2. AUMENTO DELLE TASSE: CONFINDUSTRIA, ‘OPPOSIZIONE’ E CRUI.
1. I DIPARTIMENTI, LA CRUI E IL CUN.
La Legge 240/10 prevede i Dipartimenti come strutture responsabili delle attività didattiche e di ricerca, superando, anzi cancellando, le Facoltà. In tutti gli Atenei l”adeguamento degli Statuti a questa grande novità è stato molto sofferto perchè ovunque forte è stata la resistenza per conservare, attraverso le strutture di raccordo – peraltro non obbligatorie –, il consolidato assetto di potere incentrato nelle Facoltà.
Fatica inutile, perchè ora il Governo sta ‘chiarendo’ che anche i Dipartimenti non devono, di fatto, più esistere. Infatti i Dipartimenti che il DPR 382/80 (comma 1 dell’art. 85 “Autonomia del dipartimento”) ‘dotava’ di autonomia finanziaria e amministrativa, secondo lo schema di decreto legislativo n. 395 sul bilancio unico degli Atenei, sottoposto al parere delle Commissioni parlamentari, non devono più avere quella sostanziosa autonomia, ma devono limitarsi all’autonomia “gestionale” (art. 11, comma 1 dello schema di DL).
In tal modo diventa ancora più totale il potere dei Rettori e dei ‘loro’ Consigli di Ammnistrazione, riducendo in polvere ogni residuo di autonomia di ricerca e di insegnamento, già ridotta a lumicino dai poteri ‘onnicomprensivi’ attribuiti all’ANVUR.
CRUI
Lo svuotamento dei poteri e del ruolo dei Dipartimenti che si sta operando è sottolineato dalla CRUI che al Senato ha dichiarato:
“I Dipartimenti non avranno più autonomia di bilancio; non potranno formalmente e in piena autonomia destinare le risorse disponibili.” E poi: “Non è chi non veda che questa sarà una rivoluzione paradigmatica (e politica) che investirà il cuore stesso del funzionamento e della gestione delle Università”. La stessa CRUI si compiace che durante “l’iter di detto provvedimento” essa sia stata “chiamata più volte a intervenire sul dettato tecnico”.
Insomma la CRUI, che pretende di rappresentare il Sistema degli Atenei, non spende una sola parola contro una norma che cambia la natura stessa dell’Università italiana, ‘limitandosi’ a sottolineare la portata “rivoluzionaria” di questa stessa norma. Sulla ‘natura’ e il ruolo della CRUI v. il punto “2. La CRUI che non serve all’Università” del documento dell’ANDU dello scorso aprile.
CUN
Da parte sua il CUN si limita a rilevare “che la adozione del bilancio unico – con la riduzione dell’autonomia dei Dipartimenti alla dimensione gestionale – imporrà di fatto il rientro degli stessi nella Tesoreria unica con perdita della fonte finanziaria degli interessi sui depositi.”
2. AUMENTO DELLE TASSE: CONFINDUSTRIA, ‘OPPOSIZIONE’ E CRUI.
Nella “Lettera dell’Italia all’Ue” si legge anche che “si accresceranno i margini di manovra nella fissazione delle rette di iscrizione, con l’obbligo di destinare una parte rilevante dei maggiori fondi a beneficio degli studenti meno abbienti. Si avvierà anche uno schema nazionale di prestiti d’onore.”
CONFINDUSTRIA
Nel luglio scorso la Confindustria, attraverso il suo quotidiano, aveva dettato, nel settimo dei suoi “Nove impegni per la crescita”:
“Aumento delle rette universitarie. Non c’è motivo per cui chi può permetterselo non debba pagare in modo adeguato l’investimento formativo dei figli. Gli studenti meritevoli e non abbienti vanno invece sostenuti con un sistema generoso e mirato di borse di studio e/o di prestiti (come in numerose esperienze straniere). Ciò spingerebbe a migliorare nettamente la gestione delle università, perché ne farebbe dipendere il finanziamento in modo più marcato e diretto da quanto gli studenti versano.”
‘OPPOSIZIONE’
Gli stessi concetti erano stati espressi dai senatori dell”Opposizione’ Ichino, Ceccanti, D’Alia, Germontani, Leddi, Ignazio Marino, Morando, Poli Bortone, Nicola Rossi, Rusconi, Rutelli, Tonini, Treu e Valditara in una interrogazione-richiesta. Su questa questione v. il punto “2. Prestiti d’onore e PD” del documento ANDU del 21.10.11.
CRUI
Anche su questa materia non manca l’opinione della CRUI che nel suo “Promemoria per il ministro” del luglio scorso scrive:
“La soglia percentuale di limitazione alla contribuzione studentesca ha un significato di calmiere delle tasse universitarie, che può avere una sua efficacia in un contesto di FFO crescente. Di fatto, limita la possibilità degli Atenei di accrescere la contribuzione studentesca oltre il tasso di crescita dell‟FFO.“
mentre il sistema bancario si chiede del fallimento dei prestiti d’onore che impegnano nei primi 10 o più anni i lauerati con un lavoro precariato (genrazione 1000/euro mensili)che non consente più margini di produzione di ricchezza . Qui si parla di borse di studio e prestiti d’onore ? :iL sistema è al collasso 66 Università * 41 Università private hanno determinato come nella sanità pubblica un sottofinaziamento delle Università Statali (55%)e un finanziamento alle private arbitrario(v Costituzione italiana)con l’indebitamento di entrambe le istituzioni .Il Ministro ascolta,la crui non vede,il Cun Tace.Le famiglie italiane non possono sopportare il peso di un sotto finanziamento voluto ad arte ,
Il Deputato osserva :il sapere è alla portata di tutti grazie ad internet. togliamo il valore legale ,poi grazie al web possiamo avere titoli da qualsiasi università del mondo a basso costo , tanto i titoli sono tutti uguali,l’università pubblica o privata un antica istituzione costosa ,risparmiamo.
Disastro totale. Sono nato in un’Università Centrale a cui si inviava la documentazione per pagare i fornitori, i quali maggioravano i prezzi per tener conto di ritardi che superavano anche i 6 mesi. Con l’autonomia dipartimentale e pagamenti entro 15-30 gg. ho ricontrattato tutte le forniture e gestito la struttura in maniera soddisfacente. Si ripiomberà nella gestione più costosa ed inefficiente. Mario Santoro Università di Palermo
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mentre il sistema bancario si chiede del fallimento dei prestiti d’onore che impegnano nei primi 10 o più anni i lauerati con un lavoro precariato (genrazione 1000/euro mensili)che non consente più margini di produzione di ricchezza . Qui si parla di borse di studio e prestiti d’onore ? :iL sistema è al collasso 66 Università * 41 Università private hanno determinato come nella sanità pubblica un sottofinaziamento delle Università Statali (55%)e un finanziamento alle private arbitrario(v Costituzione italiana)con l’indebitamento di entrambe le istituzioni .Il Ministro ascolta,la crui non vede,il Cun Tace.Le famiglie italiane non possono sopportare il peso di un sotto finanziamento voluto ad arte ,
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