MUSSI, SASSO, RANIERI, VISCO

FABIO MUSSI E “IL RISPETTO ISTUZIONALE”
Il ministro Mussi il 15 dicembre 2006 ha dichiarato:
“La sospensione degli inviti ai Ministri negli Atenei,annunciata ieri dai Rettori italiani, non puo’ certo essere apprezzata, e chiedo, almeno per il
rispetto istituzionale reciproco dovuto, che venga revocata.”

Il rispetto istituzionale e’ importante e dovrebbe essere praticato da tutti. Ed e’ anche per questo che da decenni chiediamo ai Governi di rispettare il Parlamento e l’Universita’ non imponendo leggi attraverso finanziarie, decreti-legge e voti di fiducia, espropriando cosi’ di fatto il Parlamento e impedendo il coinvolgimento del mondo universitario nell’elaborazione di norme sensate e condivise. Per questo abbiamo, assieme alle altre Organizzazioni universitarie, criticato (invano) l’istituzione per decreto-legge dell’Agenzia per la valutazione e la riforma dei concorsi a ricercatore attraverso la Finanziaria, per giunta con legge delega. E sempre a proposito di correttezza (e anche di trasparenza) istituzionale, sarebbe molto opportuno che il ministro Mussi spiegasse pubblicamente perche’ e da chi nel Governo non e’ stata accolta la richiesta – emersa da tutta l’Universita’ e da lui stesso condivisa – di eliminare il taglio del 20% delle “spese correnti” degli Atenei previsto dal decreto Bersani-Visco.  Noi non crediamo “che l’universita’ sia finita nei giochi di corrente dei ds, non si voleva dare soddisfazione al candidato alternativo a Piero Fassino per la segreteria della Quercia”, come “spiega” un Rettore (Corriere della Sera del 15 dicembre 2006, nota 1). Non crediamo a una
sorta di vendetta trasversale consumata nei piani ‘alti’ della politica. E non riteniamo che sia completa la spiegazione che Luigi Berlinguer da’ in un’intervista al Corriere della Sera del 16 dicembre 2006 nella quale ha dichiarato: “Purtroppo i professori di economia che stanno al governo e quelli che sono anche grandi opinionisti e gli apparati del Tesoro da tempo sostengono che l’universita’ riceve molti soldi. Ho vissuto anch’io da ministro, 10 anni fa, questa grande fatica di far loro considerare i bisogni del mondo scientifico. Predicano tagli all’universita’ perche’ pensano che il dimagrimento aguzzi l’ingegno e produca efficienza. Forse
anche per questo la ricerca scientifica in questa Finanziaria ha faticato a divenire priorita’. Le risorse sono sempre state carenti, particolarmente nell’ultimo quinquennio, ma questo non ha prodotto efficienza” (nota 2). Insomma, una sorta di dittatura dei “professori di economia” che per curare l’Universita’ statale hanno deciso di ucciderla. Indubbiamente i “professori di economia” di cui parla Berlinguer hanno un particolare peso nell’opera di demolizione dell’Universita’ statale. E l’ANDU ha piu’ volte scritto che la riduzione dei fondi per l’Universita’
statale costituisce da oltre un decennio uno dei ‘mezzi’ per metterla in crisi, potendo cosi’ giustificare il suo ‘superamento’ e, tra l’altro, dirottare le risorse pubbliche in auto-proclamati Centri di eccellenza (come l’IIT di Genova, l’IMT di Lucca e il SUM di Firenze) o in Atenei privati (come il “San Pio V”) o nella fantomatica ricerca industriale: ben 700 milioni di euro per il 2007 sono previsti per essa da questa Finanziaria. Risorse pubbliche che si vogliono sempre piu’ ‘concentrare’ in “pochi atenei di prestigio”, come teme ora anche l’on. Alba Sasso (v. piu’ avanti). Il fatto e’ che la devastazione dell’Universita’ statale avviene anche con strumenti diversi da quello della riduzione dei fondi.  La falsa autonomia finanziaria per ‘gestire’ la progressiva riduzione dei fondi, la finta autonomia statutaria, l’abolizione di fatto del CUN, i finti concorsi locali, l’imposizione del fallimentare “3 + 2”, la moltiplicazione degli Atenei, l’aumento a dismisura del precariato, sono il frutto di provvedimenti (molti dei quali assunti mentre era ministro proprio Luigi Berlinguer) che vanno nella stessa devastante direzione di
quella della riduzione dei fondi. In ogni caso, correttezza istituzionale vorrebbe che il Ministro dell’Universita’, il Ministro dell’Economia e il Presidente del Consiglio
spiegassero all’Universita’ e al Paese le scelte fatte dal Governo.
Sempre sul piano della correttezza istituzionale, ricordiamo che le Organizzazioni dell’Universita’ hanno chiesto da oltre sei mesi al Ministro di instaurare con esse e con tutte le componenti universitarie un confronto puntuale, organico e tempestivo sulle piu’ importanti questioni universitarie.  E mentre ancora oggi tale confronto non e’ stato avviato dal Ministro e nessuna risposta e’ stata da lui data finora alle proposte avanzate da anni dalle Organizzazioni e, in particolare, dall’ANDU (nota 3), sull’Unita’ del 15 dicembre 2006 un Rettore dichiara: “Con il ministro abbiamo instaurato un rapporto molto buono. Niente a che vedere con la Moratti. Con Mussi stiamo ridisegnando il sistema universitario in Italia, una cosa epocale.”
(nota 4). “Stiamo” chi (e a nome di chi)? L’Assemblea della CRUI? Il suo
Comitato di Presidenza? E cosa si starebbe concordando di tanto “epocale”
con il Ministro? Su tutto questo chiediamo al Ministro e al Presidente della CRUI, per il dovuto rispetto all’Istituzione universitaria, un chiarimento pubblico.

