A ADI, FLC-CGIL, Link, Rete 29 Aprile
(contributo per l’Assemblea di Bologna del 19 novembre 2023, con preghiera di portarlo a conoscenza di coloro che vi parteciperanno)
Cari Amici,
vi ringraziamo per l’invito a partecipare all’Assemblea di Bologna del 19 novembre p.v., invito che accettiamo molto volentieri.
Abbiamo apprezzato, tra l’altro, il vostro sforzo di fornire un quadro della complessa situazione dell’Università italiana con un documento che può essere utile per l’elaborazione di una piattaforma dettagliata su tutte le più importanti tematiche.
Da parte nostra pensiamo di contribuire alla preparazione dell’Assemblea, invitandovi a leggere il nostro documento Come ricostruire l’Università tutta, elaborato nel corso di decenni, riguardante i punti di maggiore criticità dell’Università:
- Diritto allo studio
- Abolizione del precariato (non degli attuali precari) e nuovo reclutamento
- Docente unico
- Autonomia del Sistema nazionale dell’Università
- Gestione democratica degli Atenei
- Finanziamento dell’Università per migliorare tutti gli Atenei
Leggendo questo nostro documento si possono individuare i punti di convergenza e di non convergenza con il documento che viene da voi proposto come base di discussione dell’Assemblea di Bologna.
A nostro avviso nel vostro documento non si affrontano:
- la questione ‘pregiudiziale’ dell’autonomia del Sistema nazionale, l’unica possibile, e della conseguente necessità di costituire un nuovo Organismo nazionale di coordinamento degli Atenei (v. punto d. del documento dell’ANDU);
- la soluzione vera per abolire (non migliorarlo!) il precariato è il bando di almeno 45.000 posti di ruolo in 4-5 anni e la cancellazione di qualsiasi altra figura che non sia quella di un vero pre-ruolo (3 anni e con sbocchi in ruolo programmati), come peraltro sostenuto unitariamente contro la legge sul precariato, poi in buona parte approvata (v. il documento unitario Appello per fermare la Legge sul precariato);
- la necessaria eliminazione da tutte le prove, dal dottorato all’ultimo livello della docenza, della cooptazione personale attraverso i finti concorsi locali (presenza del membro interno nelle commissioni), meccanismo che è alla base del sistema di potere che impedisce l’autonomia di ricerca, a tutti i livelli, del docente-ricercatore (v. punto c.);
- il modo per eliminare il rettore-sovrano assoluto, aggregatore delle oligarchie locali (v. punto e.);
- l’urgente abolizione dell’ANVUR e delle ASN (v. appendice).
Altri punti, se pur presenti, meriterebbero degli approfondimenti o specificazioni. In particolare:
– La proposta di un docente unico sottoposto alla “valutazione periodica paritaria e permanente” è una soluzione forse anche peggiore del male attuale: il docente per essere libero nella ricerca e nell’insegnamento non deve essere ‘verificato/controllato’ permanentemente (v. punto c.).
– Sul numero chiuso è opportuno fare chiarezza: esso va abolito totalmente, eliminando “ogni tipologia di sbarramento all’ingresso”, ma anche nel corso degli studi universitari, ovvero il numero chiuso alla ‘francese’ (v. il documento Legge numero chiuso: una decimazione lunga un anno). In particolare sul numero chiuso a medicina abbiamo avanzato già tre anni e mezzo fa una dettagliata proposta per la sua abolizione (v. il documento Sanità e Medicina chiuse per sempre?).
Le tappe della demolizione dell’Università, contenute nel documento preparatorio dell’Assemblea di Bologna, sono quasi complete e correttamente si comincia dai provvedimenti Ruberti-Berlinguer e non dalle successive cosiddette Leggi Moratti e Gelmini.
Mancano però quattro interventi legislativi molto importanti: la finta autonomia statutaria (1989), i finti concorsi locali (1997), lo svuotamento del CUN (2006) a favore della CRUI, l’introduzione dell’ANVUR (2006) per commissariare l’Università (per un quadro più completo v. in appendice).
APPENDICE
== Perché è stata costituita l’ANVUR
Il commissariamento della ricerca universitaria è iniziato con l’istituzione dell’ANVUR, imposta dal ministro Fabio Mussi con la Legge Finanziaria 2007. Prima dell’approvazione di quella legge, nel settembre del 2006, l’ANDU aveva definito l’ANVUR “uno strumento micidiale che darebbe ancor più forti poteri a quei poteri forti che da decenni fanno e disfano le leggi sull’Università per aumentare il proprio controllo sulle risorse pubbliche ad essa destinate. Un vero e proprio commissariamento dell’Università statale, affidato di fatto a quelle stesse forze che stanno lavorando per demolirla” e ha inoltre rimarcato “la natura centralistica e dirigistica dell’Agenzia” (dal documento Agenzia della valutazione: ‘golpe’ nella finanziaria).
== Le tappe della demolizione dell’Università
Finta autonomia statutaria (1989) per salvaguardare le oligarchie degli atenei – Finta autonomia finanziaria (1993) per far gestire agli Atenei la riduzione progressiva dei finanziamenti – Finti concorsi locali (1997) e ASN (2010) per dare ulteriore spazio alla cooptazione-arbitrio personale – Introduzione del numero chiuso (1999) per negare ai giovani la scelta degli studi – Imposizione del “3 + 2″ (2000) con la frammentazione dei saperi – Invenzione dell’IIT (2003) costosissimo “giocattolo” ministeriale-confindustriale a discapito dell’Università – Istituzione “personalizzata” del SUM di Firenze e dell’IMT di Lucca (2005) – Svuotamento del CUN (2006) a favore della CRUI – Introduzione dell’ANVUR (2006) per commissariare l’Università – Messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori (2010) per moltiplicare i precari – Cancellazione di ogni parvenza di democrazia negli atenei (2010) con il rettore-padrone assoluto – Localizzazione dei collegi di disciplina (2010) per tenere meglio a bada i docenti – Istituzione dell’Human Technopole (2016) che è una sorta di duplicazione milanese dell’IIT di Genova – Invenzione della costosa Scuola superiore napoletana (2018) – Istituzione dell’ANR (2019), per controllare ancora di più l’Università e la Ricerca – invenzione del Biotecnopolo di Siena (2021). E anche: Cattedre Natta, scatti premiali ai docenti, borse per studenti eccellenti, aumento delle tasse, finanziamenti per alcuni docenti, finanziamenti per dipartimenti eccellenti, riduzione dei finanziamenti agli Atenei e loro iniqua distribuzione per “merito”, ecc.