L’Aquila

= 3 aprile 2012.  Lettera di Ferdinando di Orio, rettore dell’Università dell’Aquila, al ministro Francesco Profumo contro l’abolizione del fondo riservato ai giovani ricercatori. Si trattava del 10% degli stanziamenti per la ricerca in Italia:  oltre 100 finanziamenti, da circa 500 mila euro l’uno.

= 30 marzo 2012. Lettera di Ferdinando di Orio, rettore dell’Università dell’Aquila, al Presidente della CRUI sull’abolizione del valore legale dei ritoli di studio, “una delle ultime garanzie rimaste dal punto di vista professionale e, in particolare, per tutti quei giovani che potrebbero trovare in tale decisione una ragione in più per non iscriversi all’Universita’”. Di Orio chiede “di per porre all’ordine del giorno della prossima assemblea CRUI un punto specifico su questa delicata questione”.
 Per approfondire l’argomento cliccare qui.

= 3.12.10. Invitiamo a leggere  l’intervento di Ferdinando di Orio, rettore dell’Aquila, contro il DDL. Di Orio, tra l’altro, scrive che il DDL è “solo l’ultima e più recente versione di un attacco antico e trasversale all’autonomia universitaria” e ritiene tardivo il “il tentativo di distinguere tra il DDL di riforma da un lato e la Legge Finanziaria dall’altro, per cui solo a quest’ultima andrebbero addebitati la riduzione dei finanziamenti all’Universita’, la decimazione del corpo docente, la precarizzazione dei giovani”, cosi’ come ha fatto recentemente il Rettore di Roma 3 nel suo intervento sul Riformista “Non si cambia l’università salendo sui tetti”. E poi: “Il paradigma reaganian-thatcheriano dell”affamare la bestia’ domina la strategie governative sull’Università e rappresenta il dato di partenza che condiziona negativamente qualsivoglia valutazione di merito dei singoli interventi contenuti nel DDL”. Ed ancora: “Il ridimensionamento del sistema, infatti, non e’ giustificato solo da esigenze di risparmio relative alla finanza pubblica, ma si sposa perfettamente con una filosofia di fondo che intende premiare una presunta eccellenza di pochi Atenei, magari privati o privatizzati, come se fosse possibile enuclearla, privilegiandola, rispetto ad un sistema che viene invece giudicato improduttivo ed inefficiente.
Ma ciò che certifica la qualità del sistema formazione/ricerca/sviluppo di un paese non è la presenza di pochi Atenei eccellenti, quanto piuttosto la sua capacita’ media di essere competitivo tra i paesi a sviluppo avanzato.”.

= 10.10.10. Un Rettore contro il DDL. Ferdinando di Orio, rettore dell’Università dell’Aquila, si è espresso pubblicamente ed esplicitamente contro il DDL. Di Orio ha, tra l’altro, dichiarato che la presenza degli ‘esterni’ nel CdA “è la fine del sapere critico, dell’autonomia delle ricerca”: “non è un caso che il provvedimento Gelmini ha avuto come grande sostenitore Confindustria”.
     Lettera inviata da di Orio al Presidente della CRUI e una sua intervista.

= Il Senato Accademico contro il DDL (v. Comunicato Stampa).

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Graziano
Graziano
14 anni fa

Nel cap. 18 del Genesi si narra di come Dio si lasciò impietosire da Abramo promettendogli che avrebbe salvato Sodoma se si fossero trovati almeno dieci giusti. Il senso del racconto è chiaro: qualunque “luogo” può essere salvato da una minoranza. Anche l’Università, dove i giusti sono certamente più di dieci.chi ha finora giustamente operato non deve sentirsi oppresso e condannato irrimediabilmente all’impotenza. E non deve nemmeno rassegnarsi a quelle componenti del mondo universitario che pensano basti piegarsi, come il giunco sotto la piena, perché nulla in sostanza muti. Con questa rassegnazione la miglior parte del corpo accademico – che non teme nessuna valutazione e nessun confronto scientifico – legittima le ragioni del disprezzo di cui esso è investito, e contribuisce con le sue stesse mani a corrompere la figura dell’Università italiana di fronte alla comunità scientifica .
La lettera del rettore Iorio si pone come un giusto,pienamente condivisibile dalla nostra comunità.

Giovanni Falaschi
Giovanni Falaschi
14 anni fa

La lettera del Rettore di Iorio è assolutamnete condivisibile, e mi fa provare vergogna per gli altri Rettori che eventualmente non la condividano.