NON E’ SERIO che se a una persona (Francesco Giavazzi) una mattina viene in testa, per motivi suoi, che vadano bloccati i concorsi universitari gia’ banditi, vi sia un intero Governo che si precipita ad esaudirne i desideri.
NON E’ SERIO che per farlo si ricorra ad un provvedimento URGENTE (il decreto-legge 180/08), per correggere modalita’ concorsuali ‘tranquillamente’ in vigore da 30 anni (i concorsi a ricercatore) o da 10 anni (concorsi a ordinario e ad associato).
NON E’ SERIO che un’intera Commissione parlamentare (la Commissione Istruzione del Senato) e un intero ramo del Parlamento (il Senato) vengano costretti a prendere sul serio un provvedimento che non ha ne’ capo ne’ coda e che certamente non avra’ alcun rilevante effetto sui concorsi gia’ banditi che si dice di volere ‘moralizzare’.
NON E’ SERIO che gli organi di stampa, quasi all’unisono, titolino e scrivano di ‘messa a posto’ dei baroni, quando il DL sostanzialmente non riduce il potere baronale (‘nuove’ modalita’ di composizione delle commissioni), ma addirittura lo aumenta (possibilita’ di ‘trasformare’ i posti di ruolo in ‘posti’ precari). Il giornalismo italiano – si sa – non e’ d’inchiesta, ma ‘limitarsi’ spesso a fare da megafono ai poteri forti accademico-politici e’ troppo.
NON E’ SERIO che Organi universitari, che ritengono di rappresentare l’Universita’, di fatto avallino le strampalate e dannose scelte governative e, in alcuni casi, si stiano ‘riposizionando’ rispetto al grande movimento universitario di protesta, arrivando anche a contrapporvisi.
NON E’ SERIO che troppi docenti lascino al movimento il compito di difendere l’esistenza stessa dell’Universita’ statale, quando dovrebbero per primi preoccuparsi e occuparsi di quello che e’ il bene primario di un Paese civile.
NEL MERITO DEL DL 180
– 1. La ‘follia’ di intervenire su concorsi gia’ banditi.
L’iniziale pretesa di Francesco Giavazzi era l’annullamento dei concorsi gia’ banditi. Volendo salvare capra e cavoli, invece il Governo e il Senato hanno messo mano sulle modalita’ di scelta di una parte dei componenti delle commissioni di concorsi per i quali sono gia’ scaduti i termini di presentazione delle domande e per i quali sono stati gia’ nominati i membri ‘interni’. Lo ripetiamo: e’ una follia giuridica e accademica intervenire su concorsi gia’ abbondantemente avviati, anche perche’ si andra’ incontro a una sventagliata di ricorsi che potranno portare di fatto al loro blocco, come abbiamo gia’ scritto anche recentemente (v. il documento dell’ANDU “I concorsi del DL 180 richiesto da Giavazzi” del 16.11.08, nota 1) E certamente tale prospettiva non sara’ evitata da quanto deciso dall’Aula
del Senato: “le universita’ POSSONO fissare per una data non successiva al 31 gennaio 2009 un nuovo termine di scadenza della presentazione delle domande di partecipazione”, come si legge nel comma 8-ter dell’art. 1 del DL 180 (per il testo del DL approvato dal Senato v. nota 2). Tale possibilita’, se mai, aumentera’ il ‘materiale’ per i ricorsi. Infatti, su che base le Universita’ decideranno o meno, per ogni singolo bando, la riapertura dei termini di presentazione delle domande? Che senso avrebbe, in particolare, che nello stesso settore alcuni concorsi siano ‘riaperti’ e altri non lo siano? E soprattutto quando e’ mai successo che nei concorsi universitari si sia potuto presentare domanda DOPO che una parte della
commissione (il membro ‘interno’) era stata formalmente nominata? E tutto questo per non cambiare praticamente nulla, visto che il potere di cooptazione personale, esercitato da decenni in questi finti concorsi, non e’ sostanzialmente intaccato per il fatto che nella Commissione rimane presente il membro ‘interno’ e, soprattutto, rimane alla Facolta’ (cioe’, di fatto, al ‘maestro’ che ha ottenuto il bando del posto da ‘assegnare’ al proprio ‘allievo’) la possibilita’ di non chiamare nessuno degli idonei, nel caso in cui la commissione non dovesse idoneare colui per il quale il
posto e’ stato bandito.
– 2. Istigazione al precariato.
La vera novita’, devastante, del DL 180 e’ quella contenuta nel comma 3 dell’art. 1:
“Ciascuna universita’ destina tale somma per una quota non inferiore al 60 per cento all’assunzione di ricercatori a tempo indeterminato, nonche’ di contrattisti ai sensi dell’articolo 1, comma 14, della legge 4 novembre 2005, n. 230 (legge Moratti, ndr)”.
Si tratta di una vera e propria istigazione alla precarizzazione: di fronte al prossimo pensionamento di quasi la meta’ degli attuali docenti di ruolo e di fronte all’intollerabile e dannoso fenomeno di oltre 50.000 docenti precari, si consente di ‘spostare’ le risorse oggi impiegate per pagare il personale di ruolo al reclutamento di altri precari, dando cosi’ nuova linfa al potere baronale. Un potere che dovra’ comunque essere combattuto nei singoli Atenei anche sul terreno dell’uso delle risorse per il personale docente. Insomma non dovra’ essere piu’ tollerata la crescita a dismisura del numero dei precari e dovra’ essere imposto l’impiego delle
risorse per il bando di posti di ruolo, come chiedono giustamente anche i precari (v. il documento “Alcune valutazioni sul DL 180”, nota 3).
1 dicembre 2008
– Nota 1. Per leggere il documento dell’ANDU “I concorsi del DL 180 richiesto da Giavazzi” del 16.11.08 cliccare:
http://www.orizzontescu ola.it/oriz zonte/article21270.html
– Nota 2. Per leggere il nuovo testo del DL 180 approvato il 29.11.08 dal Senato cliccare:
http://www.francesco.m usacchia.name/200 8/11/30/nuovo-dl-180senato/
– Nota 3. Per leggere il documento “Alcune valutazioni sul DL 180”, elaborato da dottorandi e precari di Roma, cliccare:
http://www.francesco .musacchia.na me/2008/12/01/andu-2/