ALBA SASSO E I “POCHI ATENEI DI PRESTIGIO” VOLUTI ANCHE TRA I DS
Nell’articolo “Universita’, la rabbia di Mussi”, apparso sul Manifesto del
16 dicembre 2006 (nota 5), tra l’altro si legge:
“Il problema e’ che alcune idee sull’universita’ che ha Padoa-Schioppa hanno fatto breccia anche nei Ds – spiega Alba Sasso, vicepresidente della commissione Cultura della camera – tanto che non manca chi pensa che sarebbe meglio puntare su pochi atenei di prestigio da trasformare magari in fondazione. Altro che cuore del programma dell’Unione: l’universita’ e’ diventata ormai il terreno di maggiore devastazione. Perfino la scuola, con Fioroni, sta meglio.” Ricordiamo che la ‘propensione’ a “puntare su pochi atenei di prestigio” da parte di esponenti politici e accademici DS precede la nomina di Padoa-Schioppa a ministro. Significativo a tal proposito e’ quanto si e’ potuto leggere sul Sole 24-ore del 23 marzo 2006 che dava notizia di una Conferenza stampa nella quale la Confindustria aveva presentato un piano per l’Universita’ “in linea con il documento sottoscritto da 18 associazioni imprenditoriali”. Il Presidente della Confindustria aveva allora dichiarato: “Bisogna lavorare a un sistema forte e liberalizzato per completare la positiva riforma Moratti.”Alla fine dell’articolo si leggeva: “Soddisfatta anche l’opposizione: ‘Il piano va nella direzione giusta -hanno detto Andrea Ranieri e Walter Tocci dei Ds – perché individua in autonomia,valutazione e responsabilita’ le chiavi di riforma dell’universita””.  E sulla stessa Conferenza stampa il Corriere della Sera aveva scritto: “Eppure, secondo gli imprenditori, nel nostro Paese almeno quindici atenei hanno le potenzialita’ per scalare rapidamente le classifiche. ‘Il Politecnico di Milano – spiega ancora Rocca (vicepresidente della
Confindustria, ndr)deve essere messo in condizione di competere con i migliori atenei europei. Non ha molto senso che segua le stesse regole di un ateneo che non puo’ competere a livello internazionale” (nota 6).
Si deve inoltre ricordare che tra i “dodici apostoli” (come sono stati chiamati sull’Unita’), che hanno guidato la mobilitazione giornalistico-baronale della Fondazione Magna Carta (presidente Marcello Pera) a sostegno della Legge Moratti, tre appartenevano ai DS.  E uno di questi, l’on. Nicola Rossi, assieme a Gianni Toniolo, gia’ nel luglio 2005 aveva auspicato che gli Atenei potessero “trasformarsi in Fondazioni universitarie e godere della piu’ completa autonomia finanziaria, gestionale, didattica e scientifica”, aggiungendo che “l’abolizione del cosiddetto valore legale del titolo di studio costituirebbe una precondizione di questa riforma” (nota 7).  Nel dicembre 2005 Gianni Toniolo ha proposto un programma per l’Unione in cui prevedeva per gli Atenei “autonomia di organizzazione, di innovazione nelle strutture di governo, di assunzione del personale (docente e non docente), di fissazione remunerazioni, di formulazione dei programmi di insegnamento, di scelta dei criteri di ammissione degli studenti e, in genere, di gestione delle proprie risorse.” E aggiungeva: “L’autonomia stimolera’ alcuni atenei a dedicarsi al solo insegnamento triennale di
qualita’, altri da puntare alla formazione specialistica, anche senza ambizioni di ricerca di frontiera, altri ancora di dedicarsi prevalentemente al dottorato e alla ricerca.” (da “L’Universita’ che vogliamo creare”, nota 8). Questi contenuti sono stati poi sostanzialmente ‘tradotti’ in un disegno di legge presentato dall’on. Nicola Rossi nel febbraio 2006 (nota 9). Nella relazione che accompagna il suo disegno di legge, l’on. Rossi, tra l’altro, ha scritto: “Alla valutazione provvederebbe una Autorita’ per la valutazione del sistema delle universita’ e della ricerca per le cui caratteristiche si rinvia alla relativa proposta di legge (a prima firma onorevole Tocci).” Il riferimento e’ proprio a quel disegno di legge che alcuni esponenti dei
DS si ostinano a riproporre ancora in questi giorni (v. subito piu’ sotto,
la dichiarazione del sen. Andrea Ranieri)ANDREA RANIERI E L’AGENZIA CHE DISPONE. Il 15 dicembre 2006 il sen. Andrea Ranieri, membro della segreteria nazionale e responsabile per il Sapere e l’innovazione dei DS, ha, tra l’altro, dichiarato: “Questa finanziaria ha dovuto fare i conti con lo stato di bancarotta in
cui il governo Berlusconi ha lasciato i conti pubblici e quindi non ha potuto risolvere questo problema che grava sulle universita’. Tuttavia il problema va affrontato e risolto, e per farlo non si puo’ aspettare la prossima finanziaria.U
n’occasione – propone Ranieri – potrebbe essere il prossimo varo
dell’Agenzia di valutazione. Se non vogliamo che l’agenzia resti sulla carta, dobbiamo metterle a disposizione le risorse necessarie per assegnare
finanziamenti agli atenei previa valutazione, per premiare il merito delle strutture, dei docenti e degli studenti”.  In sostanza, Ranieri ripropone un tipo di Agenzia che, diversamente da quella approvata recentemente nel decreto fiscale, DISPONE di risorse da assegnare direttamente. Insomma, il sen. Ranieri insiste nel riproporre i contenuti del disegno di legge dei DS che prevede un’Authority per la valutazione, la cui natura centralistica e dirigistica e’ stata chiarita da quanto e’ stato scritto l’11 agosto 2006 dal sottosegretario Luciano Modica (DS) sul Corriere del Mezzogiorno: “e’ fondamentale dotare il sistema universitario e della ricerca pubblica di una Agenzia nazionale di valutazione, indipendente dal finanziatore pubblico e dagli atenei, che effettui periodiche valutazione dei SINGOLI docenti e dell’attività didattica e di ricerca” e “SOLO sulla base di questa corretta valutazione, si stabiliscano ruoli, incarichi, avanzamenti di carriera.”  Lo ripetiamo, con questo progetto si realizzerebbe di fatto il commissariamento dell’Universita’ per mezzo di una Autorita’ permeabile a poteri forti, i quali hanno sempre condizionato pesantemente le scelte ministeriali e parlamentari e controllato la stampa. Con questa sorta di esternalizzazione dell’autonomia universitaria’, si
concentrerebbe in poche mani l’immenso potere di gestione della politica e
delle risorse nazionali per le Universita’.  Nelle stesse mani si accentrerebbe di fatto anche la gestione delle carriere dei singoli docenti, il cui ruolo verrebbe precarizzato rendendo periodicamente possibile la loro espulsione dall’Universita’.
Si tratta, dunque, di un progetto in totale contrasto con l’art. 33 della Costituzione che garantisce l’autonomia dell’Universita’..

