PROBLEMA CRUI, VALORE MAGISTRALI, INCONTRI, MESSINA, ROMA 1

 = 15 novembre 2012

1. CRUI: “PROBLEMA SCHIETTAMENTE POLITICO”

2. ABOLIRE IL VALORE LEGALE DELLE LAUREE MAGISTRALI

     a) I ‘fantasiosi’ Ministro e Figà Talamanca

     b) Risposta di Figà Talamanca all’ANDU e commento

3. INCONTRI CON LE FORZE POLITICHE

     Incontro con SEL

4. MESSINA: FONDAZIONE DA RIFONDARE

5. ROMA 1: “VIOLATO IL DIRITTO DI VOTO”?

1. CRUI: “PROBLEMA SCHIETTAMENTE POLITICO”

      Marco Mancini, presidente della CRUI, nello scorso agosto aveva già scritto sull’Unità contro i tagli (v. “Ricordarsi della CRUI”). Ora Mancini torna a farlo scrivendo, tra l’altro: “meno risorse, meno personale, docenti più anziani e meno studenti. Questi i risultati di anni di tagli al comparto. Ci era stato detto (da chi?, ndr) di pazientare: abbiamo responsabilmente fatto la nostra parte.” “Oggi, nonostante la buona volontà del Ministro, c’è chi, al governo, sta riuscendo là dove non era riuscito neppure Tremonti: la distruzione dell’Università pubblica.” “Da questa situazione occorre trarre le debite conseguenze: il problema non è più di numeri, ma schiettamente politico.” (dall’intervento di Mancini sull’Unità del 14.11.12).

      Ma quando mai il problema è stato “di numeri” e non “schiettamente politico”? Che l’obiettivo del progetto confindustriale-accademico fosse ‘altamente’ politico e cioè “la distruzione dell’Università pubblica” (in realtà ‘solo’ di quella statale) è stato da decenni chiaro alla stragrande maggioranza del mondo universitario e, in particolare, alle Organizzazioni universitarie che non hanno mai “pazientato” e sempre hanno denunciato e contrastato questo progetto, avanzando proposte alternative per salvare e rilanciare l’Università (v. anche l’ultimo documento unitario).

        E’ vero che la CRUI  ha “responsabilmente fatto la sua parte”: sostenere attivamente tutti i provvedimenti con i quali si sta distruggendo l’Università statale. In particolare, la CRUI – in linea con la Confindustria e mentre ne era segretario generale proprio Mancini – ha difeso strenuamente la legge attribuita al ministro Gelmini, ma in realtà ‘copiata’ dal disegno di legge del PD e dal progetto elaborato dalla stessa CRUI, che a loro volta hanno ‘attinto’ da quanto elaborato da TreeLLLe, la fondazione confindustriale – ‘partecipata‘ da professori e giornalisti di ‘destra’ e di ‘sinistra’ – che già nel 2003 aveva (pre)scritto la ‘governance’ degli Atenei.

      Una legge che, tra l’altro, ha cancellato quella pur minima democrazia negli Atenei, attribuendo ai Rettori e ai ‘loro’ CdA poteri assoluti. Una legge che  – guarda caso – ha prorogato i Rettori in carica. Proroghe che sono state – guarda caso – ulteriormente allungate dall’attuale rettore-ministro Profumo, che è stato uno dei principali artefici della legge 240/10, la cosiddetta Gelmini (v. dichiarazioni dell’on. Aprea), e ne sta – con molta “buona volontà” – peggiorando e incrementando gli effetti distruttivi.

      La CRUI vuole fare veramente qualcosa contro “la distruzione dell’Università pubblica”? Si sciolga!

2. ABOLIRE IL VALORE LEGALE DELLE LAUREE MAGISTRALI

a) I ‘ fantasiosi’ Ministro e Figà Talamanca 

– Il 28 gennaio 2012: il ‘fantasioso’ Ministro

     “Il ‘fantasioso’ ministro Profumo pare voglia arrivare all’obiettivo di legare il valore della laurea a quello dell’Ateneo anche facendo valere la laurea triennale quanto quella magistrale. In questo modo “si potenzia il meccanismo dell’accreditamento: alla fine le lauree non avrebbero più lo stesso valore ma un peso diverso a seconda del giudizio dato per ogni singolo corso dall’Anvur” (Corriere della Sera del 28.1.12).” (da “Il valore dell’università‘” del 30.1.12)

 – Il 12 novembre 2012: il ‘fantasioso’ Figà Talamanca

      Dall’intervento “Vanno rivisti offerta formativa e valore legale del secondo ciclo” di Alessandro Figà Talamanca sul Sole 24 ore:

– “Attenuare il valore legale delle lauree magistrali”

– Prevedere “che un funzionario entrato in ruolo con una laurea triennale possa, dopo cinque anni di servizio, partecipare ai concorsi per dirigente, anche senza avere una laurea magistrale”.

– “I laureati triennali che oggi accedono al livello ‘junior’ di un ordine professionale dovrebbero dopo cinque anni di iscrizione potere accedere agli esami per entrare nel corrispondente ordine ‘senior’.”

b) Risposta di Figà Talamanca all’ANDU e commento

– La risposta di Figà Talamanca all’ANDU

       “Vorrei osservare che ci sono due circolari del Ministro della Funzione Pubblica che stabiliscono che la laurea triennale è requisito sufficiente per l’accesso ai concorsi pubblici per ruoli non dirigenziali e che il funzionario pubblico entrato con laurea triennale può dopo cinque anni di servizio concorrere a posti di livello dirigenziale. La prima disposizione è disattesa dalle amministrazioni pubbliche che vogliono limitare i concorrenti. La mia proposta è quella di rispettare le disposizioni vigenti.

