Il ministro Fabio Mussi aveva ripetutamente assicurato che avrebbe emanato il “Regolamento per le procedure di reclutamento dei ricercatori” entro il 31 marzo 2007, termine previsto dalla Finanziaria 2007. Ad oggi, 19 aprile, non ci risulta che il Ministro abbia inviato al CUN e alla CRUI lo Schema di articolato del Regolamento per ottenere i prescritti pareri, che vanno acquisiti prima di emanarlo con un decreto ministeriale. L’unico atto ufficiale riguardante il Regolamento rimane quello costitito dalle “Linee-guida per il Regolamento per le procedure di reclutamento dei ricercatori” che il 22 marzo il Ministero ha inviato alle Organizzazioni universitarie. Le “Linee-guida” sono state oggetto di un confronto col Ministro il 26 marzo (sulle “Linee-guida” v. il documento dell’ANDU “Il rettore-manager-padrone”, nota 1). Il 12 aprile l’on. Ferdinando Latteri, responsabile per l’universita’ della Margherita, nel suo intervento “Ministro Mussi, cosi’ non va” sul
quotidiano Europa (nota 2), ha duramente criticato “Le linee-guida” elaborate dal Ministero. Nell’intervento il prof. Latteri sostiene che “la proposta risulta gravemente lesiva dell’autonomia dei gruppi di ricerca esistenti nelle varie strutture accademiche”e che essa farebbe venire “meno qualunque possibilita’ di esercitare la funzione di cooptazione che e’ alla base di qualunque sistema di ricerca in qualunque parte del mondo e che garantisce l’efficienza dell’attivita’, ovviamente, presupponendo la responsabilita’ dell’istituzione che esercita e controlla la stessa cooptazione”. Latteri aggiunge che la “selezione di ateneo” e’ “inopinatamente attribuita a poteri incontrollabili da parte delle facolta’ richiedenti e, ancor meno,
da parte dei gruppi di ricerca”. In sostanza Ferdinando Latteri sostiene che la procedura descritta dalle “Linee-guida”, che prevede che una ‘commissione’ nazionale-internazionale indichi una lista di possibili vincitori uno dei quali sara’ scelto dall’Ateneo che ha bandito il posto, sarebbe lesiva dell'”autonomia dei
gruppi di ricerca” a differenza di quanto sarebbe finora accaduto. Eppure fino ad oggi la SCELTA del vincitore e’ stata FORMALMENTE affidata ESCLUSIVAMENTE ad una commissione la cui maggioranza e’ espressa dalla
comunita’ nazionale (art. 3 del D.P.R. 23/03/2000 n. 117). Come e’ possibile che il meccanismo concorsuale attuale, che consente formalmente ad una commissione di imporre alle “facolta’ richiedenti” e ai “gruppi di ricerca” come vincitore un qualsiasi candidato, sia ritenuto piu’ rispettoso della “funzione di cooptazione” di quanto non lo sia il meccanismo previsto dalla proposta ministeriale? Questa proposta, per la prima volta, consente formalmente agli Atenei di scegliere il vincitore del concorso a ricercatore. La spiegazione e’ semplice. Al di la’ dei poteri formali, le commissioni attuali hanno svolto il compito di ratificare la ‘prescelta’ del vincitore, che e’ sempre stato l’allievo ‘coltivato’ dal ‘maestro’, il quale e’ riuscito a farsi bandire il posto dalla propria Facolta’.
Le critiche di Latteri tendono, di fatto, al mantenimento dell’attuale potere di cooptazione personale, con i connessi fenomeni di nepotismo e di clientelismo.
La cooptazione personale ha sempre avuto la sua massima espressione nel
FINTO concorso a ricercatore, che costituisce il momento di ingresso nel
ruolo della docenza. La cooptazione personale rappresenta il pilastro del controllo scientifico e umano del ‘maestro’ sul proprio ‘allievo’, controllo che comincia dalla
laurea, continua nel lungo periodo di precariato e prosegue, dopo il concorso a ricercatore, lungo lo sviluppo della carriera. In Italia, per eliminare sul serio il nepotismo e’ necessario sottrarre totalmente al singolo ‘maestro’ la scelta del vincitore del concorso a ricercatore, affidandola totalmente e realmente alla comunita’ nazionale, impedendo pero’ che a quel livello prevalgano i gruppi dominanti. Per questo l’ANDU ha sempre sostenuto che i concorsi per il reclutamento nel ruolo della docenza debbano essere gestiti da commissioni nazionali composte da soli ordinari tutti sorteggiati. Abbiamo anche detto che e’
necessario che nessuno dei componenti di ciascuna delle commissioni nazionali appartenga alla sede che ha bandito il concorso (per impedire il prevalere di interessi locali) e tutti siano di sedi diverse (per non dare troppo spazio alle sedi ‘forti’). Quanto finora previsto dal progetto ministeriale per la fase nazionale dei
concorsi a ricercatore accoglie tutte le richieste dell’ANDU, eccetto quella importantissima che i ‘commissari’ appartengano tutti a sedi diverse. Per quanto riguarda la fase locale prevista dal progetto ministeriale c’e’ da apprezzare che in una recente versione non ufficiale di articolato del Regolamento (nota 3) non sia piu’ prevista la partecipazione del Rettore alla Commissione concorsuale e che siano previsti nella Commissione solo professori ordinari. Inoltre non e’ piu’ previsto che la parte ‘non competente’ della Commissione esprima una valutazione sulle prove dei candidati. Infine e’ stata tolta l’incongrua e illegittima previsione che
in caso di mancata conferma del ricercatore sia sottratto all’Ateneo il relativo budget. Queste importanti modifiche, se confermate, ridurrebbero le distorsioni
derivanti dal volere comunque prevedere una fase locale nell’iter del concorso. Una fase che serve a recuperare – anche se solo parzialmente – il ruolo del ‘maestro’ e che rende la procedura piu’ lunga e farraginosa. Lo ripetiamo, per tagliare alla radice il nepotismo e la corruzione nei concorsi a ricercatore la soluzione e’ quella da anni da noi indicata e che qui, ancora una volta, riportiamo.
Proposta dell’ANDU sul reclutamento.
I concorsi per i posti nella fascia iniziale della docenza (oggi il ruolo dei ricercatori) devono essere espletati a livello nazionale, ‘concentrando’, con cadenza certa, i posti banditi in autonomia dai vari Atenei su fondi propri e/o ministeriali. La scelta dei vincitori deve essere fatta da una commissione nazionale composta solo da ordinari direttamente sorteggiati, tutti appartenenti a sedi diverse ed escludendo quelli degli Atenei che hanno bandito i posti. Ai candidati devono essere adeguatamente riconosciuti i periodi di attivita’ didattica e scientifica svolti a qualsiasi titolo: dottorato,
assegni, borse, incarichi, ecc.
19 aprile 2007
– Nota 1. Per leggere il documento dell’ANDU “Il rettore-manager-padrone”:
http://www.bur.it/sezioni/sez_andu.php 27 marzo 2007
– Nota 2. Per leggere l’intervento di Ferdinando Latteri “Ministro Mussi, cosi’ non va”, apparso su Europa del 12.4.07:
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2007/04/12SI64018.PDF
– Nota 3. Per leggere la “Bozza del 4/4/2007 dello Schema di decreto ministeriale concernente regolamento sulle modalita’ di svolgimento dei concorsi per ricercare universitario”: http://www.di.unipi.it/~ghelli/unilex/bozza.4.4.finale.pdf