VINCENZO VISCO E LA SUA FACOLTA’
Si legge sul Corriere della Sera del 16 dicembre 2006: “Contro la decisione dei rettori, che accusano la Finanziaria di togliere ossigeno agli atenei, e’ intervenuto il viceministro dell’Economia, Vincenzo Visco: “Un’indicazione un po’ puerile”. “Se i corpi accademici e i rettori facessero un po’ di autocritica sullo stato dell’Universita’ non farebbero male – ha dichiarato il viceministro -. Certo le responsabilita’ sono del governo e dei politici ma se questo Paese fosse un po’ meno corporativo non sarebbe male” (nota 10). E’ vero, “non sarebbe male” che, in particolare, nell’Universita’ ci fossero meno corporitivismi e meno corporazioni. A questo proposito vorremmo sapere dal prof. Vincenzo Visco, docente nella Facolta’ di Giurisprudenza di Roma “La Sapienza”, come giudica la situazione ‘specialissima’ della sua Facolta’ dove ci sono appena 77 professori ordinari (diversi dei quali in aspettativa obbligatoria), non vi e’ nessuno professore associato e nessuno dei 122 ricercatori e dei 13 assistenti ha un insegnamento. Una Facolta’ unica in Italia dove, tra l’altro, i professori (solo ordinari) non vengono reclutati attraverso concorsi, ma esclusivamente per chiamata da altre sedi. E se tutte le Facolta’ italiane facessero cosi’?.

