Il PD ha recentemente avanzato “Dieci proposte” per “il futuro dell’Universita’ italiana (v. nota). L’ANDU, in diverse ‘puntate’, analizzera’ e valutera’ alcune delle “Dieci proposte” del PD. In questo documento, dopo una premessa di carattere generale, l’ANDU affrontera’ la questione della cosiddetta governance. Le ‘nuove’ proposte del PD sono sostanzialmente quelle elaborate e sostenute da anni da un gruppo di accademici che, a partire dal 1990, ha ‘determinato’ l’emanazione delle principali norme che stanno portando allo smantellamento del Sistema nazionale delle Universita’ statali. Norme sempre sostenute e imposte in nome della “autonomia responsabile” degli Atenei, lo stesso ‘principio’ che sta esplicitamente alla base anche delle “Dieci proposte”. In nome della “autonomia responsabile” degli Atenei si e’ cominciato con l’autonomia finanziaria che e’ servita a far gestire la progressiva riduzione dei fondi, portando gli Atenei verso il collasso. Si e’ continuato con la finta autonomia statutaria, congegnata per assicurare la conservazione degli assetti di potere esistenti. E quando sono state operate scelte in qualche misura realmente innovative (p.e. la non automatica presenza dei Presidi nel Senato Accademico), ministero e ‘giustizia’ amministrativa hanno ripristinato l’ordine precedente. Questa pseudo-autonomia statutaria non ha evitato, tra l’altro, quel fenomeno ‘poco elegante’ dei ‘rettori eterni’ che ha interessato troppi Atenei e che ha ulteriormente evidenziato un sistema di gestione ‘privatistica’ che i teorici dell”aziendalizzazione’ (sempre in nome “dell’autonomia responsabile”, naturalmente”!) vorrebbero ancor piu’ rafforzare.
E’ venuta poi l’autonomia concorsuale che, come e’ stato allora propagandato, avrebbe dovuto sconfiggere le mafie dei concorsi nazionali, e che si e’ dimostrata invece, come l’ANDU aveva previsto e denunciato, lo strumento per accrescere il localismo e il nepotismo, con gli ‘annessi’ fenomeni di clientelismo e di arbitrio, che tutti ora riconoscono. Nel frattempo si e’ imposta la controriforma del CUN, per cancellare l’idea stessa di un Organo di rappresentanza e coordinamento delle
Universita’. Organo che, per difendere il Sistema nazionale degli Atenei dai poteri forti accademico-politici, dovrebbe essere composto da rappresentati di tutte le componenti universitarie (docenti, tecnico-ammnistrativi, studenti), eletti in maniera diretta, non corporativa e non frammentata. L’assenza di questo Organo sta privando l’Universita’ di una valida rappresentanza istituzionale in un momento in cui e’ in gioco la sopravvivenza stessa dell’Universita’ statale; rappresentanza che non puo’ essere esercitata e non e’ esercitata ne’ da questo CUN ne’ dalla CRUI. L’autonomia didattica ha prodotto quel netto peggioramento della
formazione che e’ sotto gli occhi di tutti, tranne di coloro che quella ‘riforma’ hanno ‘inventato’ e imposto. Inoltre, in tutti questi anni si e’ praticata la politica del ‘lasciar andare’ nei confronti dello sperpero di risorse per inventare nuove sedi
nate per soddisfare limitati interessi accademico-politici Tutto questo e’ stato ‘condito’ con il progressivo taglio dei fondi e con ripetuti blocchi dei concorsi. Ora quella oligarchia che ha elaborato, propagandato e fatto approvare i suddetti provvedimenti, si propone, ancora una volta, come ‘salvatrice della patria’, con soluzioni che sono in piena continuita’ con il suo precedente operato e che porterebbero alla definitiva scomparsa di quel che resta dell’Universita’ statale, di massa e di qualita’.
