Invitiamo a leggere l‘intervento “L’Università feudale” di Alberto Lombardo, dell’Università di Palermo. Lombardo, dopo una articolata analisi del DDL governativo e della situazione dell’Università italiana, conclude: “La struttura dell’università che emerge è di tipo neo-feudale.
Il potere fluisce dall’alto, dal Ministro, che ha in mano i cordoni della borsa. Da esso trovano legittimità una ristretta casta dei vassalli-rettori, i soli che hanno già maturato quelle “esperienze” che consentiranno loro di sedere a capo di questi feudi e interloquire con i potentati esterni.
Più in basso valvassori e valvassini (ordinari e associati), che aspirano a salire di rango, il cui potere di controllo democratico è eliminato e che anzi sono estremamente ricattabili, perché possono essere esclusi da finanziamenti, e finanche progressioni di carriera.
Alla fine la plebe dei precari, spremuti come limoni e poi buttati, se non riescono ad ascendere alla casta dei garantiti.
In questo è tutta da costruire una sana politica di alleanze tra le varie componenti, tutte ricattabili dalle classi superiori: dagli ordinari, agli studenti, passando per i precari.
Per questo forse la politica di classe all’università è così difficile e gli atenei si sono trasformati da crogiolo di pensiero antagonista nel secolo scorso a pantano di conformismo, in cui si riescono ad accendere fuochi fatui.”
Subscribe
Login
0 Commenti