- Un Manifesto per riformare il SSN coinvolgendo i cittadini
- Per “completare” il Manifesto
- Il numero chiuso è «tema» della CRUI, non delle Associazioni dei docenti
- Un Manifesto per riformare il SSN coinvolgendo i cittadini
Le rappresentanze dei medici hanno recentemente diffuso un «Manifesto per la salvezza del servizio sanitario nazionale pubblico».
Nel Manifesto si denuncia il pluridecennale definanziamento del Servizio Sanitario Nazionale pubblico, la progressiva privatizzazione dei servizi, le scarse retribuzioni e le condizioni di lavoro dei medici, il fenomeno dei medici a gettone, il sopraffollamento dei pronti soccorso, le lunghe liste d’attesa, le estese aree geografiche prive di medici di riferimento, le disuguaglianze regionali.
Il Manifesto invita tutti alla «battaglia in difesa della sanità pubblica. Solo se saremo uniti potremo vincerla.»
Si tratta di un’iniziativa importante anche perché rivolta alla sensibilizzazione e alla mobilitazione dei cittadini.
- Per “completare” il Manifesto
Per ottenere una più convinta partecipazione per una riforma che rifondi la Sanità, rendendola veramente pubblica, cioè al servizio di tutti i cittadini, e anche per rendere più motivata la richiesta di maggiori finanziamenti, sarebbe molto opportuno “completare” il Manifesto con le seguenti richieste:
= rapido superamento del numero chiuso a medicina e abolizione immediata di quello per le Scuole di specializzazione, imposti per “rispettare” interessi corporativi e accademici. La “programmazione” arbitraria degli accessi a medicina e alle specializzazioni porta alla carenza di medici e nega il diritto dei giovani a scegliere cosa studiare (nota 1);
= rapido superamento dell’intramoenia, uno dei principali fattori della disgregazione del SSN (nota 2);
= azzeramento delle nomine politiche (nota 3).
NOTA 1. Su questo tema l’ANDU già oltre tre anni fa aveva proposto un piano tenuto in nessun conto da tutti i governi e da tutte le forze politiche (v. anche il documento Numero chiuso: nell’interesse di chi?). Sempre su questo tema a pag.10 del Rapporto Eurispes 2023 si legge che «il numero chiuso delle Facoltà di medicina» «allontana molti aspiranti medici proprio mentre ne diventa sempre più forte la ricerca.» NOTA 2. Su questo tema si segnala un intervento di Tiziana Sampietro sul Manifesto del 18 maggio 2023 (Il medico «Giano bifronte», tra lunghe liste d’attesa e lucrosa libera professione). Sampietro, tra l’altro, scrive che «la libera professione intramoenia» è «il più pericoloso cavallo di Troia della Sanità Pubblica. Con l’effetto di distruggerla.» NOTA 3. Su questo tema è stata lanciata la petizione «Fuori la politica dalle nomine della sanità». Nella Petizione si ricorda che «La legge attribuisce ai Presidenti delle Regioni il potere di nominare i direttori generali, direttori sanitari, direttori amministrativi delle Unità sanitarie locali, creando in questo modo una catena di comando basata sulla fedeltà che riporta direttamente al decisore politico. Si crea una catena di comando dalla quale sono escluse le esigenze dei pazienti, degli operatori sanitari, dei medici e delle comunità locali.»- Il numero chiuso è «tema» della CRUI, non delle Associazioni dei docenti
Il 7 febbraio 2023 l’ANDU aveva chiesto un incontro con il Gruppo di lavoro ministeriale sul numero chiuso a medicina (v. nota).
Il 17 aprile 2023 è stato risposto che il Gruppo di lavoro aveva deciso di non consultare «le associazioni dei docenti universitari».
Ecco il testo della risposta del Presidente del Gruppo di lavoro:
«Il Gruppo di lavoro che ho l’onore di coordinare, dopo attenta valutazione, in analogia con richieste pervenute da altre associazioni, non ha messo in calendario la consultazione delle associazioni dei docenti universitari, in considerazione della specificità – anche tecnica – del tema affrontato nel corso dei lavori e tenuto conto che il sistema universitario è rappresentato nel Gruppo di lavoro dal Presidente della CRUI.»
Le motivazioni del rifiuto di consultare le Associazioni dei docenti universitari sono contraddittorie e preoccupanti.
– Il Gruppo di lavoro sostiene che «il sistema universitario» sarebbe stato rappresentato «dal Presidente della CRUI», una rappresentanza “onnicomprensiva”, tanto da rendere superflua l’interlocuzione con le Associazioni dei docenti.
In realtà la CRUI è un’associazione privata che non rappresenta il Sistema nazionale universitario: i Rettori sono eletti solo per guidare il proprio Ateneo e le posizioni che essi assumono nella CRUI sono personali, non discusse prima negli Atenei.
È pur vero che ormai da decenni la CRUI si arroga il ruolo di rappresentanza del Sistema universitario, così come fortemente voluto da tutte le forze politiche, dalla stessa CRUI e dalla Confindustria-TreeLLLe. E per raggiungere più facilmente questo obiettivo è stato svuotato il ruolo del CUN (v., tra l’altro, il documento Università. Autonomia o CRUI. Il CUN).
– Secondo il Gruppo di lavoro il tema del numero chiuso avrebbe una «specificità anche tecnica» e anche per questa «specificità» (quali sarebbero le altre?, ndr) non sarebbe alla portata delle Associazioni della docenza, mentre lo sarebbe per l’ANVUR e per CNSU, organismi che il Gruppo di lavoro ha invece consultato. Insomma, un’argomentazione anche incoerente per motivare la scelta di non incontrare le Associazioni della docenza che avevano chiesto di esprimere la propria opinione su una tema totalmente politico che è determinante per la salute pubblica e per il diritto dei giovani di scegliere cosa studiare, premessa per un vero diritto allo studio (v. Diritto allo studio nel documento Come ricostruire l’università tutta)
NOTA. Testo della richiesta di incontro dell’ANDU:
«ANDU – Associazione Nazionale Docenti Universitari Al Prof. Eugenio Gaudio Presidente del Gruppo di lavoro ministeriale per l’accesso a Medicina e, p. c., agli altri Componenti del Gruppo Egregio Presidente, abbiamo appreso l’apprezzabile intenzione del vostro Gruppo di attivare un’ampia consultazione prima di definire una proposta su una questione che riteniamo vitale per l’Università e per il Sistema Sanitario. Le chiediamo pertanto di consentirci di apportare il nostro contributo sul numero chiuso che la nostra Associazione affronta con costanza da prima della sua introduzione, come si può verificare anche nel nostro sito (https://www.andu-universita.it/). E proprio su quest’argomento forse avrà già letto l’ultimo nostro documento che comunque le riproponiamo (https://www.andu-universita.it/2023/01/16/bernini/). L’incontro che le chiediamo siamo disponibili a svolgerlo sia in presenza che da remoto. Certi della sua cortese disponibilità al confronto – che abbiamo già direttamente apprezzata nell’audizione della CRUI e dell’ANDU presso la Commissione Cultura della Camera proprio sul numero chiuso (https://webtv.camera.it/evento/13552) – e in attesa di un suo cortese riscontro, le invio i più cordiali saluti. Il Coordinatore nazionale dell’ANDU.»