     Credo che anche sulla questione degli ordini professionali junior e senior l’ANDU sia male informata. Da quando l’ANDU difende le gabbie di ordini professionali che si propongono solo lo scopo di limitare l’accesso alle loro professioni? Certamente non da quando lo conoscevo io. Da quando è contrario alla valorizzazione della laurea triennale e vuole invece costringere studenti e loro famiglie a pagare almeno altri due anni di studi universitari per poter accedere a professioni ed impieghi che negli altri paesi sono accessibili ai laureati di primo livello? Questo non è l’ANDU di Nunzio Miraglia e Paola Mura che conoscevo io.

            Alessandro Figà Talamanca”

– Commento dell’ANDU

Circolari, non leggi

      Le circolari – diversamente da quanto scrive all’ANDU Figà Talamanca – NON possono “stabilire” e – diversamente da quanto scrive sul Sole 24 ore – NON possono “prescrivere” alcunché. Ci vuole una legge, come quella che il ministro Profumo ha tirato fuori dalla sua borsa nel Consiglio dei Ministri del gennaio scorso.  Profumo non solo voleva azzerare “il peso del voto di laurea”, ma voleva anche – così come Figà Talamanca – che “la laurea triennale vale come quella di chi ha finito tutto i percorso del 3 + 2 studiando cinque anni” (dal Corriere della Sera del 28.1.12). Insomma, il Ministro – ‘correttamente’ –  voleva “stabilire”, “prescrivere” per legge quanto sarebbe illegittimo “stabilire”, “prescrivere” con una circolare. Allora il ministro Profumo decise “di rimettere nel cassetto il suo articolo aggiuntivo.” Anche perché “gli studenti sono pronti a mobilitarsi e – dopo i forconi, i tir e i pescatori – sarebbe meglio evitare un’altra protesta di piazza.”

Ordini professionali

        Perché rendendo il valore legale delle magistrali pari a quello delle triennali si attaccherebbero “le gabbie di ordini professionali che si propongono solo lo scopo di limitare l’accesso alle loro professioni”?

Quello che realmente si vuole

      Per la verità ciò che accadrebbe ‘unificando’ i due livelli di laurea l’ha scritto lo stesso Figà Talamanca nel maggio scorso: “La laurea magistrale non più sorretta dal valore legale acquisterebbe il valore che merita in alcune, forse poche, sedi, mentre altre sedi sarebbero costrette (sic!) ad offrire, per carenza di studenti, solo lauree triennali. Gli studenti insomma si indirizzerebbero solo verso le lauree magistrali che offrono vantaggi concreti nelle professioni e negli impieghi o preparano ad attività di ricerca.”

      La differenziazione degli Atenei è uno dei principali obiettivi che si vuole raggiungere con l’abolizione del valore legale delle lauree. L’ANDU lo denuncia DA SEMPRE e lo ha fatto anche nel giugno 2011: “l’abolizione del valore legale dei titoli ‘comprende’ anche l’abolizione dello stato giuridico nazionale dei docenti, la ‘liberalizzazione’ delle tasse e la differenziazione degli Atenei.” “Come la ‘nuova’ governance degli Atenei, imposta dalla legge 240/10, anche queste ‘riforme’ vengono da lontano e sono volute dalla Confindustria e condivise da tutti i partiti e dall’accademia che conta, con in testa i ‘soliti’ economisti.” (dall’articolato documento dal titolo “Abolire il valore dei titoli per abolire tutto”).

       L’ANDU che Alessandro Figà Talemanca sembra rimpiangere non è cambiata. Oggi – come nel corso degli ultimi 20 anni – l’ANDU documenta, denuncia e tenta di contrastare il terribile progetto (oggi arrivato a ‘buon’ punto) di distruggere l’idea stessa di un’Università statale, libera, democratica e aperta a tutti, con ciò demolendo la principale risorsa culturale, sociale ed economica del nostro Paese.

3. INCONTRI CON LE FORZE POLITICHE
Incontro con SEL

     Giovedì 8 novembre si è svolto l’incontro tra il Responsabile Università e ricerca di SEL, Umberto Guidoni, e le Organizzazioni universitarie. Per leggere il Comunicato cliccare qui.

      L’incontro era stato richiesto da ADI, ANDU, CISL-Università, COBAS-Pubblico Impiego, CoNPAss, FLC-CGIL, LINK, RETE29Aprile, SUN, UDU, UGL-INTESA FP, UIL RUA e USB-Pubblico Impiego, che hanno chiesto a tutte le forze politiche un confronto sulle questioni poste nel documento “Per salvare e rilanciare l’Università” “anche in vista della prossima scadenza elettorale che ci si augura possa portare alla costituzione di un Parlamento e di un Governo che non ascoltino soltanto coloro che hanno interesse allo smantellamento dell’Università statale.”

4. MESSINA: FONDAZIONE DA RIFONDARE

– “Rifondiamo la ‘Fondazione universitaria’ di Messina”: Lettera aperta di ANDU, CGIL-FLC e Rete 29 Aprile

Comunicato sulla Conferenza di Ateneo del 6 novembre 2012 di ANDU, Comitato Nazionale No.Proroga.Rettori, CoNPAss, FLC-CGIL, RETE29Aprile e UIL RUA.

– “Urla del silenzio”: commento dell’ANDU di Messina sulla Conferenza di Ateneo.

5. ROMA 1: “VIOLATO IL DIRITTO DI VOTO”?

      “‘Violato il diritto di voto’. Scontro sul nuovo statuto dell’università Sapienza” (Repubblica di Roma del 10.11.12).

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