LA GOVERNANCE DEL PD: IL RETTORE SOVRANNO ASSOLUTO ELETTIVO
Tutte le proposte del PD sono all’insegna di “piu’ autonomia responsabile” per i singoli Atenei, ed e’ quindi ‘logico’ che in tutto il documento non vi sia alcun accenno al Sistema nazionale degli Atenei. L’ANDU invece, come gia’ detto, ritiene INDISPENSABILE, per la difesa dell’autonomia del Sistema nazionale delle Universita’ e quindi dell’autonomia dei singoli Atenei, la costituzione di un Organo democratico di valida rappresentanza di tutto il mondo universitario. Nella proposta n. 5 (“Governance universitaria piu’ responsabile, efficace ed efficiente”) del PD l'”autonomia responsabile” degli Atenei viene ‘tradotta’, nei fatti, nella totale autonomia del Rettore al quale si attribuiscono ruolo e poteri che ne fanno un sovrano assoluto elettivo. Infatti il Rettore si sceglie il suo governo (il Consiglio di
Amministrazione), che “delibera TUTTE le scelte gestionali dell’universita’”. Al Senato Accademico rimane solo il potere di deliberare “lo statuto e tutti i regolamenti”, mentre l’attuale Consiglio di Amministrazione, oggi composto dai rappresentanti eletti dalle varie categorie, e’ cancellato. Questi due Organi collegiali sono sostituiti, di fatto il primo e anche formalmente il secondo, dal nuovo Organo scelto dal Rettore (il Consiglio del Principe). Insomma dall’attuale pur imperfetta democrazia si passerebbe al rettore-padrone assoluto dell’Ateneo che, tra l’altro, avra’ modo, con i suoi immensi poteri, di ‘costruirsi’ il suo successore. Un modello illiberale, l’opposto della partecipazione democratica alla
gestione dell’Ateneo da parte di tutte le sue componenti. Attraverso questo modello si rafforzerebbe enormemente il potere delle varie oligarchie degli Atenei, completando quella gestione privatistica delle risorse pubbliche che e’ la ‘traduzione’ tutta italiana della privatizzazione dell’Universita’.
LA PROPOSTA DELL’ANDU
A queste e a similari ipotesi antidemocratiche di organizzazione degli Atenei, l’ANDU da anni contrappone un modello di organizzazione democratica, responsabile, efficace ed efficiente, che oggi propone anche ad un movimento di protesta, il quale certo non si sta mobilitando per rafforzare quel sistema di poteri che sta portando alla scomparsa dell’Universita’.
GOVERNO DEL SISTEMA NAZIONALE E ORGANIZZAZIONE DEGLI ATENEI
– Sistema nazionale
Occorre prevedere un unico Organo di autogoverno del Sistema nazionale
delle Universita’ direttamente eletto da tutte le componenti (docenti, tecnico-amministrativi, studenti) del mondo universitario, con una rappresentanza non frammentata (5 o 6 aree equivalenti) e non corporativa (elettorato attivo e passivo comuni) delle tre fasce della docenza. Alle Conferenze nazionali dei Rettori, dei Presidi e dei Direttori di Dipartimento dovrebbero essere riconosciuti specifici ruoli.
– Organizzazione degli Atenei
Il Rettore deve essere eletto da tutti i docenti (professori e ricercatori), con una consistente partecipazione dei tecnico-amministrativi e degli studenti. Il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione dovrebbero essere sostituiti da un “Consiglio di Ateneo” i cui componenti dovrebbero essere tutti direttamente eletti, con una rappresentanza dei docenti non frammentata e non corporativa. Il Consiglio di Ateneo dovrebbe eleggere al suo interno un Presidente. Negli Atenei dovrebbero essere previsti specifici ruoli per i Collegi dei Presidi, dei Direttori di Dipartimento e dei Presidenti dei Consigli di Corso di Studio. Potrebbe essere previsto un Organo di gestione (un “Esecutivo di Ateneo”), eletto dal Consiglio di Ateneo, da affiancare al Rettore. Il Rettore e tutti i componenti del Consiglio di Ateneo devono essere interni all’Ateneo stesso. Le strutture portanti dell’Ateneo devono diventare i Consigli di Corso di Studi per la didattica e i Dipartimenti per la ricerca. Nei Dipartimenti, rivedendone i criteri di formazione e le dimensioni, si dovrebbero ‘incardinare’ i docenti, togliendo ai Consigli di Facolta’ la ‘gestione’
dei posti e assegnando loro compiti di coordinamento dei Corsi di Studio. La composizione e i compiti delle strutture degli Atenei devono essere normati dalla legge.
3 novembre 2008
– Nota. Per leggere le “Dieci proposte del governo ombra del Partito Democratico” cliccare:
http://download.repubblica.it/pdf/2008/PD-proposte-universita.pdf