Autonomia: Montanari, Galli della Loggia, ANDU

 MA QUALE AUTONOMIA?

  1. L’intervento di Tomaso Montanari
  2. Autonomia di chi?
  3. Rifondare l’università tutta
  4. Prossimo Congresso nazionale dell’ANDU

 

  1. L’intervento di Tomaso Montanari

     Tomaso Montanari, nel suo intervento sul Fatto Quotidiano del 22 luglio 2024 (Della Loggia, tagli, schiforme: l’università ‘studia’ da Orbàn), critica duramente l’editoriale di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera del 10 aprile 2024 (I poteri dei nostri atenei).

     Tomaso Montanari denuncia l’attacco all’autonomia delle singole sedi universitarie di Galli della Loggia che dimentica come «questa autonomia è stabilita direttamente dalla Costituzione». Montanari denuncia anche che Galli della Loggia «contesta l’essenza stessa della democrazia accademica» quando scrive: «se si dà a un gruppo di docenti (anzi, più precisamente: alla maggioranza di essi che si forma all’interno di un dipartimento o di un senato accademico) il potere di decidere sostanzialmente a proprio piacere quali corsi di laurea un ateneo debba aprire, con quali insegnamenti, e per giunta quali nuovi docenti debbano essere assunti…». L’inciso in corsivo non è presente nella citazione.

     Per completezza di informazione va detto che nell’editoriale di Galli della Loggia è anche presente un durissimo attacco al ruolo del rettore (v. nota).

     Tomaso Montanari nel suo intervento ricorda che, poco tempo dopo l’editoriale di Galli della Loggia, lo stesso è stato nominato presidente di una commissione ministeriale «per l’analisi di adeguati interventi di revisione dell’ordinamento della formazione superiore».

     Tomaso Montanari sostiene che i contenuti dell’editoriale di Galli della Loggia e l’incarico ministeriale dallo stesso ricevuto, assieme alla recente delega in bianco al governo di rivedere l’intera normativa universitaria e alla prospettata riduzione di circa 500 milioni del finanziamento, facciano parte di un attacco all’intera università e, in particolare, alla «odiata autonomia dei professori, colpevoli di pensiero critico».

Nota. Ernesto Galli della Loggia aveva anche scritto: «Elemento peculiare ed esemplare dell’autonomia universitaria nostrana è la trasformazione, avvenuta all’incirca negli ultimi due decenni, della figura del rettore: mutatosi in genere dal “primus inter pares” di un tempo non troppo lontano in un dominus autocratico.» «Il rettore, insomma, è divenuto sempre di più un “businessman” esperto di conti e di gestione anziché un rappresentante del mondo degli studi e del suo ethos.

     In forza della legge il suo, però, è un potere a tempo. Ecco allora che spesso la principale preoccupazione di un rettore diviene quella di utilizzare il proprio mandato per non tornare a insegnare bensì per cercare di assicurarsi un avvenire diverso. Quasi sempre in politica, o nei dintorni. Egli sarà quindi inevitabilmente spinto a servirsi del suo ruolo per allacciare rapporti, stabilire relazioni, cercare ambiti di azioni comuni con gli interessi locali per lo più imprenditoriali e con il notabilato sociale che li rappresenta e il cui appoggio è evidentemente decisivo per il suo futuro. Sicché, oltre a quello che si è visto e detto prima l’autonomia universitaria diventa anche lo sgabello per entrare in Parlamento, fare il sindaco o aspirare a qualche altro incarico pubblico. Ma stando le cose in tal modo non è forse giunto il momento, mi chiedo, di rivedere qualcosa di tutta questa materia, magari restituendo un po’ di competenze al tanto vilipeso potere centrale di una volta?»

  1. Autonomia di chi?

          In realtà quanto sta oggi accadendo è ‘solo’ il completamento dell’opera di demolizione del Sistema nazionale universitario statale, iniziata nel 1989 con la proposta di legge Berlinguer-Ruberti sulla finta autonomia (nella nota le tappe).

          Nei fatti negli atenei non vi è alcuna democrazia nella loro gestione che è dominata da un rettore sovrano-assoluto, espressione di un sistema oligarchico che fonda il proprio potere soprattutto sul controllo diretto (cooptazione personale) del reclutamento, della formazione e delle carriere dei docenti-ricercatori, dalla laurea al ruolo di ordinario.

     Inoltre vi è la totale mancanza di autonomia del Sistema nazionale universitario, caratterizzato dalla finta autonomia degli atenei sovrastata da un controllo asfittico dell’ANVUR, con i suoi ’annessi’ VQR e ASN, e dal devastante ruolo della CRUI che ha elaborato e/o sostenuto le leggi che negli ultimi decenni hanno smantellato l’università italiana. La CRUI ha deliberato quasi sempre all’unanimità, senza che i singoli rettori abbiano prima coinvolto i propri atenei.

