DICHIARAZIONE di Nunzio Miraglia , coordinatore nazionale dell’ANDU. UN MINISTRO ALLO SBANDO

Le recenti dichiarazioni del ministro Moratti, riprese da diversi quotidiani, confermano che ci troviamo davanti a un Ministro del tutto inadeguato a svolgere il suo ruolo. Oltre a ripetere, come fa da un anno e mezzo, come un disco incantato, di essere disponibile a qualsiasi cambiamento del DDL sullo stato giuridico dei docenti universitari (mentre ha portato avanti il suo progetto senza mai apportare ALCUNA modifica, anzi riuscendo a peggiorarne i contenuti), il Ministro ora accusa la CRUI di non avere mai avanzato alcuna proposta. L’ANDU da sempre sostiene che la CRUI non può appropriarsi della rappresentanza del mondo universitario che nessuno le ha affidato, ma non si può sostenere – come fa il Ministro – che essa non abbia mai avanzato alcuna proposta. Ed è preoccupante che, pur di non entrare nel merito delle pesantissime critiche avanzate da tutto il movimento, il Ministro, per la prima volta e senza alcuna ragione apparente, parli di una ope legis che nessuno ha mai chiesto, rendendosi così ‘megafono’ di quei potenti professori delle Facoltà giuridiche che in passato hanno fatto di tutto, dentro e fuori il Parlamento, per bloccare la legge sulla terza fascia sostenuta da TUTTI i Partiti. L’Università è in mano a un Ministro che non si rende conto di avere scatenato un movimento che, in maniera omogenea e determinata, ha espresso una convinzione chiarissima: giù le mani dall’Università statale. Ed è per questo che, in TUTTI gli Atenei, Senati Accademici e Consigli di Facoltà, assieme a centinaia di assemblee sempre più affollate, chiedono il RITIRO del DDL.
Il Ministro invece si aggrappa disperatamente alla CRUI, scelta come
interlocutore privilegiato, con la quale vorrebbe continuare la farsa dei “tavoli tecnici”, abbandonati da tempo dalle Organizzazioni della docenza universitaria, stanche di assistere alla messa in scena di una finta disponibilità al confronto. Basta con il gioco delle tre carte. C’è un intero mondo universitario che ora esige di discutere sulle leggi che riguardano l’Università e pretende che queste leggi le faccia per davvero il Parlamento e non vengano invece imposte ad esso e al Paese, con provvedimenti blindati. Ripetiamo: è giunto il momento di dare una spallata ad un progetto di demolizione finale dell’Università e a quella potente lobby accademica trasversale che ha interesse solo ad accaparrarsi le risorse pubbliche per la ricerca e l’alta formazione. La CRUI, che sembra essersi resa conto del rischio corso di risultare l”interlocutore di comodo’ di un Ministro irresponsabile, dovrebbe ora convocare l’ASSEMBLEA di tutti i Senati Accademici (ipotizzata da alcuni Senati) e promuovere altre forme di protesta incisive quali le dimissioni dei Rettori e dei Presidi, in analogia a quanto avvenuto con successo in Francia.

14 ottobre 2004

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