“Oltre lo slogan sulle tasse”. Proposte


“Oltre lo slogan sulle tasse”
COSA FARE PER RICOSTRUIRE L’UNIVERSITA’

1. Sul Manifesto oggi
2. Sul Manifesto trent’anni fa
3. Come l’Università è stata portata al collasso
4. Come è possibile ricostruire l’Università
      a. Diritto allo studio
      b. Abolizione del precariato
      c. Abolizione di ogni prova locale
      d. Autonomia del Sistema nazionale dell’Università
      e. Abolizione dei rettori-padroni assoluti

1. Sul Manifesto oggi
 Sul Manifesto del 16 gennaio 2018 e’ apparso un intervento (“Oltre lo slogan sulle tasse”) sulla “inaspettata e improvvisata uscita” di Liberi e Uguali che ha promesso di abolire le tasse universitarie. Una iniziativa che “ha lasciato la bocca amara a tanti, non solo per il debole approfondimento e articolazione della proposta, ma soprattutto per i tempi e i modi che assomigliano a quelli di tutti gli altri partiti”.
 Nell’intervento si legge anche: “L’università non è in declino: è arrivata al collasso”.
 Per leggere l’intervento cliccare qui.

2. Sul Manifesto trent’anni fa
 Il progetto di scardinare e affossare l’Università statale è iniziato diversi decenni fa e l’ANDU lo ha sempre documento e denunciato, spesso nella disattenzione di troppi.
 E proprio in un articolo sul Manifesto del 10 settembre del 1986 (trent’anni fa!) l’ANDU denunciava “un progetto di restaurazione” avente i “seguenti obiettivi: ricostituire un’università di élite attraverso il numero chiuso, l’introduzione di più livelli di titoli di studio e l’aumento delle tasse, accrescendo la differenza tra piccoli e grandi atenei e tra quelli del sud e quelli del nord”. E ancora, tra gli obiettivi c’era quello di “ricostituire la gerarchia accademica, riconducendo la figura dell’associato a quella del vecchio assistente, reintroducendo il reclutamento precario, emarginando, con la messa ad esaurimento del loro ruolo, gli attuali ricercatori.” Cioè tutto quello che è stato e continua a essere puntualmente realizzato.

3. Come l’Università è stata portata al collasso
 Le principali tappe della demolizione dell’Universita’ statale sono state: finta autonomia statutaria (1989) per salvaguardare le oligarchie degli atenei, finta autonomia finanziaria (1993) per far gestire agli Atenei la riduzione progressiva dei finanziamenti, finti concorsi locali (1997) e ASN (2010) per dare ulteriore spazio alla cooptazione-arbitrio personale, introduzione del numero chiuso (1999) per negare ai giovani la scelta degli studi, imposizione del “3 + 2” (2000) con la frammentazione dei saperi, invenzione dell’IIT (2003) costosissimo “giocattolo” ministeriale-confindustriale a discapito dell’Università, svuotamento del CUN (2006) a favore della CRUI, introduzione dell’ANVUR per commissariare l’Universita’ (2006), messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori per moltiplicare i precari (2010), cancellazione di ogni parvenza di democrazia negli atenei con il rettore-padrone assoluto (2010), localizzazione dei collegi di disciplina per tenere meglio a bada i docenti (2010). Più recentemente: Cattedre Natta, scatti premiali ai docenti, borse per studenti eccellenti, aumento delle tasse, finaziamenti per alcuni docenti, finanziamenti per dipartimenti eccellenti, riduzione dei finanziamenti agli Atenei e loro distribuzione per “merito”, ecc.

