= Aggiornamento del 9 agosto 2012:
Modica, Orlandi e Galliani. Sull’aumento delle tasse ai fuori corso segnaliamo gli interessanti interventi di Luciano Modica (“Per gli studenti fuori corso giustizia è fatta”) e Gianni Orlandi (“I fuori corso puniti dai Prof.”). Su invito dell’Autore, riportiamo l’intervento di Luciano Galliani, presidente della Società Italiana di Ricerca Didattica (“Fuori corso universitari: non bastano le tasse”).
Nuovo “Patto” con la CRUI e “il bel segnale di Bersani”
Riferendosi all’intervento di Mancini (v. sotto), sull’Unità del 9.8.12 Federico Nastasi, Coordinatore Rete Universitaria Nazionale Partito democratico, tra l’altro, scrive: “Ecco il nuovo scenario: lasciare spazio all’iniziativa comune, siglare (tra chi?, ndr) dunque una tregua per guadagnare tempo (sic!) in vista delle legislative del 2013.” L’intervento è intitolato “Pronti ad incontrare i rettori per un patto sull’università” : un nuovo “Patto” tra la CRUI e … (chi?), dopo quello già stipulato tra la stessa CRUI e la Confindustria (v. sotto). Alla fine dell’intervento di Nastasi si legge: “Un bel segnale è arrivato con la carta d’intenti di Bersani dove si parla finalmente di primato delle politiche per l’istruzione e la ricerca.” Il “bel segnale di Bersani” è nel punto 6 (“Sapere”) della Carta d’intenti del PD. dove alla fine si legge: “Nella prossima legislatura partiremo da un piano straordinario contro la dispersione scolastica, soprattutto nelle zone a più forte infiltrazione criminale, dal varo di misure operative per il diritto allo studio, da un investimento sulla ricerca avanzata nei settori trainanti e a più alto contenuto d’innovazione. Tutto ciò nel quadro del valore universalistico della formazione, della promozione della ricerca scientifica e della ricerca di base in ambito umanistico.”
= 7 agosto 2012
NOI CE LA RICORDIAMO LA CRUI
“Noi ce li ricordiamo”. Così Marco Mancini, presidente della CRUI, conclude il suo intervento sull’Unita’ del 6 agosto 2012. Quelli che Mancini ricorda sono “i ‘tagli’ magari in favore degli autotrasportatori o dell’Ici.”
Quello che invece Mancini non riesce a ricordare è che la CRUI, quando lui ne era il segretario generale, ha co-elaborato, difeso e ‘cogestito’ la legge cosiddetta Gelmini, voluta dalla Confindustria e dall’accademia che conta e avversata dalla stragrande maggioranza del mondo universitario, con gli studenti in prima linea che, per tentare di farsi ascoltare, hanno dovuto bloccare le città. Una lotta ‘inutile’, dato che questo Parlamento (maggioranza e finta opposizione) non poteva non esaudire le richieste di chi voleva e vuole completare la demolizione dell’Università statale. Una lotta invece utilissima a far capire ancora meglio chi, come e perché decide sull’Università.
Marco Mancini, tra l’altro, scrive che occorre “restituire agli atenei l’autonomia sottratta negli anni con provvedimenti incoerenti e insostenibili.” Se l’autonomia degli Atenei non è l’autonomia del rettore-padrone, ma quella della comunità universitaria di gestire democraticamente il proprio Ateneo, allora è vero che i “provvedimenti incoerenti e insostenibili” voluti e/o sostenuti dalla CRUI hanno ridotto praticamente a zero l’autonomia del Sistema nazionale e dei singoli Atenei e hanno rafforzato al massimo quello dei rettori e delle oligarchie che li esprimono: svuotamento del CUN ‘sostituito’ dalla CRUI, affidamento ai rettori in carica e ai ‘loro’ SA e CdA dell’approvazione dei nuovi Statuti, poteri immensi ai Rettori e ai loro CdA, ricorsi del Ministro contro gli Statuti ‘meno peggiori’ e a difesa delle proroghe dei rettori. L’autonomia dell’Università (non quella dei rettori) non è stata certo difesa dalla CRUI contro le pretese della Confindustria, con la quale, al contrario, la CRUI ha stipulato un accordo. E, ‘ovviamente’, la stessa CRUI non la difende da chi – come l’ANVUR – di fatto sta commissariando il Sistema universitario (v. punto 2 del precedente messaggio).
