= INCONTRO NAZIONALE SUL DRAMMA DEL PRECARIATO UNIVERSITARIO Sabato 4 febbraio 2017 dalle 10 alle 17 a Roma presso l’Hotel Mediterraneo – via Cavour 15 – Sala Lago Maggiore
= UN APPELLO
Sul precariato ADI, AIDU, AIPAC, ANDU, ARTeD, CISL Università, CNU, CONFSAL-CISAPUNI-SNALS, CoNPAss, Federazione UGL Università, FLC-CGIL, LINK, RETE29Aprile, SNALS Docenti Università, UDU e UIL RUA hanno promosso un’iniziativa nazionale e rivolto un appello all’intera comunità universitaria. Con l’iniziativa nazionale di sabato 4 febbraio 2017 a Roma si vuole promuovere un confronto/approfondimento pubblico sulla questione del precariato universitario, questione cruciale dell’Università italiana.
Le Organizzazioni universitarie, in particolare, scrivono: “Per assicurare all’Università l’indispensabile ricambio generazionale, pena la sua completa desertificazione, e per dare risposte adeguate e immediate alle migliaia di ricercatori precari, si ribadisce che è necessario un reclutamento straordinario attraverso il bando di 20.000 posti di ruolo (4000 all’anno per cinque anni), così da riportare il numero dei docenti universitari a quello del 2008, riavvicinando l’Italia alla media europea nel rapporto tra numero dei docenti/ricercatori e numero degli abitanti.”
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Direi che sia ora di passare dalle parole ai FATTI
Sottoscrivo completamente l’appello.
Vorrei aggiungere che nell’Università italiana c’è un altro “tritacarne” (che parola sinistra, però) che consuma tutti, inclusi i “cervelli rientrati” e i “professori Natta”, se ci saranno.
Ed è la perdurante mancanza di fondi di Ateneo per la ricerca, anche modesti. A Palermo, per esempio, gli ultimi sono stati erogati nel 2012.
Senza questi si consolida un’altra divisione, frastagliata ma senza sfumature: quella fra i ricercatori di ogni ordine e grado componenti delle “cordate” che hanno avuto finanziato un grosso Progetto (o una staffetta di Progetti, per i più abili e fortunati); e tutti gli altri.
Su questo non mi si obietti che qualunque fante ha nello zaino il bastone da Maresciallo; perchè è stato ripetutamente scritto (da ultimo su “Science”, e in Italia da “ROARS”) che
– quella dei grandi Progetti è una giostra dalla quale si cade facilmente, mentre si sale difficilmente;
– i progressi scientifici maggiori li realizzano le cordate piccole, con finanziamenti anche piccoli ma amministrati in modo snello.
Salvatore Nicosia