DDL De Maio-Moratti GOLPE ESTIVO DELLA LOBBY TRASVERSALE ALLA CAMERA

Si è concluso sabato 31 luglio 2004 il golpe estivo della lobby accademica trasversale: la Commissione Cultura della Camera ha completato l’esame degli articoli del DDL De Maio-Moratti (nota) che verrà portato in Aula il prossimo settembre.

Il primo tratto dell’iter parlamentare del provvedimento governativo (dopo l’esame dell’Aula della Camera il DDL dovrà passare alla Commissione
Istruzione del Senato, poi dovrà essere esaminato dall’Aula e, quindi,
tornerà alla Camera) ha confermato il totale dispregio del Governo e della
Maggioranza nei confronti delle innumerevoli posizioni contrarie al DDL
assunte dagli Organismi accademici (Collegi dei Presidi, Senati Accademici, Consigli di Facoltà, di Corso di Laurea e di Dipartimento) ed espresse nelle centinaia di documenti approvati dalle varie assemblee. In nessuna considerazione sono state tenute le grandi iniziative di lotta nazionali e locali, che stanno ora continuando con il crescente rifiuto delle supplenze, e nessun ascolto hanno avuto le puntuali critiche e proposte avanzate unitariamente dalle Organizzazioni della docenza. Inascoltato è stato anche l’appello lanciato all’ultimo momento dalla CRUI che, relativamente alla questione degli attuali ricercatori, ha espresso “la più netta contrarietà a soluzioni improvvisate, non sufficientemente
approfondite e condivise su tale tematica”.

Il 19 luglio avevamo scritto: “Pare che il ‘medico’, cioè la lobby
trasversale di potenti baroni, abbia prescritto di approvare in Commissione il provvedimento governativo entro questo mese di luglio, il mese più indicato per le ‘forzature’, al riparo dalla mobilitazione del mondo universitario. Un’accelerazione che sembra prescindere dalla crisi politica in corso, anzi sembra volerne approfittare, forse puntando sulla
possibilità, più volte sperimentata, di trasferire sul terreno parlamentare
l’unità trasversale dei poteri forti accademici.”
Quanto da noi previsto si è purtroppo avverato: Maggioranza e Opposizione hanno raggiunto e rispettato l’accordo di concludere l’esame del DDL entro il mese di luglio, anzi l’Opposizione ha anche votato insieme alla Maggioranza un articolo di ‘principi’ (emendamento 01.3 del Governo, seconda versione), prima dell’esame dei successivi emendamenti di ‘sostanza’.
La ‘forzatura estiva’ ha avuto come protagonista principale il Presidente
della Commissione che, svolgendo un compito istituzionalmente improprio, ha surrogato-supportato fino alla fine i ruoli del Relatore e del
Rappresentante del Governo, assolutamente incapaci e incompetenti
(particolarmente penosi i loro interventi a difesa del loro emendamento
sugli attuali ricercatori). Il Presidente, secondo quanto denunciato da due
Deputati dell’Opposizione, avrebbe addirittura sospeso la seduta per
evitare l’approvazione di un emendamento che prevedeva l’istituzione della
terza fascia.

Gli emendamenti approvati confermano l’impianto e i contenuti
‘qualificanti’ del DDL:
1. mantenimento dello strumento della legge-delega, che affida così alla
lobby trasversale un potere immenso nella definizione dei decreti-delegati;
2. messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori e introduzione di un
precariato di lunga durata;
3. introduzione dei concorsi nazionali a numero chiuso, con il mantenimento della chiamata delle Facoltà;
4. precarizzazione della carriera dei professori;
5. eliminazione della differenza tra tempo pieno e tempo definito.

La Commissione ha anche approvato, col voto contrario dell’Opposizione, un emendamento sugli attuali ricercatori che rappresenta una vera e propria provocazione.
Infatti, gli attuali ricercatori, per ottenere il titolo di “professore
aggiunto”, dovrebbero sottoporsi all’esame di una commissione
‘simil-concorsuale’ e ciò per mantenere l’attuale retribuzione e per
peggiorare le attuali mansioni. Infatti ai “professori aggiunti” si potrà
imporre lo svolgimento di corsi se e quando deciso dalla struttura
didattica ed essi sarebbero comunque tenuti all’attività di tutorato e di
didattica integrativa. ‘Naturalmente’ ai “professori aggiunti” non è
riconosciuto il diritto di partecipare ai Consigli di Facoltà.
Giustamente i Deputati dell’Opposizione hanno denunciato la
“marginalizzazione e lo svilimento del ruolo dei ricercatori”, la loro
“umiliazione” e l’atteggiamento “sadico” assunto nei loro confronti dal
Governo e dalla Maggioranza.