          La CRUI, che ha sempre preteso di rappresentare pienamente l’università, ha agito anche in ‘collaborazione’ con i ‘permanenti’ poteri ministeriali e con quelli confindustriali (v. Treelle). Vanno ricordati, in particolare, gli accordi che la stessa CRUI ha stipulato con la Confindustria e, più recentemente, l’accordo con la Fondazione Med-Or, nata per iniziativa della Leonardo Spa per «rafforzare l’internazionalizzazione». Quest’ultimo accordo è stato deciso con il solo voto contrario di Tomaso Montanari (v. in questo documento il punto 3. La CRUI, i Rettori e la Fondazione Med-Or. Il no di Montanari).

Nota. Le tappe della demolizione dell’Università.

I seguenti provvedimenti sono stati approvati in maniera trasversale, con a volte la formale opposizione delle minoranze di turno.

Finta autonomia statutaria (1989) per salvaguardare le oligarchie degli atenei – Finta autonomia finanziaria (1993) per far gestire agli Atenei la riduzione progressiva dei finanziamenti – Finti concorsi locali (1997) e ASN (2010) per dare ulteriore spazio alla cooptazione-arbitrio personale – Introduzione del numero chiuso (1999) per negare ai giovani la scelta degli studi – Imposizione del “3 + 2″ (2000) con la frammentazione dei saperi – Invenzione dell’IIT (2003) costosissimo “giocattolo” ministeriale-confindustriale a discapito dell’Università – Istituzione “personalizzata” del SUM di Firenze e dell’IMT di Lucca (2005) – Svuotamento del CUN (2006) a favore della CRUI – Introduzione dell’ANVUR (2006) per commissariare l’Università – Messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori (2010) per moltiplicare i precari – Cancellazione di ogni parvenza di democrazia negli atenei (2010) con il rettore-padrone assoluto – Localizzazione dei collegi di disciplina (2010) per tenere meglio a bada i docenti – Istituzione dell’Human Technopole (2016) che è una sorta di duplicazione milanese dell’IIT di Genova – Invenzione della costosa Scuola superiore napoletana (2018) – Istituzione dell’ANR (2019),  per controllare ancora di più l’Università e la Ricerca – invenzione del Biotecnopolo di Siena (2021), mantenimento del precariato (2022). E anche: Cattedre Natta, scatti premiali ai docenti, borse per studenti eccellenti, aumento delle tasse, finanziamenti per alcuni docenti, finanziamenti per dipartimenti eccellenti, riduzione dei finanziamenti agli Atenei e loro iniqua distribuzione per “merito”, ecc.

  1. Rifondare l’università tutta

          L’ANDU in ‘tempo reale’ aveva commentato l’editoriale di Galli della Loggia, analizzandone in maniera puntuale i contenuti e il significato politico complessivo (v. il documento Atenei. Galli della Loggia per un “potere centrale”. L’ANDU per l’Autonomia del Sistema universitario nazionale).

     In quel documento, alla visione di Galli della Loggia si è contrapposta una proposta globale e dettagliata per rifondare l’università italiana (nota), per opporsi – veramente e fino in fondo – allo smantellamento del Sistema universitario dettato dai poteri forti alla ‘politica’, la quale l’ha trasversalmente eseguito; uno smantellamento che nell’università, a tutti i livelli, è stato quasi da tutti accettato o subito.

Nella proposta dell’ANDU uno dei punti principali è, in alternativa alla CRUI e all’ANVUR, la costituzione di un organismo di autogoverno del Sistema nazionale pienamente rappresentativo di tutte le componenti e con compiti che lo mettano anche in grado di difendere dai poteri forti interni ed esterni l’autonomia di tutti coloro che operano nell’università, cioè la loro piena libertà di ricercare e di insegnare.

Nota. Come ricostruire l’Università tutta è una proposta complessiva elaborata nel corso di decenni, riguardante i punti di maggiore criticità dell’Università:

  1. Diritto allo studio
  2. Abolizione del precariato (non degli attuali precari) e nuovo reclutamento
  3. Docente unico
  4. Autonomia del Sistema nazionale dell’Università
  5. Gestione democratica degli Atenei
  6. Finanziamento dell’Università per migliorare tutti gli Atenei
  1. Prossimo Congresso nazionale dell’ANDU

    Il 20 settembre 2024 con inizio alle 14.30 si terrà il Congresso Nazionale dell’ANDU al quale potranno partecipare tutti gli iscritti. Per iscriversi all’ANDU cliccare qui. All’ANDU possono iscriversi anche i docenti in pensione.

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