1. Audizione alla Camera di CRUI e ANDU sul numero chiuso
2. Incontro con il PD
1. Audizione alla Camera di CRUI e ANDU sul numero chiuso
Il 16 gennaio 2019 CRUI e ANDU sono state audite sul numero chiuso dalla Commissione Cultura della Camera. Per il video dell’audizione cliccare qui.
Gli interventi dell’ANDU sono dal minuto 13:00 del video e da 1:01:37.
Tra i punti toccati negli interventi dell’ANDU:
– La demolizione dell’Università da oltre 30 anni
– No al numero chiuso, violenza sui giovani
– No al ‘modello francese’, rimedio peggiore del male
– Sospendere e discutere pubblicamente la Scuola Superiore Meridionale
– Difendere l’autonomia dell’Università e del Parlamento
– L’Università, peggio che tenuta al guinzaglio
Il 9 gennaio 2019 erano state audite diverse Organizzazioni di giovani. Per il video di questa audizione cliccare qui.
Link e UDU hanno chiesto l’abolizione del numero chiuso.
2. Incontro con il PD
Il 16 gennaio 2019 una delegazione dell’ANDU (Mauro Federico, Nunzio Miraglia, Diane Ponterotto) ha incontrato alla Camera una rappresentanza del Gruppo del PD (onn. Rosa Maria Di Giorgi, Flavia Piccoli Nardelli). L’incontro ha avviato un confronto franco e, riteniamo, proficuo.
Nel settembre scorso l’ANDU aveva già incontrato i rappresentanti dei Gruppi di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Liberi e Uguali e Movimento 5 Stelle.
Dal Gruppo della Lega non si è ancora riusciti ad avere risposta alla richiesta di incontro.
Gli incontri alla Camera hanno consentito all’ANDU di illustrare il documento “Come ricostruire l’Università tutta”, contenente le richieste dettagliate e organiche dell’ANDU stessa per salvare e rilanciare il Sistema nazionale dell’Università. Queste richieste riguardano il diritto allo studio, l’abolizione del precariato e il nuovo reclutamento in una terza fascia, la riorganizzazione della docenza con l’abolizione di ogni prova locale, l’autonomia del Sistema nazionale dell’Università e l’abolizione dell’ANVUR, la gestione democratica degli Atenei, il finanziamento dell’Università per migliorare tutti gli Atenei. Per leggere il documento “Come ricostruire l’Università tutta” cliccare qui.
==== La storia della devastazione dell’Università può essere approfondita in questo sito utilizzando la “ricerca avanzata”.
Antonio Cortese sembra ignorare che, per quanto riguarda le ex-facoltà scientifiche, tra i limiti alla “effettiva possibilità di erogare didattica” rientrano anche i laboratori (obbligatori) le cui capienze sono fisse e non ampliabili col ricorso a strutture esterne.
Quanto alla discriminazione “per censo” non vedo come questo possa avvenire se la selezione è basata su un test di ingresso.
Il problema economiche si pone a livello di tasse universitarie.
Concordo sulla posizione contraria al numero chiuso infondato anche dal punto di vista giuridico perchà avendo la Corte EU sancito che l’unico limite di accesso possibile agli studi è in funzione delle effettive possibilità di erogare didattica, tale limite non si pone per le facoltà umanistiche ed anche scientifiche ad eccezione di medicina dove il problema può essere superato convenzionando per la didattica pratica i laboratori delle ASL, quelli privati già accreditati con il SSN e tutti i centri ospedalieri sia pubblici che convenzionati verificando gli effettivi requisiti già richiesti per l’accreditamento. Il numero chiuso inoltre pone una discriminante per il censo in quanto con l’equipollenza dei titoli di studio conseguiti in Università Europee private, tali studenti possono rientrare in Italia con un titolo di studio perfettamente equivalente. Il risultato è quello di perdere risorse economiche ed umane verso altri paesi UE indebolendo la nostra economia ed il nostro sistema universitario perpetrando una grave iniquità sociale.
Grazie per la chiarezza e per averci resi partecipi, all’audizione.
Una domanda, sul dopo, ossia a telecamere spente, quando in sala o nei corridoi ci si attarda tra quelli veramente interessati.
Cosa si evince da quelle possibili interlocuzioni?
Riusciranno i nostri parlamentari ad esprimere una forza tale da autonomizzare il parlamento da coloro che gli dettano le leggi?
Ossia: ci sono tra i convenuti parlamentari, veri combattenti?
Persone che, al di la di quello che dicono, faranno, con tutte le loro forze e più, veramente!
Semplicemente parlamentari che hanno a cuore il presente oltre che il futuro dell’Italia, insomma qualcosa dei cui frutti possano essere responsabili e gratificati.
Saluti, Claudio