Nell’incontro pubblico promosso dai Parlamentari dell’Opposizione delle
Commissioni Cultura e Istruzione, tenutosi alla Camera il 21 ottobre 2004, sono state espresse dai Promotori posizioni che non possono non allarmare ulteriormente il mondo universitario, che si batte con forza per il ritiro di un DDL governativo mortale per l’Università statale. Infatti, diversi tra Parlamentari presenti hanno affermato che, essendo prioritario il blocco del DDL, non è opportuno esprimere oggi proposte alternative unitarie per evitare di dividersi. Con questa posizione l’Opposizione di fatto rifiuta di prendere atto della richiesta presente in TUTTI i documenti approvati dai Senati Accademici, da decine e decine di Consigli di Facoltà, di Corso di Studio e di Dipartimento e da centinaia di assemblee: NO alla messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori e SÌ al riconoscimento dell’attività da loro effettivamente svolta. La non messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori (cioè l’articolazione della docenza in tre fasce) è l’UNICO modo per impedire che i nuovi precari arrivino all’età media di 45 anni per sapere se entreranno nella fascia iniziale della docenza (secondo il DDL il ruolo degli associati). Non assumere questa posizione da parte di chi dovrebbe opporsi in Parlamento al DDL significa ‘parlar d’altro’, puntando ad una indistinta alleanza anche con chi è CONTRO la richiesta principale del mondo universitario. E non è forse un caso che tra coloro che non vorrebbero ‘qualificare’ con contenuti alternativi la propria opposizione vi sia anche chi, assieme ad alcuni professori-senatori dell’Ulivo, ha presentato al Senato, all’inizio di questa legislatura (e ancora non l’ha ritirato), un disegno di legge che prevede un precariato più lungo di quello previsto ora dal DDL governativo, una riforma dei concorsi identica a quella contenuta nello stesso DDL e non prevede la trasformazione del ruolo dei ricercatori nella terza fascia di professore (v. in nota 1). E la stessa ‘opposizione senza contenuti’ è voluta anche da chi, come la Margherita, ha diffuso, nel corso dell’incontro pubblico del 21.10.04, un documento con il quale propone una organizzazione della docenza OPPOSTA a quella richiesta dal mondo universitario e in sintonia con chi, in una logica sub-corporativa, si contrappone al movimento di protesta. Infatti, la Margherita vorrebbe mettere ad esaurimento gli attuali ricercatori, prevedendo per i soli associati un passaggio ‘agevolato’ alla fascia superiore (v. nota 2). Quella che finora si è espressa è un’Opposizione divisa, ‘sensibile’ agli interessi della lobby accademica trasversale (accordo con la Maggioranza sulla votazione del DDL entro il 31 luglio in Commissione Cultura della Camera e sull’approvazione dell’articolo sui ‘principi’), incapace di rapportarsi positivamente alle istanze di un movimento di cui non sembra avere ancora percepito l’ampiezza e la qualità. Questa Opposizione, infatti, sembra ancora convinta di avere di fronte una ‘semplice’ protesta, quando invece si sta sempre più sviluppando un grande movimento che si sta battendo per salvare l’Università statale e che vuole farla finita con qella lobby accademica trasversale la quale, da decenni, sta demolendo sistematicamente e impunemente l’Università statale. Tale lobby opera attraverso il controllo del Ministero, la creazione di Centri di pseudo-ecellenza ad personam, il pesante e trasversale condizionamento del Parlamento (per l’appunto!) e l’accesso esclusivo ai ‘grandi’ organi di informazione.
Successivamente all’incontro pubblico alla Camera, nel corso di un’Assemblea universitaria, è stata annunciata dal sen. Luciano Modica (DS) l’elaborazione di un documento che dovrebbe costituire la posizione comune dell’Opposizione e che dovrebbe contenere obiettivi alternativi a quelli del DDL governativo. Se questo documento dovesse recepire con chiarezza le richieste principali espresse dal movimento e avanzate da anni dalle Organizzazioni unitarie della docenza, potrebbe allora essere possibile dare inizio a quell’inversione di rotta che finalmente offrirebbe alla protesta universitaria una rappresentanza adeguata in Parlamento che, ci si augura, possa comprendere anche i Gruppi della Maggioranza.
CONTENUTI ALTERNATIVI AL DDL GOVERNATIVO
Accantonato DEFINITIVAMENTE il DDL, come richiesto dal mondo universitario, è indispensabile approvare urgentemente tre provvedimenti che prevedano:
1. la trasformazione del ruolo dei ricercatori nella terza fascia dei professori per riconoscere ad essi l’attività di professore già effettivamente svolta; la trasformazione del ruolo, richiesta da anni dalle Organizzazioni unitarie della docenza, è un ATTO DOVUTO e non una promozione;
2. il bando nei prossimi anni di almeno 20.000 nuovi posti in ruolo nella terza fascia per i giovani docenti, anche in vista del pensionamento a breve di circa la metà degli attuali docenti. Questa richiesta, avanzata da mesi dalle Organizzazioni unitarie della docenza, è stata fatta propria anche dalle Confederazioni sindacali;
3. la fine dell’attuale mercato dei concorsi, con una riforma che distingua
nettamente il reclutamento (concorsi nazionali prevalentemente nella terza fascia) e l’avanzamento di carriera (giudizi nazionali individuali – cioè a numero aperto – con pieno e immediato riconoscimento della nuova qualifica, senza l’ulteriore chiamata della Facoltà dove il docente continua a lavorare). È indispensabile prevedere a tutti i livelli commissioni giudicatrici nazionali composte solo da membri sorteggiati.