4. Come è possibile ricostruire l’Università
 Si può ricostruire l’Università dall’esterno con nuove norme da conquistare realizzando l’unità tra le sue componenti e all’interno di esse. Una unita’ basata su obiettivi che realmente ribaltino quanto imposto in questi decenni dalla potente lobby accademico-confindustriale.

a. Diritto allo studio
 Abolizione del numero chiuso, aumento dell’importo e del numero delle borse di studio da assegnare a tutti gli aventi diritto, innalzamento della soglia di reddito per l’esenzione da tutte le tasse, più alloggi, più mense, più luoghi di studio e di socializzazione, migliore didattica (radicale revisione del “3 + 2”, aumento e stabilizzazione dei docenti). Aumento del numero e dell’ammontare delle borse di studio per i dottorati di ricerca e abolizione dei dottorati senza borsa.

b. Abolizione del precariato
 Bando di 20.000 posti di ruolo di terza fascia in 4 anni e proroga di tutti gli attuali precari fino all’espletamento dei relativi concorsi, cancellazione di tutte le attuali figure precarie e introduzione di una sola figura pre-ruolo di durata di tre anni e in numero rapportato agli sbocchi in ruolo.

c. Abolizione di ogni prova locale
 Per debellare la cooptazione personale e gli “annessi” fenomeni di localismo, nepotismo, clientelismo, parentopoli, ecc., tutte le prove, a partire dall’ammissione ai dottorati, devono essere nazionali con commissioni tutte sorteggiate e con regole che impediscano il prevalere di cordate. Abolizione della ASN, foglia di fico del localismo. Unico ruolo per i docenti e passaggi di livello per idoneità nazionali, con immediato riconoscimento del nuovo status (senza ulteriori “filtri” locali”.
 Nel transitorio va previsto per tutti i ricercatori di ruolo e gli associati che hanno conseguito l’ASN il riconoscimento automatico e immediato del passaggio di fascia, con i relativi incrementi economici a carico dello Stato.

== Invitiamo a leggere per intero la proposta organica dell’ANDU su formazione, reclutamento e avanzamento di carriera dei docenti universitari.

d. Autonomia del Sistema nazionale dell’Università
 Abolizione dell’ANVUR e sostituzione del CUN con un Organismo di autogoverno del Sistema nazionale dell’Università, con tutti i membri eletti direttamente e, per la componente docente, eletti con criteri proporzionali alla numerosità delle aree e con elettorato attivo e passivo non distinto per fasce.

e. Abolizione dei rettori-padroni assoluti
 Rendere il Senato Accademico organo decisionale e rappresentativo di tutte le componenti, rendendo il Consiglio di Amministrazione organo puramente esecutivo. Netta riduzione dei poteri del rettore che non deve fare parte del Senato Accademico.
 
==== Queste proposte e la storia della devastazione dell’Università possono essere approfondite in questo sito utilizzando la “ricerca avanzata“.

 

 

 

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valerio cordiner
valerio cordiner
6 anni fa

Care Colleghe, Cari Colleghi,
rilevo al punto 4 c un errore grave. Per estirpare il clientelismo baronale, non è infatti sufficiente abolire le prove locali, perché le commissioni ASN, come notorio e giuridicamente comprovato, persistono ad essere, direttamente o indirettamente, in mano ai caid delle cosiddette consulte (sovente vere e proprie associazioni a delinquere di stampo mafioso). È invece opportuno e urgente affidare tutto il processo valutativo (VQR compresa) ad esaminatori esterni, che, a mio avviso, dovrebbero essere dei funzionari del Ministero selezionati con apposito concorso pubblico e impiegati in pianta stabile in tale mansione. Solo così saranno garantite terzietà e autonomia di giudizio.
Va inoltre rilevato che, a meno di non voler separare le carriere tra didattica e ricerca (soluzione che personalmente caldeggio), urge altresì che la valutazione sia effettuata, per un 50%, sulla base dei
risultati quantitativi e qualitativi dell’attività didattica. In caso contrario, la formazione dei nostri studenti – che, è bene sempre rammentarlo, ci pagano lo stipendio – rischia gravemente di decadere al mero ruolo di
dopolavoro o volontariato.
Saluti
Valerio Cordiner