IL MINISTRO “APRE” E IL RELATORE CHIUDE

IL MINISTRO “APRE” E IL RELATORE CHIUDE

Qualcuno continua a sforzarsi di credere, e di far credere, che il Ministro è ora realmente disposto a discutere su tutti i contenuti del DDL e a non accelerarne l’iter parlamentare (nota 1). Tutto ciò pur sapendo che lo stesso Ministro esprime questa sua disponibilità da ben un anno e mezzo, senza mai avere modificato i contenuti del suo DDL e facendolo nel frattempo approvare, perfino peggiorato, il 31.7.04 dalla Commissione Cultura della Camera (il “golpe di luglio”).

A chiarire le reali intenzioni del Governo è già intervenuto, ‘parallelamente’ al Ministro, il suo Sottosegretario Caldoro (rappresentante del Governo nella discussione del DDL), che ha confermato e difeso, senza alcuna ambiguità, tutti i contenuti del DDL (nota 2).

Ora anche il Relatore del DDL, l’on. Mario Pepe, chiarisce, “senza tentennamenti”, le reali intenzioni della Maggioranza dichiarando: “Il disegno di legge sarà in aula ENTRO I PRIMI DI NOVEMBRE.” (nota 3).

NOTA 1.

Comunicato congiunto CRUI-MIUR sull’incontro del 30.9.04 tra la Presidenza della CRUI e il ministro Moratti.

“Di fronte alle VOCI ricorrenti secondo le quali il provvedimento potrebbe essere emanato in tempi ristretti, il Ministro ha ribadito che, ferme restando le PREROGATIVE DEL PARLAMENTO, non esiste alcuna volontà di soffocarne o di accelerarne forzatamente il percorso parlamentare, confermando la sua ampia disponibilità a PROSEGUIRE NEL CONFRONTO di merito sui punti in discussione compresi quelli al momento più controversi.”

NOTA 2.

dall’articolo “Ricercatori in rivolta, pagano gli studenti” sul “Mattino” di Napoli del 2 ottobre 2004:

… «Se mettere in piedi una protesta è atto legittimo e rientra nelle dinamiche del confronto sindacale – commenta Stefano Caldoro, sottosegretario al ministero dell’Istruzione – mi pare francamente un po’ eccessivo bloccare l’università per sette giorni. Più che un’azione tesa a rivendicare un diritto, interpreto questo atteggiamento come contestazione strettamente politica, legata a una visione reazionaria e ”chiusa” del mondo accademico, che non centra la sua attenzione sugli studenti ma sulla necessità di mantenere certi equilibri. La nostra volontà è quella di rovesciare la piramide della didattica in Italia, ribaltando il rapporto numerico tra professori e ricercatori, oggi fissato in 40mila unità contro 20mila, semplificare l’accesso dei giovani con il sistema delle assunzioni a tempo determinato» Pur senza intento dichiaratamente polemico, Caldoro replica anche alle dichiarazioni del rettore: «Trombetti si schiera con i ricercatori e sostiene che da venticinque anni aspettano di veder riconosciuto il loro ruolo. Cosa hanno fatto in venticinque anni, mi chiedo, per difendere le loro ragioni? E invece scendono in campo soltanto adesso, proprio quando il governo riesce a offrirgli un salto di qualità. Il nuovo sistema prevede l’assunzione a termine ma lascia inalterata la posizione di chi già lavora con contratto a tempo indeterminato, anzi, la migliora: ai ricercatori ”stabili” viene attribuito il titolo di professore e una riserva di posti del quindici per cento nei concorsi per associato». …

NOTA 3. V. l’articolo “Riforma docenti senza fondi” su “Italia Oggi” del 5 ottobre 2004, pag. 34.

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