In Francia, dopo tre mesi di grande mobilitazione, il mondo della ricerca e dell’insegnamento superiore ha raggiunto pienamente i suoi obiettivi: il ripristino di 550 posti di ruolo nella ricerca e 1000 nuovi posti nelle Università (v. in calce comunicato stampa).
A questo risultato del movimento di lotta francese hanno certamente contribuito l’ampia, corretta e puntuale informazione della grande stampa e la recente sconfitta del governo in carica alle elezioni regionali.
In Italia la posta in gioco è ben più alta: la sopravvivenza della ricerca e dell’Università statali.
In Italia la ‘grande’ stampa è al servizio di quella lobby accademica
trasversale che, travisando la realtà italiana e internazionale, vuole
rendere totale il proprio controllo sulle risorse pubbliche.
La compattezza e la determinazione dei ricercatori francesi, ma anche la
solidarietà di decine di migliaia di cittadini e il sostegno della stampa e
delle associazioni sindacali, hanno caratterizzato la lotta in Francia.
In Italia, con lo sciopero del 23 aprile nelle Università e negli Enti di
ricerca e con la manifestazione a Roma nello stesso giorno, si deve
riuscire ad ottenere il ritiro del disegno di legge-delega De Maio-Moratti
e, in ogni caso, la sua bocciatura in Parlamento. Si deve impedire che in
questa legislatura venga completata l’opera di smantellamento
dell’Università e della ricerca pubbliche iniziata nelle precedenti
legislature. Si deve sconfiggere la lobby accademica trasversale e impedire che, nella prossima legislatura, essa tenti ancora di assoggettare completamente la ricerca e l’alta formazione ai poteri accademici forti. Solo attraverso la sconfitta di questa potente lobby trasversale che ha “sequestrato” l’Università, sarà possibile avviarne l’indispensabile e urgente riforma democratica, restituendola al Paese, agli studenti e ai docenti.
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