ABOLIRE L’ANVUR E LE ABILITAZIONI

l’ANDU il 24 settembre 2012 

SALVARE IL SOLDATO ANVUR, un “bambino” da buttare

      Si legge sull’Unità del 22.9.12:  “Insomma a due anni di distanza dall’istituzione di questa Agenzia il risultato è magrissimo. Peccato perché la costituzione dell’Agenzia di valutazione è sempre stata una proposta del centrosinistra, fin dal 2007 con il ministro Mussi, ed è sempre stata richiesta a gran voce da tutta la comunità scientifica italiana. Oggi si rischia invece di buttare via il bambino con l’acqua sporca”.

      In realtà l’Agenzia è “stata richiesta a gran voce”, cioè voluta e imposta, da quel gruppo trasversale iper liberista-iper statalista (totale finta autonomia degli Atenei e totale loro controllo dal ‘centro’) che da decenni opera per demolire l’Università statale: finta autonomia finanziaria per ‘gestire’ la progressiva riduzione dei finanziamenti, finta autonomia statutaria, finti concorsi locali, svuotamento del CUN, imposizione del devastante “3 + 2”, presentazione del disegno di Legge che poi sarà ‘ripreso’ da quello attribuito a Gelmini. E nel febbraio 2006 è stato presentato il disegno di legge Modica-Tocci per commissariare il Sistema nazionale dell’Università con l’Agenzia di valutazione.

     E che l’ANVUR non sarebbe stato un “bambino”, ma uno strumento micidiale l’avevano previsto allora la Confindustria e l’ANDU.

    A chi volesse sapere chi e perché ha voluto l’ANVUR si propone di leggere/studiare quanto dettagliatamente documentato (v. “L’ANVUR dell’apocalisse: correggerla, sostituirla o abolirla?).

La toppa trasversale     

     Se si leggesse/studiasse il suddetto documento forse si capirebbe meglio perché si sta tentando di mettere una toppa all’incredibile e indifendibile attività dell’ANVUR ‘preparatoria’ delle abilitazioni. La toppa consiste nell’azzerare di fatto il lavoro pasticciato dell’ANVUR facendo intervenire il ministro Profumo perché “chiarisca una volta per tutte, meglio se con un provvedimento normativo erga omnes, che il superamento delle mediane è uno dei fattori di cui le commissioni dovranno tener conto e non la condizione necessaria per conseguire l’abilitazione” (Luciano Modica su Europadel 14.9.12).

     Sull’Unità del 22.9.12 si legge che “Luciano Modica, ex sottosegretario all’Università del secondo governo Prodi” “ha lavorato” ad “una mozione parlamentare che il Pd vuole presentare che chiede al ministro una norma interpretativa che consideri i criteri emanati dall’Anvur un’indicazione di massima per le commissioni e non rigido ostacolo da superare ad ogni costo.” Sempre sull’Unità si legge che “l’ex ministro Gelmini” ha dichiarato: “Sarebbe necessario un provvedimento interpretativo del ministro che dica che i criteri dell’Anvur sono un criterio indicativo e non vincolante.” Secondo la stessa Unità “anche l’Anvur chiede al ministro questo provvedimento”, così “dichiarando inutile il lavoro da loro fatto negli ultimi mesi”.

Abolire le abilitazioni e i concorsi locali per semplificare, accelerare e qualificare il reclutamento e le promozioni

        Il richiesto intervento del Ministro sarebbe “forse il modo migliore per salvare l’abilitazione, per rimettere in moto il sistema concorsuale bloccato” (Luciano Modica). In realtà, come ricorda lo stesso Modica, quella delle abilitazioni è solo la prima fase della “procedura del reclutamento e delle promozioni”. A questa seguirà “la seconda locale, riservata ai soli abilitati, che permette ad un ateneo, dopo una selezione competitiva, di reclutare un nuovo professore.” Questo nuovo sistema in due fasi – afferma Modica – “segue peraltro proposte avanzate dagli esperti sin dal 2004”. Sarebbe interessante conoscere i nomi di questi “esperti” che hanno proposto un sistema che mantiene, anzi accresce, la cooptazione personale, con gli ‘annessi’ fenomeni di localismo, clientelismo, familismo. Con questo sistema, dopo l’inutile e onerosa (impegno dei commissari e dei candidati, costi economici, ecc.) foglia di fico delle abilitazioni, la ‘sostanza’ la decideranno gli Atenei, ovvero a scegliere chi reclutare e promuovere sarà come sempre il singolo maestro, al quale sarebbe invece meglio (più rapido, meno costoso e più trasparente) consegnare un “buono posto” (v. al punto 2. il documento “Abilitazioni e/o concorsi? Capra e cavoli. Meglio un ‘buono posto’. Ichino, Martinotti, Banfi”),

