“CORROTTI”, “ECCELLENTI” E “SOVRANI”

Nell’intervento di Alberto Abruzzese “Nell’universita’ ‘democraticista’ sono corrotto anch’io”, apparso sul Riformista del 30 gennaio 2007 (v. nota), tra l’altro si legge: “O si cambiano le regole o saranno proprio le regole a portarci alla rovina. O si affoga in una malattia generalizzata oppure si inventano nuov modi di garantire organizzazioni efficienti e produttive in grado di rimpiazzare ideologia e forme degli attuali organi collegiali (consigli di ateneo, consigli di amministrazione, consigli di facolta’ e di corsi di laurea, direzioni di dipartimento e via dicendo)”.Da anni l’ANDU propone una riforma radicale dell’Universita’ per assicurarne efficienza e qualita’. Per questo si deve eliminare la cooptazione personale nella formazione, il
reclutamento e la carriera dei docenti, che si basa sul localismo delle scelte, con gli ‘annessi’ fenomeni di nepotismo e di clientelismo. Assieme alla riforma della docenza occorre, nell’ambito di un Sistema di autogoverno nazionale delle Universita’, riorganizzare gli Atenei, prevedendo una nuova composizione e nuovi compiti degli Organi collegiali, per realizzare una maggiore partecipazione e per rendere finalmente effettiva la democrazia nell’Universita’ (v. in calce le proposte dell’ANDU).
Solo con queste riforme si puo’ impedire la definitiva cancellazione
dell’Universita’ statale, di massa e di qualita’, e si possono smantellare
i potentati accademici che la stanno portando alla rovina e che Abruzzese
descrive nell’ultima parte del suo intervento che qui riportiamo: “(.) a compiere scelte decisive in un momento cosi’ drammatico per noi e soprattutto per coloro per i quali lavoriamo, ci sono sempre di piu’ persone dei “quartieri alti”. In ogni diramazione della stampa, della televisione, dell’imprenditoria, della politica, questi docenti eccellenti sono sovrani (si mettano o meno in vista, a seconda delle loro inclinazioni e del loro calcolo o anche secondo le opportunita’ del caso): qualcuno di loro ha straordinarie doti strategiche e tattiche, e va detto che, al contrario dei loro colleghi dei “quartieri bassi”, spesso si tratta di sofisticati conoscitori della macchina universitaria, infaticabili e espertissimi suoi artifici. Splendidi costruttori di trame, anche se svuotano dall’interno i palazzi che edificano, resi sicuri da un potere che nessuno e’ piu’ in grado di togliere loro (potrebbe consentirlo solo
l’annunciato ricambio generazionale di un prossimo massiccio pensionamento,
ma rischia di avvenire agli ultimi cancelli proprio delle generazioni in uscita). Ho fatto un sogno: un mondo nuovo in cui questi signori dell’universita’, grazie alla sicurezza acquisita nelle proprie trame di dominio, accettavano di inserire contenuti nello loro strategie e dare trasparenza alle loro relazioni sociali per iniziare finalmente un processo di riqualificazione delle istituzioni in cui occupano un peso cosi’ determinante. La politica a volte si e’ servita anche di queste svolte.
Chissa’ che il mio sogno non possa avverarsi.”
31 gennaio 2007

Nota. Per leggere l’intervento di Alberto Abruzzese “Nell’universita’ ‘democraticista’ sono corrotto anch’io”, apparso sul Riformista del 30.1.07: http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2007/01/30SI42005.PD

PROPOSTE DELL’ANDU SU ORGANIZZAZIONE E DOCENZA

– GOVERNO DEL SISTEMA NAZIONALE E ORGANIZZAZIONE DEGLI ATENEI
Occorre prevedere un unico Organo di autogoverno del Sistema nazionale delle Universita’ direttamente eletto da tutte le componenti (docenti, tecnico-amministrativi, studenti) del mondo universitario, con una rappresentanza non frammentata (5 o 6 aree equivalenti) e non corporativa (elettorato attivo e passivo comuni) delle tre fasce della docenza. Alle Conferenze nazionali dei Rettori, dei Presidi e dei Direttori di Dipartimento dovrebbero essere riconosciuti specifici ruoli.
Il Rettore deve essere eletto da tutti i docenti (professori e ricercatori), con una consistente partecipazione dei tecnico-amministrativi e degli studenti. Il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione dovrebbero essere sostituiti da un “Consiglio di Ateneo” i cui componenti dovrebbero essere tutti direttamente eletti e, anche in questo caso, con una rappresentanza dei docenti non frammentata e non corporativa. Il Consiglio di Ateneo dovrebbe eleggere al suo interno un Presidente. Negli Atenei dovrebbero essere previsti specifici ruoli per i Collegi dei
Presidi, dei Direttori di Dipartimento e dei Presidenti dei Consigli di Corso di Studio.Potrebbe essere previsto un Organo di gestione (un “Esecutivo di Ateneo”), eletto dal Consiglio di Ateneo, da affiancare al Rettore. Il Rettore e tutti i componenti del Consiglio di Ateneo devono essere interni all’Ateneo stesso. Le strutture portanti dell’Ateneo devono diventare i Consigli di Corso di Studi per la didattica e i Dipartimenti per la ricerca. Nei Dipartimenti, rivedendone i criteri di formazione e le dimensioni, si dovrebbero ‘incardinare’ i docenti, togliendo ai Consigli di Facolta’ la ‘gestione’ dei posti e assegnando loro compiti di coordinamento dei Corsi di Studio. La composizione e i compiti delle strutture degli Atenei devono essere normati dalla legge.

– DOCENZA
Stato giuridico nazionale dei docenti collocati in un ruolo unico, articolato in tre fasce con uguali mansioni. Ingresso nel ruolo docente per concorso nazionale (prevalentemente nella terza fascia) e passaggio di fascia per idoneita’ nazionale individuale (a numero aperto), con immediato e pieno riconoscimento della nuova qualifica, senza l’ulteriore chiamata della Facolta’ dove il docente gia’ lavora e continuera’ a lavorare. Per il passaggio di fascia e’ indispensabile prevedere uno specifico budget nazionale per i connessi incrementi stipendiali. Le commissioni nazionali, per i concorsi e per i passaggi, devono essere interamente sorteggiate e composte di soli ordinari. Periodo pre-ruolo massimo di 3 anni in un’unica figura con adeguata retribuzione, diritti(malattia, maternita’, ferie, contributi pensionistici) e liberta’ di ricerca, con un numero di posti rapportato a quello degli sbocchi nel ruolo della docenza. Bando nei prossimi anni, su nuovi specifici e aggiuntivi fondi statali, di almeno 20.000 posti di terza fascia, con cancellazione dell’attuale giungla di figure precarie. Trasformazione del ruolo dei ricercatori in terza fascia di professore, prevedendo la partecipazione di tutti ai Consigli di Facolta’ e l’accesso
ai fondi di ricerca anche per i professori di terza fascia non confermati. Distinzione tra tempo pieno e tempo definito con esclusione per i docenti a tempo definito dalle cariche accademiche e dalle commissioni concorsuali.

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