Il DDL sulla durata del mandato dei Rettori

Uno dei contenuti del DDL governativo sull’Universita’ piu’ propagandatidalla ‘grande’ stampa e’ l’introduzione di un limite al mandato dei Rettori: “Uno stop ai rettori a vita” e’ il titolo di un articolo del Sole24-ore del 2 novembre 2009.

In realta’ un limite ai mandati del Rettore e’ presente negli Statuti di quasi tutti gli Atenei, ma e’ pur vero che sono pochi gli Atenei in cui nonsi sia modificato o non si stia modificando lo Statuto per prolungare il mandato del Rettore in carica oltre il periodo massimo previsto.

Il fenomeno dei  “rettori a vita” attraverso la ‘forzatura’ degli Statuti- ‘inaugurato’ nel 1999 nelle Universita’ di Bologna e di Pisa – e’ inrealta’ la manifestazione di un sistema di potere che negli Atenei sic ostruisce e si regge attorno alla figura del rettore-padrone.

Come si e’ piu’ volte detto, i Rettori sono stati e sono potenti non perle specifiche competenze attribuite loro dalle leggi, ma perche’ essi operano in presenza di Organi di Ateneo (Senato Accademico e Consiglio diAmministrazione) non in grado di compiere scelte autonome e nell’interesse complessivo della loro Universita’. Tali organi, peraltro, sono direttamente ‘gestiti’ dal Rettore che presiede entrambi. In particolare gli attuali Senati Accademici, a causa della presenza dei Presidi, possono esprimere solo scelte di natura ‘condominiale’, essendo i Presidi espressione degli interessi particolari delle proprie Facolta’, organi obsoleti che sopravvivono solo perche’ ancora gestiscono il ‘mercato dei posti’, cioe’ il reclutamento e l’avanzamento da una fascia all’altradei docenti. Ed e’ soprattutto questo potere che i Presidi hanno tutelatonei Senati Accademici, ‘rispettando’ gli interessi delle altre Facolta’ per difendere quelli della propria. Tutto questo lascia al Rettore ampio margine di decisione su quanto non e’ direttamente legato al bando di postiper la docenza.

L’introduzione di un limite al mandato dei Rettori e’ in realta’ un diversivo rispetto alla gravissima scelta, prevista nel DDL governativo, di rafforzare negli Atenei il sistema di potere oligarchico, concentrando proprio nelle mani del Rettore e del ‘suo’ Consiglio di Amministrazione un potere assoluto: dal rettore-padrone si passa al rettore-sovrano assoluto!

Se invece si fosse voluto realmente superare l’attuale dannosa gestione degli Atenei si sarebbe dovuto gia’ da molti anni – come richiesto dall’ANDU – realizzare una riforma in senso democratico dell’intera organizzazione degli Atenei, affidandone il governo ad un organo composto esclusivamente dai rappresentanti DIRETTAMENTE eletti da tutte le componenti dell’Universita’ (docenti, tecnico-amministrativi, studenti).
Cosi’, tra l’altro, si sarebbe impedito che, con la ‘scusa’ del mal funzionamento dell’attuale gestione degli Atenei, venisse accelerato il processo di ‘aziendalizzazione’ degli stessi, con Rettori ancora piu’potenti, secondo quanto voluto dalla Confindustria e dai poteri forti accademico-politici del PDL e del PD e condiviso,’naturalmente’, dallaConferenza dei Rettori.

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