1. ENTI, RECLUTAMENTO, AGENZIAENTI.
ENTI
Non era mai successo che sulle questioni della ricerca un Governo della Repubblica operasse scelte in cosi’ aperto contrasto con quanto previsto dalla Costituzione. L’attuale Governo vuole ad ogni costo porre sotto la propria tutela gli Enti di ricerca. Per questo recentemente alla Camera ha inserito nel decreto fiscale collegato alla finanziaria, approvato con un voto di fiducia, una norma dove e’ prevista la facolta’ per il Governo di adottare provvedimenti di riordino degli Enti di Ricerca attraverso regolamenti governativi. In tal modo di fatto si sottrae alla tutela legislativa l’autonomia degli Enti, che trova il suo fondamento nell’art. 33 della Costituzione. Si tratta di un’operazione di potere gravissima, criticata dal mondo dell’Universita’ e della Ricerca. Una manovra che il Senato dovrà bloccare,
cancellando una norma che comunque, siamo certi, non sarebbe promulgata dal
Presidente della Repubblica, che ha ampiamente mostrato di avere a cuore
l’Università e la Ricerca, diversamente dall’attuale Governo molto sensibile, invece, agli interessi delle oligarchie accademico-confindustriali, le cui ‘indicazioni’ cerca di realizzare con una girandola di pasticciate iniziative politico-legislative.
RECLUTAMENTO
Nel ‘nuovo’ emendamento presentato dal Governo e’ stato mantenuto il blocco per il 2007 delle assunzioni all’Universita’ ed e’ stato modificato quanto precedentemente previsto sulle modalita’ dei concorsi a ricercatore (nota 1). Nel metodo, va denunciato il fatto che mai una norma di stato giuridico, quale e’ quella riguardante il delicatissimo problema del reclutamento alla docenza universitaria, e’ stata oggetto di cosi’ ampia delega. Il Governo cosi’ facendo continua a non ascoltare quanto richiesto dal mondo universitario e dalle sue rappresentanze che ritengono inaccettabile per tali questioni l’uso della legge-delega, peraltro all’interno della blindatissima legge Finanziaria. In tal modo si espropria sostanzialmente il Parlamento della possibilità di legiferare e si impedisce al mondo universitario di partecipare alla elaborazione di norme condivise. Nel merito, apprezzando la rinuncia a prevedere due distinte modalita’ di svolgimento dei concorsi a ricercatore, l’ANDU ripropone la soluzione, avanzata da anni, che prevede per il reclutamento lo svolgimento di concorsi nazionali per posti (gia’ ‘incardinati’ nelle varie sedi) nella fascia iniziale della docenza svolti da commissioni composte esclusivamente da ordinari tutti sorteggiati. In quest’ambito, si potrebbe anche prevedere che le commissioni stabiliscano una graduatoria dei vincitori, consentendo a questi la scelta, in ordine di graduatoria, della sede tra quelle dove sono gia’ allocati i posti banditi.
AGENZIA
La scelta di imporre la costituzione di una “Agenzia per la valutazione”
attraverso una legge-delega, per giunta all’interno di un decreto-legge,
conferma la vocazione ‘golpista’ di un Governo che sembra voglia portare a
termine l’opera di demolizione dell’Universita’ statale iniziata da oltre
un decennio dalla lobby accademica trasversale: falsa autonomia finanziaria, finta autonomia statutaria, abolizione di fatto del CUN, finti concorsi locali, imposizione del “3 + 2”, moltiplicazione degli Atenei, aumento a dismisura del precariato, progressiva riduzione dei finanziamenti, legge Moratti, ecc.
Questo agire ‘per vie brevi’ da parte di un Ministro che ha impiegato ben
quattro mesi prima di ricevere le Organizzazioni unitarie dell’Universita’
e che nel frattempo ha deciso e ‘propagandato’ quanto ‘prescritto’ dalla
lobby accademica trasversale, preoccupa enormemente soprattutto per i
poteri che potranno essere alla fine assegnati all’Agenzia. Una preoccupazione questa derivante anche dal fatto che tutti i massimi
responsabili DS (Membro della segreteria nazionale con responsabilita’ nel
settore, Ministro, Sottosegretario, Responsabile del settore) insistono nel
riproporre i contenuti del disegno di legge presentato, appunto, dai DS su
questa tema. Tale provvedimento prevede un’Agenzia munita di potere sia di
intervento sulle strutture e sulla ricerca (compreso il suo finanziamento),
sia di giudizio sui singoli docenti, facendone in tal modo uno strumento
micidiale in mano ai poteri forti che ne sono i principali sostenitori.