      In alternativa a questo sistema in due fasi l’ANDU da anni propone quello a una sola fase che, distinguendo finalmente il reclutamento dalle promozioni, preveda CONCORSI veramente nazionali per l’ingresso in ruolo e IDONEITA’ nazionali per gli avanzamenti di carriera (v. proposta organica). Con questo sistema, per la prima volta in Italia, con i concorsi nazionali il reclutamento sarebbe sottratto interamente alla scelta del singolo maestro. Con le abilitazioni nazionali e il riconoscimento, immediato e a tutti gli effetti, della promozione agli idonei, oltre a non far dipendere più la carriera dei docenti di ruolo dai singoli maestri, si eviterebbe anche la follia accademico-giuridica che oggi consente che un associato dichiarato idoneo a ordinario svolga attività didattica e di ricerca come un ordinario ‘vero’, ma senza il relativo riconoscimento economico e normativo (e così anche per un ricercatore dichiarato idoneo ad associato o a ordinario).

     Questo meccanismo avrebbe anche il vantaggio di essere più semplice e più rapido ed eviterebbe inoltre la produzione degli ‘abilitati a perdere’, cioè di coloro che pur abilitati non saranno reclutati o promossi perché non preferiti da un maestro o per mancanza di fondi.

Abolire l’ANVUR per difendere l’autonomia e la libertà dell’Università     

      Sull’Unità del 22.9.12 si legge: “Servirà molto tempo per riflettere sull’operato di un’Agenzia che alla fine di un lungo percorso dichiara fallimento in maniera così palese.”

       Chi ha veramente a cuore l’autonomia del Sistema nazionale universitario e la libertà di insegnamento e di ricerca non può consentire che l’Agenzia esista ancora per “molto tempo”. Non si può permettere che l’ANVUR giudichi le strutture universitarie e ne decida la sorte. Non si può dare “molto tempo” a dei “cavalieri dell’Apocalisse che si trovano a maneggiare uno spazio GIGANTESCO dell’economia e della conoscenza”, così come prevedeva la Confindustria nel 2006 che sarebbero diventati i ‘dirigenti’ dell’Agenzia di valutazione (v. video dell’intervento di Gianfelice Rocca, da min 78:57, al Forum del PD a Milano nel febbraio del 2006).

      In Italia non può esistere un’Agenzia di valutazione terza; come si è detto già nel 2006, anche se a dirigerla dovessero essere chiamati dei marziani, l’accademia che conta li ‘umanizzerebbe’ subito (v. video, dell’intervento dell’ANDU, da min 148:33, al Forum del PD a Milano nel febbraio del 2006).)

      E i ‘dirigenti’ attuali dell’ANVUR non sono certo dei marziani e non lo sarebbero nemmeno coloro che dovessero sostituirli.

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Carmine Marini
Carmine Marini
10 anni fa

Vorrei segnalare, anche se con molto ritaro che l’ANVUR è un’ennesima
‘Agenzia’, come le centinaia istituite nell’ultimo decennio o più, come
AIFA, AGeNAS, Agenzia Entrate, Agenzia Dogane, Agenzia del territorio, ecc.
….. che costituiscono un micidiale strumento di aumento della spesa
pubblica, imboscamento di trombati, vessazione di cittadini, ecc.
Se aboliamo l’ANVUR e diamo i soldi risparmiati alla ricerca, il
finanziamento di quest’ultima farebbe un balzo notevole, con grande
vantaggio per tutti.
Carmine Marini

Nicola Longo
Nicola Longo
10 anni fa

L’Anvur va semplicemente abolita PERCHé non ha migliorato né migliorerà mai di una virgola, la qualità della didattica e meno ancora della ricerca dell’università statale italiana. Come le regioni rappresenta solo un costo parassitario dell’erario.

Francesco Saverio
Francesco Saverio
10 anni fa

Credo serva un pò d’ordine. L’Asn non ha per niente schiaffeggiato i potentati locali; tutt’al contrario! Essa infatti li ha fomentati ed aiutati, facendo in modo che passassero solo i candidati più graditi, così che ad un eventuale concorso (se mai ci sarà, perché è chiaro a tutti che gli abilitati entreranno nei ruoli con chiamata diretta) si avranno solo candidati ‘simpatici’ e già noti, eliminando tutti gli altri. Il trucchetto che una volta si faceva a livello locale concorso per concorso, ora è stato ‘istituzionalizzato’ a livello nazionale: i fantastici cinque commissari hanno esaudito una volta per tutte le richieste dei vari potentati, ovviamente mettendoci dentro i collaboratori più stretti dei valutatori (l’occasione era troppo ghiotta), e questo a tutto discapito di quanti erano con fatica riusciti ad entrare nel ruolo di ricercatore e avevano costruito una carriera col sudore e con le amicizie.
Questo destino di sconfitta è (ahimè) quello che attende l’intero sistema universitario.

