Appello all’Università

08 aprile 2008 – ANDU
Anche in questa campagna elettorale sono stati rivolti ai Responsabili dei Partiti vari “Appelli” per l’Universita’.

L’ANDU, invece, non rivolge alcun “Appello” ai Responsabili dei Partiti perche’ nei Partiti i Responsabili politici non hanno mai avuto voce in capitolo sulle questioni universitarie, che nel Governo e nel Parlamento sono sempre state di ‘competenza’ della lobby accademico-politica trasversale.

Da anni l’ANDU denuncia e documenta l’azione di questa lobby che opera ‘sotto’ ogni Governo per controllare sempre piu’ le risorse pubbliche per l’Universita’, dirottandole verso i ‘propri’ centri di auto-proclamata eccellenza, come ha gia’ fatto con l’IIT di Genova, il SUM di Firenze e l’IMT di Lucca, e come ancora piu’ vuole fare attraverso l’ANVUR, una Agenzia ministeriale spacciata per “terza”.

L’esperienza dei due ultimi Governi mostra ulteriormente come a decidere sull’Universita’ sono piu’ il Ministero dell’Economia, il Consiglio di Stato e la Corte dei Conti, che i ‘competenti’ Ministri, Sottosegretari e Consiglieri. Quest’ultimi comunque si sono dati da fare per ‘pasticciare’ norme e provvedimenti che hanno ancor piu’ danneggiato l’Universita’: Legge Moratti, Regolamento sui concorsi a ricercatore, ANVUR, reclutamento ‘straordinario’, “3 + 2”, concorsi a professore, stato giuridico, dottorato di ricerca, ecc.

L’attuale Ministro ha pero’ ‘superato’ tutti i suoi predecessori nei comportamenti non democratici, rifiutandosi di incontrare e di confrontarsi con le Organizzazioni della Docenza. Un Ministro che appena pochi giorni dopo il suo insediamento si era gia’ fatto “‘influenzare’ da quei poteri forti accademici che hanno deciso di finire in questa legislatura il lavoro di demolizione dell’Universita’ statale, di massa e di qualita’, iniziato da oltre un decennio”, come l’ANDU ha ‘tempestivamente’ scritto in un suo documento del 20 luglio 2006 dal titolo “Dalla padella a Mussi?” (v. nota).

Sempre in quel documento del 20 luglio 2006 l’ANDU aveva scritto: “Contro questo progetto occorre far ripartire al piu’ presto il movimento unitario di protesta che si e’ espresso contro il DDL Moratti e a favore di un’Universita’ al servizio degli studenti e del Paese e non degli interessi ‘privatistici’ di una ristretta oligarchia accademica trasversale.”

Ed e’ questo l’APPELLO che rivolgiamo anche ora a tutto il mondo universitario, perche’ solo con un forte e unitario movimento inter-categoriale, organizzato e autonomo da tutti i Partiti e dall’oligarchia accademica, sara’ possibile difendere e rilanciare l’Universita’ statale. Un movimento che deve definire un suo progetto, coerente e completo, di riforma democratica dell’Universita’.

In questa direzione riproponiamo il nostro progetto di riforma (qui sotto riportato), alternativo agli obiettivi della lobby accademico-politica trasversale. 7 aprile 2008 – Nota. Per leggere il documento dell’ANDU “Dalla padella a Mussi?” del 20.7.06: http://www.bur.it/sezioni/andu_archivio_2006.php 28 luglio2006