Un’Agenzia che porterebbe, di fatto, al commissariamento dell’Universita’,
cancellandone l’autonomia garantita dalla Costituzione. In tale contesto,
quanto previsto contro l’autonomia degli Enti di Ricerca, appare un’inquietante ‘anticipazione’ di quanto si prepara per l’Universita’.
2. UN INTERVENTO DI SALVATORE SETTIS
Invitiamo a leggere l’interessante intervento di Salvatore Settis “Lo scandalo degli atenei senza qualita’”, apparso su Repubblica del 7 novembre 2006 (nota 2).
L’intervento del prof. Settis e’ in diversi punti condivisibile. In particolare, ne sottolineiamo i seguenti passaggi:
1. la contrarieta’ alle “nuove universita’ ad personam, generate dal nulla, da questo o quel politico, nei rispettivi collegi elettorali”;
2. la denuncia della “sciatta retorica delle ‘scuole d’eccellenza’, che si autodefiniscono tali prima ancora di avere uno studente, un professore, un laboratorio, un libro”;
3. l’affermazione che “il deprecato abbassarsi del livello della formazione, che è sotto gli occhi di tutti (meno di quelli del Ministro e dei ‘padri’ del ‘trepiu’due’, ndr), e’ effetto non solo della riforma Berlinguer che introdusse in modo affrettato e sgangherato il sistema ‘trepiu’due’, ma anche di questa rincorsa irragionevole” a “creare nuovi corsi di laurea e sedi distaccate”;
4. la denuncia della “congenita mancanza di risorse” per l’Universita’. “Questa scarsezza di fondi” “si riflette anche negli stipendi di docenti e ricercatori, indecorosamente bassi se confrontati con quelli dei Paesi con cui dovremmo competere, come la Germania o gli Stati Uniti”;
5. la constatazione che “si e’ ripetuto, col governo di centro-sinistra, l’identico scenario del governo Berlusconi: un ministro dell’Economia (prima Tremonti, oggi Padoa Schioppa) taglia i fondi all’universita’, un ministro dell’Universita’ (ieri Moratti, oggi Mussi) minaccia le dimissioni se i tagli non vengono mitigati; e alla fine si trova un aggiustamento, si mette sul problema un’italica pezza, si fa finta di aver trovato una soluzione: tutti contenti, tutti gabbati.”
8 novembre 2006
– Nota 1. Emendamento del Governo: Sostituire l’articolo 70 con il seguente: Art. 70. (Disposizioni in materia di personale delle Università e degli enti di ricerca). (.)
3. Nell’anno 2007, gli enti di cui al comma 1 possono avviare procedure concorsuali, volte alla costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato, la cui costituzione effettiva non può comunque intervenire in data antecedente al 1o gennaio 2008, fermi i limiti di cui al comma 1 riferiti all’anno 2006. (.)
5. In attesa della riforma dello stato giuridico dei ricercatori universitari, il Ministro dell’università e della ricerca, con proprio decreto da emanare entro il 31 marzo 2007, sentiti il CUN e la CRUI, disciplina le modalità di svolgimento dei concorsi per ricercatore, banditi dalle università successivamente alla entrata in vigore della presente legge, con particolare riguardo alle modalità procedurali ed ai criteri di
valutazione dei titoli didattici e dell’attività di ricerca, garantendo celerità, trasparenza e allineamento agli standard internazionali. Al fine, di consentire il reclutamento straordinario di ricercatori, il medesimo decreto definisce un numero aggiuntivo di posti di ricercatore da assegnare alle università e da coprire con concorsi banditi entro il 30 giugno 2008.
– Nota 2. Per leggere l’intervento di Salvatore Settis “Lo scandalo degli atenei senza qualita’”, su Repubblica del 7.11.06:
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2006/11/07SI62015.PDF