Bisogna però dire che negli emendamenti dell’Opposizione, che prevedevano la trasformazione del ruolo dei ricercatori in terza fascia di professore, non era espressamente riconosciuto il diritto di partecipare agli Organi collegiali e, in particolare, ai Consigli di Facoltà. Ferocemente contro la presenza di tutti i ricercatori nei Consigli di Facoltà sono stati e sono soprattutto professori, di destra e di sinistra, delle Facoltà giuridiche
di Roma 1, Napoli e Torino.
E sempre a proposito delle posizioni dell’Opposizione, va evidenziato come i loro emendamenti sui concorsi, pur formulati per limitare gli effetti del localismo, ne confermano le caratteristiche attuali prevedendo il
mantenimento della chiamata dell’unico idoneo (unico come richiesto dalla CRUI) da parte della Facoltà. Ma il limite più grave della posizione
dell’Opposizione è costituito dalla mancata distinzione tra i meccanismi di reclutamento e quelli di avanzamento di carriera; distinzione ritenuta
necessaria anche dalla CRUI, che però non è ‘in grado’ di trarne le logiche conseguenze. Senza questa distinzione e mantenendo la chiamata delle Facoltà, si continuerà il mercato dei finti concorsi e la dipendenza, anche umana, dal ‘maestro’ di coloro che vogliono intraprendere e continuare la carriera universitaria.

È in gioco l’esistenza stessa dell’Università statale, che una lobby
trasversale di “professori eccellenti” vuole demolire a favore dei ‘loro’
“centri di eccellenza”. Questa lobby da decenni gestisce il Ministero (il
Ministro e il Sottosegretario attuali recitano malamente una parte a loro
assegnata), condiziona pesantemente il Parlamento (l’attività della
Commissione lo conferma) e controlla la ‘grande’ stampa (totale è stato il
silenzio di tutta la stampa nazionale sui lavori della Commissione).

A settembre si giocherà una partita che può essere vinta non solo con la
indispensabile continuazione della mobilitazione, che dovrà subire un salto di qualità e di intensità, informando e coinvolgendo i cittadini, ma nello stesso tempo individuando e denunciando le responsabilità di quella parte dell’accademia che vuole imporre, ad ogni costo e con qualsiasi mezzo, la controriforma dell’Università. In particolare va chiarito il ruolo di
‘aggregazioni’ come la Commissione Cultura della CRUI e la “lobby
trasparente” TreeLLLe. Tutte le forze politiche dovranno essere chiamate a prendere una chiara posizione POLITICA sulle questioni universitarie e a chiarire i loro rapporti con i poteri forti dell’accademia. Se ciò non
avviene lo smantellamento dell’Università statale sarebbe portato a termine anche da un qualsiasi nuovo Governo.

RICHIESTE
Anche alla luce di quanto appena accaduto alla Camera riteniamo che vada confermata la richiesta di accantonare il DDL governativo e di approvare invece, con urgenza, quattro provvedimenti che prevedano:
1. l’eliminazione, con un decreto-legge, del blocco delle assunzioni
nell’Università e nella Ricerca;
2. la trasformazione del ruolo dei ricercatori in terza fascia dei
professori, con la espressa previsione della loro partecipazione ai
Consigli di facoltà;
3. il bando di almeno 20.000 nuovi posti in ruolo nella terza fascia per i
giovani docenti;
4. la fine dell’attuale mercato dei concorsi, con una riforma che distingua
nettamente il reclutamento (concorsi nazionali nella terza fascia) e
l’avanzamento di carriera (giudizi nazionali individuali, con pieno e
immediato riconoscimento della nuova qualifica, senza l’ulteriore chiamata della Facoltà dove il docente continua a lavorare). È indispensabile prevedere a tutti i livelli commissioni giudicatrici nazionali composte da soli ordinari tutti sorteggiati.

2 agosto 2004

Nota. Per i resoconti delle sedute del 13, 27, 29, 30 e 31 luglio 2004 della Commissione Cultura della Camera e per il testo degli emendamenti: www.camera.it, i lavori, le commissioni, convocazioni, resoconto.

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