PROPOSTE DELL’ANDU SU DOCENZA UNIVERSITARIA E CONCORSI E SU GOVERNO DEL SISTEMA NAZIONALE E ORGANIZZAZIONE DEGLI ATENEI

DOCENZA UNIVERSITARIA E CONCORSI

Stato giuridico nazionale dei docenti collocati in un ruolo unico, articolato in tre fasce con uguali mansioni.
Ingresso (v. specificazioni sotto) nel ruolo docente per concorso nazionale (prevalentemente nella terza fascia) e passaggio di fascia per idoneita’ nazionale individuale (a numero aperto), con immediato e pieno riconoscimento della nuova qualifica, senza l’ulteriore chiamata della Facolta’ dove il docente gia’ lavora e continuera’ a lavorare.
Per il passaggio di fascia e’ indispensabile prevedere uno specifico budget nazionale per i connessi incrementi stipendiali.
Le commissioni nazionali, per i concorsi e per i passaggi, devono essere interamente sorteggiate e composte di soli ordinari. Periodo pre-ruolo massimo di 3 anni in un’unica figura definita da una legge che preveda adeguata retribuzione, diritti (malattia, maternita’, ferie, contributi pensionistici) e liberta’ di ricerca, con un numero di posti rapportato a quello degli sbocchi nel ruolo della docenza.
Bando nei prossimi anni, su nuovi specifici e aggiuntivi fondi statali, di almeno 20.000 posti di terza fascia, con cancellazione dell’attuale giungla di figure precarie.
Trasformazione del ruolo dei ricercatori in terza fascia di professore, prevedendo la partecipazione di tutti ai Consigli di Facolta’ e l’accesso ai fondi di ricerca anche per i professori di terza fascia non confermati.
Distinzione tra tempo pieno e tempo definito con esclusione per i docenti a tempo definito dalle cariche accademiche e dalle commissioni concorsuali.

– Specificazioni sul reclutamento.
I concorsi per i posti nella fascia iniziale della docenza (oggi il ruolo dei ricercatori) devono essere espletati a livello nazionale, ‘concentrando’, con cadenza certa, i posti banditi in autonomia dai vari Atenei su fondi propri e/o ministeriali.
La scelta dei vincitori deve essere fatta da una commissione nazionale composta solo da ordinari direttamente sorteggiati, tutti appartenenti a sedi diverse ed escludendo quelli degli Atenei che hanno bandito i posti.
Ai candidati devono essere adeguatamente riconosciuti i periodi di attivita’ didattica e scientifica svolti a qualsiasi titolo: dottorato, assegni, borse, incarichi, ecc.

GOVERNO DEL SISTEMA NAZIONALE E ORGANIZZAZIONE DEGLI ATENEI
– Sistema nazionale
Occorre prevedere un unico Organo di autogoverno del Sistema nazionale delle Universita’ direttamente eletto da tutte le componenti (docenti, tecnico-amministrativi, studenti) del mondo universitario, con una rappresentanza non frammentata (5 o 6 aree equivalenti) e non corporativa (elettorato attivo e passivo comuni) delle tre fasce della docenza. Alle Conferenze nazionali dei Rettori, dei Presidi e dei Direttori di Dipartimento dovrebbero essere riconosciuti specifici ruoli.
– Organizzazione degli Atenei
Il Rettore deve essere eletto da tutti i docenti (professori e ricercatori), con una consistente partecipazione dei tecnico-amministrativi e degli studenti.
Il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione dovrebbero essere sostituiti da un “Consiglio di Ateneo” i cui componenti dovrebbero essere tutti direttamente eletti e, anche in questo caso, con una rappresentanza dei docenti non frammentata e non corporativa.
Il Consiglio di Ateneo dovrebbe eleggere al suo interno un Presidente.
Negli Atenei dovrebbero essere previsti specifici ruoli per i Collegi dei Presidi, dei Direttori di Dipartimento e dei Presidenti dei Consigli di Corso di Studio.
Potrebbe essere previsto un Organo di gestione (un “Esecutivo di Ateneo”), eletto dal Consiglio di Ateneo, da affiancare al Rettore.
Il Rettore e tutti i componenti del Consiglio di Ateneo devono essere interni all’Ateneo stesso.
Le strutture portanti dell’Ateneo devono diventare i Consigli di Corso di Studi per la didattica e i Dipartimenti per la ricerca. Nei Dipartimenti, rivedendone i criteri di formazione e le dimensioni, si dovrebbero ‘incardinare’ i docenti, togliendo ai Consigli di Facolta’ la ‘gestione’ dei posti e assegnando loro compiti di coordinamento dei Corsi di Studio.
La composizione e i compiti delle strutture degli Atenei devono essere normati dalla legge.

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