daniela cabibi
daniela cabibi
10 anni fa

Sono d’accordo con Carlo Pavone.
Non è possibile abilitare ordinari x Medicina che non abbiano svolto sufficiente e qualificata attività assistenziale. Un ordinario deve soprattutto essere punto di riferimento dei nuovi medici e non si può insegnare quello che non si è fatto e non si fa.

carlo pavone
carlo pavone
10 anni fa

abolire sistema abilitazione che fa professori di carta
tornare subito ai concorsi che valutano carriera, ricerca, didattica (e x medicina) attività clinicochirurgica

savelli
savelli
10 anni fa

sono d’accordo nell’abolizione di anvur

Franco
Franco
10 anni fa

Il quadro tracciato in questo editoriale non coincide con la situazione reale di molte situazioni virtuose. Sono nella Commissione Risorse di un un Dipartimento dell’Università di Padova, e pur nella ristrettezza dei mezzi a disposizione, un punto fermo nella nostra politica, è l’assunzione dei migliori. Credo anche che ci riusciremo. L’anvur ha tanti difetti, ma è il primo tentativo di applicare un criterio strettamente meritocratico nell’uso delle risorse per Ricerca e Docenza. In tal senso va migliorata, specie in un sistema in cui le risorse di una singola Università arrivano per grande parte dallo Stato (altra questione, ovvioamente, si avrebbe se le università fossero autonome e facessero pagare il costo degli studi agli utenti, come negli USA. )

antonio pasini
antonio pasini
10 anni fa

Il guaio delle recente sistema delle abilitazioni non è tanto che potranno essere una foglia di fico per nascondere le vergogne di cooptazioni sostanzialmente locali. Temo accadrà di peggio. In molti settori gli abilitati non coincidono con coloro che a livello locale si sono segnalati per meriti devozionali, che fanno parte delle cricche che contano. In non pochi casi le abilitazioni si sono risolte in uno schiaffo ai potentati locali. E non poteva che essere così, date le modalità adottate, che lasciano poco margini di manovra ai commissari, ammesso che di tali margini si volessero avvalere. Che le cose sarebbero andate così ci voleva poco a capirlo. D’ altra parte, la stessa legge che ha istituito le abilitazioni ha, per altri versi, fatto di tutto per rafforzare a livello locale i vecchi potentati. Da una parte li si rafforza, dall’ altra li si piglia a schiaffetti. Quale può essere ora la reazione degli inossidabili potentati locali? Molto semplice: un bel blocco. “Ci si impone questi personaggi a noi sgraditi? Bene, e noi allora non facciamo bandire nulla”. E non c’ è bisogno di inventarsi arzigogolate scuse per addivenire a questa soluzione. Non c’ è bisogno di congelare i pochi spiccioli che il ministero ha destinato a questi nuovi avanzamenti. Questo forse non sarebbe facile. Ma basta spenderli per altre cose. Per pagare gli stipendi, per esempio, se l’ Ateneo è in crisi di liquidità. Non si può? E chi lo ha detto? Si può, si può. Qualcuno l’ ha già fatto. Alla fine l’ unica soluzione possibile resterà sbaraccare tutto. Bisogna solo prendersi un po’ di tempo per preparare questo lavoro di sgombero con un’ opportuna campagna di interventi, riflessioni critiche, dibattiti, approfondimenti ecc. Così, in definitiva, avremo ottenuto il pregevole risultato di bloccare assunzioni e carriere per vari anni, per poi ritornare alle situazione ante quam.

Patrizio Dimitri
Patrizio Dimitri
10 anni fa

Buongiorno,

Sono d’accordo a chiedere l’abolizione dell’Anvur e del sisma della abitazioni!

Sull’argomento ho aperto una petizione e ho scritto degli articoli.

Cordiali saluti,
Patrizio Dimitri

ttp://www.petizioni24.com/no_alla_bibliometria_per_valutare_universita_e_ricerca

http://www.roars.it/online/il-diabolico-esperimento-del-dottor-anvur-la-meritocrazia-alla-rovescia-ovvero-meglio-20-articoli-su-journal-of-pizza-fichi-che-10-su-nature/

http://www.europaquotidiano.it/2013/05/13/il-villaggio-dei-dannati-della-ricerca-in-italia-lettera-aperta-al-ministro-carrozza/