CONCLUSIONI DEL CONGRESSO NAZIONALE DELL’ANDU

Il Congresso nazionale dell’ANDU ha:
1) confermato le posizioni dell’Associazione sulla riforma della docenza e del governo dell’Università (v. in calce la sintesi delle proposte);
2) deciso di aprire l’iscrizione all’Associazione anche ai docenti con rapporto di lavoro a tempo determinato o a tempo indeterminato e ai docenti in pensione (per il nuovo testo dello Statuto:
http://www.bur.it/sezioni/ANDU_Statuto.doc);
3) eletto l’Esecutivo nazionale: Alessandra Ciattini, Mariano Giacchi (segretario) Enrica Martinotti, Nunzio Miraglia (coordinatore nazionale) e Paola Mura;
4) nominato il Collegio dei revisori dei conti: Giorgio Faraggiana, Anna Lorenzini e Vincenzo Russo.
5) ratificato i bilanci sociali degli ultimi anni.

Il Congresso ha, in particolare, approfondito le seguenti questioni sulle quali saranno diffusi specifici documenti:
1) l’urgenza del superamento del precariato (v. gli ultimi due punti delle proposte sulla docenza). Su questo tema si è registrata ampia convergenza con la “Rete Nazionale Ricercatori Precari”;
2) la necessità di un sistema di valutazione discusso con la comunità universitaria, basato su criteri e metodi che tengano conto della diversità degli ambiti disciplinari e che lasci alla responsabilità politica i conseguenti interventi. Un sistema di valutazione che non deve tradursi in un maggiore controllo gerarchico delle carriere e che non ‘subappalti’ l’autonomia universitaria ai poteri forti politico-accademici, come accadrebbe con l’istituzione dell'”Autorità per la valutazione” prevista dal DDL dei DS (v. nota 1);
3) la necessità e l’urgenza di una verifica del “3 + 2″ da parte del Ministero, coinvolgendo tutto il mondo universitario. In questa direzione va il Convegno nazionale dell’11 luglio 2006 promosso dall’ANDU (interventi e partecipanti: http://www.bur.it/sezioni/andu_special.php);
4) la necessità e l’urgenza di cancellare l’Istituto Italiano di Tecnologia (la cui costituzione è stata avversata da tutta l’Università e da tutti i Centri di ricerca), con il trasferimento all’Università statale e alla Ricerca pubblica degli ingenti finanziamenti ad esso assegnati.

Il Congresso ha inoltre espresso grande preoccupazione per l’assoluto silenzio finora mantenuto dal ministro Mussi rispetto alla richiesta di incontro avanzata il 29 maggio u.s. da ADI, ADU, ANDU, APU, AURI, CISAL-Università, CISL-Università, CNRU, CNU, FIRU, FLC-CGIL, SNALS-Università, SUN, UILPA-UR (v. documento al Ministro in nota 2). Organizzazioni che hanno coordinato il movimento di protesta di tutto il mondo universitario contro il DDL Moratti e che hanno avanzato precise proposte (v. nota 3) per risolvere i drammatici problemi dell’Università nell’interesse del Paese.

Nota 1. V. il documento dell’ANDU “DDL dei DS: esternalizzazione dell’autonomia universitaria, precarizzazione permanente della docenza”:
http://www.bur.it/sezioni/sez_andu.php 03 febbraio 2006

Nota 2. Per il documento inviato al Ministro dalle Organizzazioni unitarie della docenza: (non si deve spezzare la stringa di caratteri, altrimenti il collegamento
fallisce!)
http://www.ricercatoriprecari.org/public/modules/ news/article.php?storyid=326

Nota 3. Per il documento unitario “Cosa è urgente.Verso le elezioni”, diffuso nel febbraio 2006:
http://cnu.cineca.it/docum06/docunitario-02-06.pdf

Sintesi delle PROPOSTE DELL’ANDU per una riforma della docenza e della organizzazione dell’Università

DOCENZA
Stato giuridico nazionale dei docenti collocati in un ruolo unico,
articolato in tre fasce con uguali mansioni. Ingresso nel ruolo docente per concorso nazionale (prevalentemente nella terza fascia) e passaggio di fascia per idoneità nazionale individuale (a numero aperto), con immediato e pieno riconoscimento della nuova qualifica, senza l’ulteriore chiamata della Facoltà dove il docente già lavora e
continuerà a lavorare. Per il passaggio di fascia è indispensabile prevedere uno specifico budget nazionale per i connessi incrementi stipendiali. Le commissioni, per i concorsi e per i passaggi, devono essere interamente sorteggiate e composte di soli ordinari. Distinzione tra tempo pieno e tempo definito con esclusione per i docenti a tempo definito dalle cariche accademiche e dalle commissioni concorsuali. Trasformazione del ruolo dei ricercatori in terza fascia di professore, prevedendo la partecipazione di tutti ai Consigli di Facoltà e l’accesso ai fondi per la ricerca anche per i professori di terza fascia non confermati. Periodo pre-ruolo massimo di 3 anni in una unica figura con adeguata retribuzione, diritti (malattia, maternità, ferie, contributi pensionistici) e libertà di ricerca. Bando nei prossimi anni, su nuovi specifici e aggiuntivi fondi statali, di almeno 20.000 posti di terza fascia.

ORGANIZZAZIONE
Gli Atenei devono essere governati da strutture interamente elettive interne agli Atenei stessi e, in particolare, i Senati Accademici devono essere composti esclusivamente da rappresentanze paritetiche elette direttamente da ordinari, associati, ricercatori, tecnico-amministrativi e studenti (v. nota). I rappresentanti dei docenti devono essere espressi da poche aree (5-6) equivalenti, con elettorato attivo e passivo comune alle tre fasce. Devono essere riconosciuti specifici ruoli ai Collegi dei Presidi, dei Direttori di Dipartimento e dei Presidenti dei Consigli di
Corso di Studio. La composizione e i compiti delle strutture degli Atenei devono essere normati dalla legge. Il Sistema nazionale delle Università deve essere rappresentato da un unico Organo di autogoverno composto da rappresentanti eletti direttamente dai docenti espressi da poche aree (5-6) equivalenti, con elettorato attivo e passivo comune alle tre fasce. Di questo organismo devono fare anche parte consistenti rappresentanze dei tecnico-amministrativi e degli studenti,
elette direttamente dalle rispettive categorie. Devono essere riconosciuti specifici ruoli alle Conferenze nazionali dei Rettori, dei Presidi e dei Direttori di Dipartimento.

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