18 dicembre 2006

– Nota 1. Per leggere l’articolo “Si presentino, se hanno coraggio Saranno fischiati non solo dagli studenti”, sul Corriere della Sera del 15.12.06:
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2006/12/15SIC5005.PDF
– Nota 2. Per leggere l’intervista “Luigi Berlinguer: un’iniziativa che sa antipolitica”, sul Corriere della Sera del 16.12.06:
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2006/12 /16SI66008.PDF
– Nota 3. Per la “Sintesi delle PROPOSTE DELL’ANDU per una riforma della docenza e della governance”:
http://www.bur.it/sezioni/s_andu_1.htm
– Nota 4. Per leggere l’intervista “Tagli del 20% sul bilancio, questo e’ metodo Tremonti”, sull’Unita’ del 15.12.06:
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2006/12/15SI25005.PDF
– Nota 5. Per leggere l’articolo “Universita’, la rabbia di Mussi”, sul Manifesto del 16.12.06:
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2006/12/16SI46043.PDF
– Nota 6. Per leggere il documento dell’ANDU “Imprentidori-DS-15 Atenei eccellenti”del marzo 2006:
http://www.bur.it/sezioni/sez_andu.php 25 marzo 2006
oppure
http://www.orizzontescuola.it/article10119.html
– Nota 7. Per leggere l’articolo di Nicola Rossi e Gianni Toniolo “Cari colleghi, se la riforma e’ impossibile allora riproviamoci con l’autoriforma” sul Riformista del 6.7.05:
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2005/07/35256203.pdf
– Nota 8. Per leggere il testo della scheda “L’Università che vogliamo creare” elaborata da Gianni Toniolo e da esso proposta per il Programma dell’Unione:
http://www.orizzontescuola.it/article8848.html
– Nota 9. Per leggere la proposta di legge n. 6338 “Delega al Governo per
l’ampliamento e la diversificazione dell’offerta formativa del sistema di istruzione universitaria”, presentata alla Camera l’8 febbraio 2006 dall’on. Nicola Rossi:
http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/schedela/apri Telecomando.asp?codi
ce=14PDL0084020
– Nota 10. Per leggere l’articolo “Mussi attacca i rettori: piu’ rispetto per lo Stato”, sul Corriere della Sera del 16.12.06:
http://www.flcgil.it/content/view/full/44224

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