Abbiamo piu’ volte sostenuto che “la previsione del titolo di dottore di ricerca quale prerequisito per ottenere l’assegno di ricerca costituirebbe una gravissima discriminazione nei confronti di quei precari che non hanno avuto l”opportunita” di accedere al dottorato. Questa scelta potrebbe essere presa in considerazione solo DOPO la cancellazione del precariato e solo DOPO la riforma del dottorato che dovrebbe diventare il terzo (e ultimo) livello della formazione universitaria.” (dal documento dell’ANDU “Ministero, precariato e ANVUR” del 16 giugno 2007″, v. nota)). Sulla necessita’ e l’urgenza della riforma del dottorato di ricerca
invitiamo a leggere l’interessante intervento di Luigi Cancrini “Dottorandi nel sistema Italia. Un mondo da riformare”, apparso nell’Unita’ del 23 luglio 2007. Per leggere l’articolo:
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2007/07/23SI91067.PDF
La riforma del dottorato deve essere inserita nella riforma del reclutamento e della carriera dei docenti universitari (v. in calce la proposta dell’ANDU).
– Nota. Per leggere il documento dell’ANDU “Ministero, precariato e ANVUR” del 16.6.07: http://www.bur.it/sezioni/sez_andu.php 19 giugno 2007
PROPOSTA DELL’ANDU DI RIFORMA DELLA DOCENZA UNIVERSITARIA
– DOCENZA
Stato giuridico nazionale dei docenti collocati in un ruolo unico, articolato in tre fasce con uguali mansioni. Ingresso (v. specificazioni sotto) nel ruolo docente per concorso nazionale (prevalentemente nella terza fascia) e passaggio di fascia per idoneita’ nazionale individuale (a numero aperto), con immediato e pieno riconoscimento della nuova qualifica, senza l’ulteriore chiamata della Facolta’ dove il docente gia’ lavora e continuera’ a lavorare. Per il passaggio di fascia e’ indispensabile prevedere uno specifico budget nazionale per i connessi incrementi stipendiali. Le commissioni nazionali, per i concorsi e per i passaggi, devono essere interamente sorteggiate e composte di soli ordinari. Periodo pre-ruolo massimo di 3 anni in un’unica figura definita da una legge che preveda adeguata retribuzione, diritti (malattia, maternita’, ferie, contributi pensionistici) e liberta’ di ricerca, con un numero di posti rapportato a quello degli sbocchi nel ruolo della docenza. Bando nei prossimi anni, su nuovi specifici e aggiuntivi fondi statali, di
almeno 20.000 posti di terza fascia, con cancellazione dell’attuale giungla di figure precarie. Trasformazione del ruolo dei ricercatori in terza fascia di professore,
prevedendo la partecipazione di tutti ai Consigli di Facolta’ e l’accesso ai fondi di ricerca anche per i professori di terza fascia non confermati. Distinzione tra tempo pieno e tempo definito con esclusione per i docenti a tempo definito dalle cariche accademiche e dalle commissioni concorsuali. Specificazioni sul reclutamento. I concorsi per i posti nella fascia iniziale della docenza (oggi il ruolo dei ricercatori) devono essere espletati a livello nazionale, ‘concentrando’, con cadenza certa, i posti banditi in autonomia dai vari Atenei su fondi propri e/o ministeriali. La scelta dei vincitori deve essere fatta da una commissione nazionale composta solo da ordinari direttamente sorteggiati, tutti appartenenti a sedi diverse ed escludendo quelli degli Atenei che hanno bandito i posti. Ai candidati devono essere adeguatamente riconosciuti i periodi di attivita’ didattica e scientifica svolti a qualsiasi titolo: dottorato, assegni, borse, incarichi, ecc.