10 agosto 2007 – ANDU
Riportiamo il secondo intervento di Guido Martinotti sul dottorato. (Martinotti si riferisce ad un precedente intervento di Franco Di Quarto che si riporta in calce)
“Non vorrei entrare nel dettaglio del mio disaccordo, ma indicare tre punti fattuali piu’ una constatazione finale:
A) Che il dottorato sia il terzo livello dell’istruzione superiore non lo dico io, ma lo dice un accordo internazionale, come ci ricorda Luciano Guerzoni: “Preciso soltanto che alla previsione del dottorato come terzo livello della formazione universitaria l’Italia e’ gia’ impegnata, al pari degli altri 44 paesi europei del “Bologna Processus”, dal comunicato congiunto del vertice di Berlino (2003).”. Non voglio entrare nella discussione se a me piaccia o no, perche’ non si puo’ sempre ripartire da zero in tutto. E’ la scelta del dottorato europeo, noi come paese abbiamo aderito e io come cittadino do per acquisito questo tratto.
B) Il dottorato americano e’ altra cosa e sostanzialmente, nella pratica, l’apprendistato per la carriera universitaria, anche se poi in base alle discipline (in sociologia per esempio circa l’80% prosegue in universita’, ma in altre materie vanno in parte all’industria, che pero’ fa ricerca)i PhDs hanno destini i piu’ vari. Compreso quello, come PhD candidates di nutrire l’amplissimo precariato in espansione degli adjuncts. Vedi lo sciopero a NYU del 2005.
C) Non ho mai detto da nessuna parte che il dottorato non deve essere attivita’ di ricerca. In quello che coordino personalmente il Dottorato Interdisciplinare sulla Societa’ dell’informazione (DISI) – che comprende oltre ai sociologi e pedagogisti “umanisti”, psicologi “sperimentali”, docenti di scienze ambientali e Informatica – i borsisti sono fortemente incoraggiati a entrare nei diversi programmi di ricerca del Programma QUA_SI, da cui dipende il dottorato. Semmai il dottorato attuale viene in genere accusato di non fornire abbastanza didattica formale.
D) Nella proposta di nuovo dottorato elaborata dal Ministero il legame tra ricerca e didattica e’ ritenuto condizione essenziale per l’attivazione di un dottorato. Concordo al 100%e non ho mai pensato diversamente. Poi ognuno ha le opinioni che ha. La mia e’ che gli studenti universitari, a tutti i livelli debbano contribuire sostanziosamente agli studi che daranno loro una posizione favorita nelle societa’. E che la collettivita’ debba contribuire alle spese di coloro che sono bisognosi, come impone la Costituzione italiana, con meccanismi di attribuzione che siano il piu’ possibile lontani e indipendenti ( starei per dire schermati) dagli accertamenti di merito che non ne devono venire influenzati ne’ in un senso ne’ nell’altro. Che poi se i figli di papa’ vogliono pagarsi una gita nel dottorato, non me ne potrebbe interessare piu’ che di una bottiglia vuota, come dice Porthos. Se son bravi che paghino full fare. Se son cretini non verranno ammessi. GM”
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L’intervento di Di Quarto