INCONTRO PUBBLICO DELLE ORGANIZZAZIONI DELLA DOCENZA UNIVERSITARIA CON PARLAMENTARI, CUN E CRUI
Il 10 giugno 2003 si è svolto a Roma un incontro pubblico delle Organizzazioni della docenza Universitaria con Parlamentari e Rappresentanti del CUN e della CRUI (v. comunicato unitario in calce).
L’ANDU è stata rappresentata da Alessandra Ciattini, Enrica Martinotti, Nunzio Miraglia e Paola Mura, componenti dell’Esecutivo nazionale.
Intervenendo nel dibattito, l’ANDU ha rilevato come risulti evidente ancora un alto grado di confusione e disomogeneità tra i rappresentanti delle forze politiche intervenute; fatto questo non necessariamente negativo visto che le posizioni di fondo trasversalmente condivise non sono positive per l’Università.
L’ANDU ha apprezzato le posizioni espresse dal rappresentante della CRUI contrario al precariato e alla messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori. Questa posizione mostra, tra l’altro, che dentro la CRUI sta forse emergendo un atteggiamento estraneo alle solite logiche ‘americaneggianti’. Non è comunque vero che finora la CRUI, come ha invece sostenuto il sen. Valditara, sia stata condizionata da posizioni politiche; è vero il contrario: è sempre stata la CRUI a condizionare trasversalmente i Gruppi politici. Sarebbe necessario che la CRUI facesse un passo indietro cessando di invadere il campo della rappresentanza del sistema universitario. Sarebbe anche indispensabile che gli attuali membri del CUN consentissero, con le loro dimissioni, il rinnovo dello stesso Organismo ampiamente scaduto e la cui composizione è da tempo illegittima. Un CUN rinnovato potrebbe diventare un valido interlocutore dei poteri politico-accademici in questo momento particolarmente difficile per l’Università pubblica.
L’ANDU ha sostenuto inoltre che il sen. Tessitore ha ragione nell’affermare che l’autonomia finanziaria sia servita solo a ridurre il finanziamento pubblico delle Università. Tutte le riforme finora varate sono il frutto dell’improvvisazione da ‘apprendisti stregoni’ espressa da un’accademia che sembra priva del semplice buonsenso. Altrimenti non si spiegherebbe come abbia potuto essere approvata la riforma dei finti concorsi locali i cui effetti negativi erano stati anticipati anche dall’ANDU; e come non siano stati preventivati i danni di una riforma della didattica imposta come quella del ‘3+2’. Sarebbe ugualmente inspiegabile come si sia potuto spacciare per autonomia statutaria l’assegnazione di fatto del potere di decidere gli Statuti degli Atenei ai Tribunali amministrativi, come dimostra anche la situazione di Roma 1 ancora oggi priva dello Statuto autonomamente approvato.
L’ANDU ha ribadito le proprie posizioni sulla necessità di non confondere i concorsi per il reclutamento alla docenza (ingresso per la prima volta nel ruolo docente) con i meccanismi di avanzamento nella carriera che dovrebbe invece avvenire attraverso giudizi nazionali individuali, senza ulteriore chiamata da parte della facoltà dove il docente già lavora.
Rispetto alla riforma della riforma didattica l’ANDU ancora una volta ha richiamato al buon senso che dovrebbe fare già prendere atto del fallimento del ‘3+2’ e della necessità di elaborare una nuova riforma entro 1-2 anni con il coinvolgimento dell’intero mondo universitario e, in particolare, dei Consigli di Facoltà e di Corso di studio.
Per quanto riguarda la terza fascia e la trasformazione in essa dell’attuale ruolo dei ricercatori, l’ANDU ha sottolineato che va istituita non tanto per riconoscere la fondamentale attività di docenza svolta dagli attuali ricercatori, ma soprattutto per impedire che venga ulteriormente limitata la libertà di ricerca e di insegnamento dei giovani docenti. Questi ultimi altrimenti verrebbero collocati in una situazione di lungo precariato e quindi scoraggiati dall’intraprendere la carriera accademica avendo la prospettiva di essere immessi in ruolo a 40-45. Peraltro, la trasformazione del ruolo dei ricercatori nella terza fascia sarebbe anche il logico completamento di numerose leggi, successive all’istituzione del ruolo con il DPR 382 nel 1980, che sono tutte andate nella direzione del pieno riconoscimento del ruolo docente svolto dai ricercatori. Questa ‘nuova’ realtà normativa sembra sconosciuta specialmente nelle Facoltà di Giurisprudenza.
L’ANDU ha concluso con l’invito a non ‘rispettare’ i poteri forti; atteggiamento questo che ha portato, per esempio, a tacere sull’anomalia che caratterizza la Facoltà di Giurisprudenza di Roma 1 dove non si bandiscono posti per professori (non c’è alcun professore associato e i professori ordinari vengono reclutati solo per trasferimento) e dove nessun ricercatore ha una supplenza. Cosa succederebbe se tutte le Facoltà italiane si comportassero allo stesso modo?
10 giugno 2003
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ADU, ANDU, APU, CISL Università, CNU, SNALS Università, Snur-CGIL, UIL-Paur
COMUNICATO UNITARIO
Su iniziativa di ADU, ANDU, APU, CISL Università, CNU, SNALS Università, Snur-CGIL, UIL-Paur, il 10 giugno 2003 presso l’ex Hotel Bologna in Roma si è tenuto, con larga partecipazione, l’incontro “Il ruolo delle Università per lo sviluppo del Paese. La riforma dell’autonomia, della didattica, della ricerca e della docenza”
I lavori sono stati introdotti e coordinati, a nome delle Organizzazioni ed Associazioni promotrici, da Sergio Sergi. Sono intervenuti: Sen. Franco Asciutti (FI, Pres. VII Comm.), Gaetano Silvestri (Vice presidente CRUI), On. Franca Bimbi (Resp. Univ. Margherita), Sen. Giuseppe Valditara (Resp. Univ. AN), Giovanni Cordini (CNU), Sen. Fulvio Tessitore (DS, VII Comm.), Leo Peppe (ADU), Nunzio Miraglia (ANDU), Gaetano Dammacco (CISL Università), Giovanni Garofalo (Snur-CGIL), Maria Lenti (Uff. Univ. Rif. Com.), Flaminia Saccà (Resp. Univ. DS), Ruggero Matteucci (CUN), Sen. Luciano Modica (DS, VII Comm.), Sen. Chiara Acciarini (DS, VII Comm.), Sen. Antonio Gaglione (Margherita, Comm. Sanità).
Nell’ampio e franco dibattito l’attenzione si è incentrata in primo luogo sullo stato giuridico dei professori e dei ricercatori universitari, con particolare riguardo all’introduzione della terza fascia; sul reclutamento e sull’uso dello strumento contrattuale; sul futuro della riforma didattica e la revisione del 509/99; sulle forme della rappresentanza e della governance delle Università e del sistema universitario nel suo insieme, con speciale accento sui diritti degli studenti; sulle tendenze a modificare i meccanismi di attribuzione delle risorse e in particolare sul futuro del Fondo di Funzionamento Ordinario.
I Parlamentari presenti hanno confermato che per la riforma dello stato giuridico si procederà con lo strumento della legge ordinaria e hanno tutti manifestato la volontà di proseguire negli incontri, anche nel contesto formale delle audizioni parlamentari.
Le Organizzazioni hanno positivamente valutato tale disponibilità, considerando essenziale proseguire il confronto.
10 giugno 2003