25 ottobre 2004
Nota 1.
Dal Documento dell’ANDU “Contro il DDL con chiarezza” dell’11.10.04 (il testo completo del documento in http://www.bur.it/sezioni/sez_andu.php 12 ottobre 2004):
“LA MAGGIORANZA E L’OPPOSIZIONE
Abbiamo già documentato, con la diffusione dei relativi atti parlamentari,
come l’approvazione del DDL il 31 luglio 2004 (il “golpe di luglio”) è stata possibile per l’accordo tra Maggioranza e Opposizione, che si sono ritrovate anche unite nell’approvazione di un articolo di “principi”, votato prima dell’esame degli emendamenti.
“La potente lobby accademica trasversale” non è una invenzione retorica, ma una concreta realtà che si manifesta ogni qualvolta il Governo elabora una legge sull’Università e ogni volta che il Parlamento la esamina. Occorre spezzare questo pesante condizionamento che salvaguarda gli interessi di una ristretta cerchia di accademici a svantaggio degli interessi dell’Università e del Paese. Anche qui, è perfettamente inutile voler far credere che l’Opposizione alla Camera sia stata ‘vera’: il mondo universitario è ‘passo passo’ informato sui reali comportamenti e sulle reali posizioni di tutti i Gruppi e dei Parlamentari. Invitiamo tutte le Forze politiche a liberarsi finalmente dai condizionamenti dei poteri forti trasversali dell’accademia. […] E invitiamo, in particolare, le forze politiche dell’Ulivo a riflettere sul fatto che la loro opposizione al DDL governativo risulterà comunque poco credibile finché esse non prenderanno pubblicamente le distanze da un Disegno di Legge presentato fin dall’inizio di questa legislatura anche da qualificati professori-senatori. Infatti il DL n. 1416, presentato dai senatori Tessitore, Monticone, Acciarini, Coviello, D’Andrea e Villone, prevede una lunga fase di precariato, 4 + 4 anni (comma 2 dell’art. 7), addirittura più lunga di quella ora prevista dal DDL governativo (“otto anni, ivi compreso il dottorato di ricerca”). Il DL prevede anche, come quello governativo, un concorso nazionale a numero chiuso con successiva chiamata della Facoltà (comma 5, art. 6). Lo stesso DL prevede per i ricercatori non la trasformazione del loro ruolo in terza fascia di professore, ma un giudizio per l’ingresso in essa (comma 6, art. 15); quanto basta a impedire la loro presenza in alcuni Consigli di Facoltà (specialmente nelle Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, Roma 1 e Torino) dove tale partecipazione non è ‘sopportabile’ (per il testo del Disegno di Legge v. nota 2).
Lo ripetiamo, se non si fanno i conti subito con quella lobby accademica trasversale che sta rovinando l’Università, QUALSIASI nuovo governo non potrà che produrre ulteriori disastri per la ricerca e l’alta formazione.”
Nota 2.
Dal Documento della Margherita distribuito durante l’Incontro pubblico dei Parlamentari delle Commissioni Cultura e Istruzione dell’Opposizione tenutosi alla Camera il 21 ottobre 2004:
“AC n 4735 e abb. Delega al Governo per il riordino dello stato giuridico dei professori universitari
[…]
La proposta de La Margherita punta ad un unico ruolo con due livelli (associati ed ordinari), passando attraverso la trasformazione dei ricercatori in professori di ruo1o di terza fascia, ma considerando quale canale di reclutamento futuro quello del passaggio dal post-dottorato al professore associato, attraverso una modalità di definizione del rapporto di lavoro del tipo tenure track, che preveda al massimo, dopo il post-doc, la possibilità di un periodo limitato di contratto d’insegnamento e ricerca, se la prima valutazione per professore associato non è stata favorevole. Questa scelta rende ragione della nostra proposta per cui solo le commissioni per professore associato sono determinate dagli atenei per sorteggio dalla lista nazionale di esperti. Per il professore ordinario il giudizio è su domanda dell’interessato e la commissione è locale, anche se determinata con gli stessi criteri di quella per associato, prevedendo altresì la presenza di membri di differenti settori disciplinari o di differenti discipline.Questa impostazione può produrre effetti positivi solo se, sia a livello del singolo ateneo che a livello nazionale, s’imposta un efficace sistema di valutazione, di cui abbiamo delineato le linee in fase di emendamenti al disegno di legge in oggetto.”