiccio tutto di un colpo intaserebbe le università che non avrebbero il tempo di adeguarsi tempestivamente;
  6. si continuerebbe a pretendere di potere prevedere 10-11 anni prima (tempo necessario per formare un medico) quanti medici sarebbero necessari al SSN: quali saranno allora i bisogni dei cittadini? Quale sarà la medicina di allora? Quanti saranno i medici che andranno nel privato o all’estero? Etc;
  7. si continuerebbe a credere che si possa ‘intercettare’ con test o altra modalità selettiva la “propensione”, l’“attitudine”, la “vocazione”, la “reale motivazione” di un 18-19 enne a diventare un buon medico 11 anni dopo, quando è noto a tutti che questa verifica è possibile solo attraverso l’intero percorso formativo (laurea e specializzazione).

Nota. Il Senato ha approvato il testo del PdL ora in discussione alla Camera senza dare il minimo ascolto alle argomentate critiche espresse nelle audizioni, oltre che dall’ANDU, dai Rappresentanti degli studenti e, nella sostanza, dalla Rappresentante dell’Ambasciata francese in Italia e, anche, dalle Organizzazioni dei medici che, pur favorevoli al numero chiuso, avevano chiesto di «non scimmiottare modelli di altri Paesi».  La stessa CRUI aveva proposto una selezione prima dell’accesso all’Università.  V. Numero chiuso simil-francese contro tutti in questodocumento.

2. Il numero chiuso simil-francese: un «massacro generazionale»

Si vorrebbe attuare in Italia un numero chiuso simil-francese, proprio quando in Francia quel sistema è stato fortemente criticato per avere prodotto danni formativi e psicologici enormi agli oltre 80% degli iscritti che sono stati ogni anno espulsi, con notevoli danni anche economici per le loro famiglie.

Nella stessa Francia, l’anno di studio con alla fine la selezione-mannaia è stata definita un «massacro generazionale», una «macelleria didattica», una «catastrofe», un «calvario», un «inferno», una «fossa dei leoni», una «follia». E nel settembre del 2019 lo stesso Emmanuel Macron lo ha definito «obsoleto», «ingiusto», «inefficace» (Le Monde).

Tutto ciò, tra l’altro, ha portato in Francia all’attuale grave carenza di medici (v. il punto Selezione alla francese: un rimedio peggiore del male nel documento Numero chiuso: di male in peggio. Meglio il sorteggio).

3. L’alternativa al modello simil-francese e ai test

E’ da quasi cinque anni – colpevolmente persi per interessi baronali e corporativi – che l’ANDU propone di superare gradualmente il numero chiuso attraverso l’approvazione di un piano che preveda l’aumento progressivo degli ingressi al primo anno di Medicina, adeguando le strutture e il personale e sostituendo nel frattempo ogni selezione pseudo-meritocratica (che sarebbe comunque inadeguata e dannosa) con il sorteggio, un sistema semplice, immediato, non costoso e inattaccabile dai ricorsi, a differenza di quanto accaduto per i vari tipi di test utilizzati per sbarrare l’ingresso a Medicina.

Peraltro il sorteggio è stato già impiegato in Olanda, risultando ‘equivalente’ al sistema dei test (v. il documento Il sorteggio non costa ed è equivalente al test che invece costa tanto).

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