Come un’ ‘Armata Brancaleone’, la lobby accademica trasversale ha ben chiara la meta (disfare l’Università statale), ma procede inventando e pasticciando norme ‘indicate’ dalle molteplici ‘fazioni’ che la compongono. Questa valutazione trova riscontro in quanto scrive l’on. Walter Tocci, responsabile nazionale Ds Università e Ricerca, nel suo documento “Una Finanziaria da migliorare” (v. nota). Tocci giudica insufficienti i fondi per il reclutamento straordinario e ritiene sbagliata “la procedura di idoneità” prevista, che si sovrappone “all’attuale procedura di concorsi locali, in un pasticcio incomprensibile”. Tocci, inoltre, denuncia la mancanza delle “risorse per assegnare le borse di studio a tutti i ‘capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi'” e considera inadeguati “i finanziamenti per Enti e Università”. Per “trovare risorse aggiuntive”, egli propone giustamente di recuperare i 400 milioni assegnati alle “tre strutture per la ricerca” volute dal ministro Tremonti, “due Agenzie (una a Milano e l’altra in Sicilia) e un nuovo istituto, l’IIT”, “presieduto dal direttore del ministero dell’Economia il quale usa
la sciabola per tagliare enti e università, ma non fa mancare nulla alle strutture sotto il suo diretto controllo”. Per uscire da questa situazione drammatica, l’on. Tocci pensa bene, però, di riproporre, nel decreto legge che accompagna la Finanziaria, l’istituzione di “una vera Authority, come proposto dal disegno di legge presentato dai DS in campagna elettorale”. Una struttura che “implica un
ribaltamento radicale del vecchio metodo di governo del sistema”, in una “logica della valutazione” dove “ciascun ente e università assuma come meglio crede, purché sia chiaro che i finanziamenti diminuiranno se i risultati non saranno positivi.” Concetti questi più volte espressi dalla Confindustria e dal sen. Andrea
Ranieri, componente della Segreteria nazionale dei DS. Concetti ‘mutuati’ dal ministro Mussi (DS) che però sembra avere rinunciato, sia pure a malincuore, all’istituzione di un’Agenzia della valutazione munita di “forti poteri”. Infatti Mussi, in una recente intervista al Manifesto, ha dichiarato: “Fosse per me li abolirei (i
concorsi, ndr) e li sostituirei appunto con un efficace sistema di valutazione. Ma non si può: l’articolo 97 della Costituzione prevede ‘valutazioni comparative'”. E in realtà quella attualmente prevista nel decreto legge è una ‘normale’ Agenzia, che lascia giustamente al potere politico la ‘gestione’ dei risultati dell’attività di valutazione da essa svolta. L’on. Tocci, invece, non vuole rinunciare a imporre con un decreto legge il progetto dei DS di commissariamento dell’Università, con uno strumento (l’Agenzia ‘forte’), voluto dalla lobby trasversale, che darebbe un potere
assoluto ai poteri forti accademico-confindustriali. Tocci sembra non prendere nemmeno in considerazione quanto più volte espresso dalle Organizzazioni unitarie dell’Università che giudicano “impropria” “la introduzione in un decreto legge dell’Agenzia di valutazione”. Ci auguriamo che il Parlamento questa volta non ceda alle richieste di una lobby trasversale che ha sempre imposto con metodi ‘golpisti’ (decreti legge, finanziarie, voti fiducia, ecc.) norme distruttive dell’Università statale: falsa autonomia finanziaria, finta autonomia statutaria, abolizione di fatto del CUN, finti concorsi locali, imposizione del “3 + 2”, moltiplicazione degli Atenei, aumento a dismisura del precariato, progressiva riduzione dei finanziamenti, legge Moratti, ecc. Ci auguriamo anche che chi ha la responsabilità politico-ministeriale dell’Università non si faccia più ‘carico’ degli interessi delle oligarchie accademico-confindustriali, ma, invece, prenda finalmente a cuore gli interessi generali dell’Università e del Paese, assumendo come propri interlocutori l’intero mondo universitario e le sue rappresentanze.
16 ottobre 2006
Nota. Per il testo del documento dell’on. Walter Tocci “Una Finanziaria da migliorare”:
http://www.dsonline.it/ allegatidef/TOCCI%20finanziaria% 20%20corr36688.doc