1. Commissariare l’Ateneo di Catania?
Recentemente in Parlamento è stato chiesto il commissariamento urgente dell’Ateneo di Catania e il Vice-ministro con delega all’Università, Lorenzo Fioramonti, prendendo atto che “i tempi tecnici per il commissariamento non ci sono più”, ha dichiarato che “il commissariamento avrebbe fatto bene, aiutato a fare pulizia e dare un segnale”.
2. De-commissariare tutti gli Atenei
Il fatto è che in Parlamento e nel Governo sembra non si voglia prendere fino in fondo atto che la vicenda catanese deriva da un quadro normativo che sempre più negli ultimi decenni ha puntato ad assicurare, in tutti gli Atenei, un potere smisurato ai Rettori (sovrani assoluti). Potere enormemente accresciuto dalla cooptazione personale (potere assoluto del singolo maestro) che rende finti i concorsi universitari (dai dottorati ai posti di ordinario).
Il Governo e il Parlamento dovrebbero invece urgentemente “ripulire” l’attuale normativa universitaria approvando poche e “semplici” norme, invece di pensare a interventi senza precedenti che, come il commissariamento di un Ateneo, sarebbero gravemente lesivi della già limitata autonomia sostanziale dell’Università.
3. Pochi e “semplici” provvedimenti per ricostruire l’Università italiana
Il Governo e il Parlamento dovrebbero:
a. rendere i Senati Accademici organi decisionali e rappresentativi di tutte le componenti, trasformando i Consigli di Amministrazione in organi puramente esecutivi e prevedendo la netta riduzione dei poteri dei Rettori, che non devono fare parte del Senato Accademico;
b. costituire un Organismo nazionale, eletto direttamente da tutte le componenti, per rappresentare e coordinare gli Atenei e per difendere l’autonomia del Sistema nazionale universitario dai poteri forti interni ed esterni;
c. abolire l’ANVUR, voluta per commissariare gli Atenei e per mortificare la libertà di ricerca e di insegnamento, e cancellare le “annesse” abilitazioni nazionali, foglie di fico dei finti concorsi locali;
d. eliminare a tutti i livelli i finti concorsi locali e le prove locali, prevedendo che a tutti i livelli le scelte siano operate da parte di commissioni nazionali con tutti i membri sorteggiati tra tutti i docenti, escludendo quelli appartenenti agli Atenei direttamente interessati ai concorsi o alle prove e consentendo la presenza di non più di un docente dello stesso Ateneo;
e. bandire almeno 20.000 (5000 all’anno) posti di professore di terza fascia, con uguali diritti e doveri delle altre fasce, unico modo per dare uno credibile sbocco a buona parte degli attuali precari, da prorogare fino all’espletamento dei concorsi;
f. cancellare tutte le attuali figure precarie per sostituirle con una sola figura pre-ruolo di breve durata (tre anni), in numero rapportato agli sbocchi in ruolo, autonoma e adeguatamente retribuita;
g. consentire il passaggio automatico da una fascia all’altra attraverso un giudizio individuale nazionale (docente unico) e, nel transitorio, prevedere per tutti i ricercatori e gli associati abilitati il passaggio nella fascia superiore, su appositi fondi nazionali;
h. abolire il numero chiuso, strumento di inutile violenza contro il diritto dei giovani a scegliere di studiare nei corsi di laurea da loro preferiti.
4. Chi detta legge sull’Università italiana
Se questo Governo e questo Parlamento riuscissero a varare queste norme estremamente utili all’Università e al Paese, essi passerebbero alla storia per essere stati i primi a non avere obbedito a quella lobby accademica-confindustriale-ministeriale che da decenni ha dettato e detta letteralmente legge sull’Università italiana.
=== Su queste questioni l’ANDU ha diffuso recentemente il documento “Concorsi universitari: scandali o sistema?”. Per leggere questo documento cliccare qui.
5. Congresso nazionale dell’ANDU
Come deciso dall’Esecutivo nazionale il 16 febbraio 2019, il 25 e 26 ottobre 2019 si terrà a Catania il Congresso nazionale dell’ANDU.
Per informazioni sull’ANDU (Costituzione, Organi, Statuto, Adesione) cliccare qui.
6. Da Osservatorio: Concorsi ad personam prassi
== La storia della devastazione dell’Università può essere approfondita in questo sito utilizzando la “ricerca avanzata”, in alto a sinistra.
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Nell’articolo sopra, trovo assolutamente condivisibile il punto 3 d, che stroncherebbe il conflitto di interesse su cui si basa il reclutamento italiano:
d. eliminare a tutti i livelli i finti concorsi locali e le prove locali, prevedendo che a tutti i livelli le scelte siano operate da parte di commissioni nazionali con tutti i membri sorteggiati tra tutti i docenti, escludendo quelli appartenenti agli Atenei direttamente interessati ai concorsi o alle prove e consentendo la presenza di non più di un docente dello stesso Ateneo;
Non capisco invece affatto il punto 3 c, abolire l’ANVUR. Un qualche sistema di valutazione deve pur esserci, se non si vuole lasciare tutto al caso o all’arbitrio. Si tratterà di migliorarlo e di renderlo sempre più affine agli standard di valutazione internazionalmente vigenti per ogni disciplina.
Non riesco a iscrivermi. Per piacere qualche organizzatore di questo blog potrebbe darmi una mano? Son o convinta che occorra cambiare tutti i sistemi di reclutamento dell’unibversità italiana. Non vedo però proposto il pubto di partenza: la propibizione di concorrere per il dottorato nell’Università in cui ci si è laureati.
A catania è stata scoperta l’acqua calda!!!!!!!!!!
Concorsi Universitari- Scandali o sistema?
anche in questo caso la domanda è pleonastica. Non solo è sistema, ma La riforma Gelmini ne ha sancito l’ufficialità.
Ora ce ne scandalizziamo.