L’ANDU da sempre denuncia il sistema di potere imperniato sul rettore-padrone che sovrintende alla gestione degli Atenei Un potere che è stato ora rafforzato con la figura del rettore-sovrano assoluto. L’ANDU ha anche denunciato l’operato della potente lobby accademico-confindustriale che ha determinato e determina quei “provvedimenti incoerenti e insostenibili” che stanno portando alla distruzione dell’Università. Una lobby che ha operato anche attraverso la CRUI e le presenze dirette nei Governi e nel Ministero e con il sostegno della ‘grande’ stampa.
Il Presidente della CRUI – il quale non ha speso una parola contro il provvedimento che aumenta le tasse, prima che venisse approvato – ora si preoccupa di affermare che “ha torto chi attribuisce ai rettori la responsabilità dell’attuale provvedimento”. Mancini forse non ricorda quanto la CRUI ha scritto nel “Promemoria per il ministro” del luglio 2011: “La soglia percentuale di limitazione alla contribuzione studentesca ha un significato di calmiere delle tasse universitarie, che può avere una sua efficacia in un contesto di FFO crescente. Di fatto, limita la possibilità degli Atenei di accrescere la contribuzione studentesca oltre il tasso di crescita dell‟FFO.“
Marco Mancini sostiene anche che “i rettori, a fronte di questa oggettiva situazione di difficoltà (i tagli agli atenei, ndr), non si sono in generale (sic!) rivalsi sugli studenti.” Se qualcuno avesse avuto ancora dubbi su chi decide negli atenei (l’ANDU non li ha mai avuti), il Presidente dei Rettori li ha ora definitivamente sciolti: sono i rettori che decidono se rivalersi o meno sugli studenti e non i SA e i CdA, che, presieduti entrambi dal rettore, sono chiamati sostanzialmente a ratifiche formali. Naturalmente la CRUI non ha mai denunciato quei casi ‘particolari’ in cui i Rettori, contro legge, si sono invece “rivalsi sugli studenti.”
Il fatto è che Marco Mancini si affanna a presentare la sua CRUI come non corresponsabile della distruzione dell’Università statale e anzi scrive sull’Unità con il piglio dell’oppositore. Insomma una CRUI di governo (vero) e di opposizione (finta), come si può leggere al punto 3 di in un precendente messaggio. Forse il Presidente della CRUI è preoccupato di una protesta che potrebbe portare alla rimessa in discussione dell’intero impianto normativo. E in questa direzione non può non prevedersi anche il netto ridimensionamento dei poteri dei Rettori e della CRUI, che non può comunque rappresentare il Sistema nazionale universitario.
Quale contributo a una grande, qualificata e unitaria mobilitazione di tutte le componenti per salvare l’Università possono essere utili l’analisi e le proposte contenute nel recente documento elaborato da ADI, ANDU, CISL-Università, CONFSAL-SNALS-CISAPUNI, CoNPAss, FLC-CGIL, LINK, RETE29Aprile, SUN, UDU, UGL-INTESA-FP, UIL RUA e USB-Pubblico impiego.
Il peccato originale sta nella Lg 240 voluta dall’On. Gelmini e alla cui stesura hanno contribuito anche l’attuale Ministro Profumo, come dichiarò l’On. Aprea (allora Presidente della Commissione cultura) e il prof. Schiesaro, Capo gabinetto del Ministero. La Legge ha ridotto drasticamente l’autonomia universitaria ed ha trasferito tutto il potere nelle mani dei Rettori. Infatti gli OO.AA., che in base alla “storica 382” erano costituiti da membri democraticamente eletti in rappresentanza di tutte le componenti della comunità accademica, sono stati trasformati in Organi di “nominati” e in particolare tutto il potere decisionale è stato concentrato nel CdA, costituito da un ristretto gruppo di nominati dal Rettore.