INDISPENSABILE UNA VERA RIFORMA DEI CONCORSI UNIVERSITARI

L’arresto di cinque professori universitari, legato alla gestione di alcuni concorsi, ha avuto una vasta eco su tutti i giornali nazionali e ancor più sulle edizioni locali (nota 1). Il Presidente della CRUI, prof. Piero Tosi, attraverso il suo portavoce, ha commentato la vicenda rimarcando la necessità, l’urgenza di una riforma dei concorsi universitari. Una richiesta già fatta dalla CRUI al Ministro (nota 2).  

E in effetti la CRUI, nel punto 4 del suo documento del 29.1.04 sul DDL governativo di riforma della docenza, aveva espresso sulla questione dei concorsi le seguenti posizioni (nota 3):
1. critica ai concorsi nazionali previsti dal DDL:
a. per gli inconvenienti già sperimentati nel passato “non minori e non meno gravi” degli attuali concorsi locali;
b. per la non certezza “di rispettare le scadenze per i bandi”;
c. “si possono prevedere fin d’ora accordi tra sede e sede su candidati e possibili commissari”;
2. necessità di distinguere “i problemi del reclutamento vero e proprio, cioè delle modalità di ingresso nei ruoli universitari di docenti/ricercatori ad essi ancora esterni” dai “problemi di riconoscimento del lavoro svolto e dei risultati raggiunti, con conseguente auspicio delle sedi, oltre che degli interessati, alla promozione da una posizione inferiore a una superiore (così si sono di fatto configurate in larghissima misura le prove di valutazione comparativa svoltesi negli ultimi anni, con eccezione, ovviamente, di quelle per ricercatore)”.
La CRUI, giustamente, critica i ‘nuovi’ meccanismi concorsuali nazionali per l’incapacità di ovviare ai difetti gravissimi di quelli locali, difetti peraltro diffusamente riconosciuti (nota 4), e ritiene giunto il momento di distinguere il vero reclutamento dagli avanzamenti di carriera.
Da queste posizioni, che coincidono con quelle da sempre espresse dall’ANDU, la CRUI ne fa però derivare la richiesta (cui si riferisce ora il suo Presidente) “di mantenere l’attuale modalità di valutazione decentrata, ma prevedendo un unico idoneo, ferma restando la possibilità per la sede che ha bandito la prova di non chiamarlo”.
La CRUI passa da analisi e critiche corrette alla ‘concretezza’ baronale:
contenere il numero degli idonei per qualche tempo. Ed è proprio questo il vero obiettivo della ‘grande’ riforma accademico-governativa dei concorsi,
che l’ANDU ha da tempo denunciato. Ed è stata proprio questa la principale preoccupazione anche dei professori-senatori dell’Ulivo che hanno presentato un DDL con il quale si vuole per tre anni ridurre da due a uno gli idonei per poi introdurre una lista nazionale a termine (nota 5), così come poi ‘recepito’ dal DDL De Maio-Moratti.
Sarebbe strano, ma non sorprendente, che vicende giudiziarie che ripropongono drammaticamente la questione dei concorsi universitari diventassero l’occasione per accelerare una riforma dei concorsi che, nella versione De Maio-Moratti, in quella della CRUI e in quella dei Senatori dell’Ulivo, non cambierà affatto la sostanza di una gestione che continuerebbe ad essere fatta di “accordi tra sede e sede su candidati e possibili commissari”. È da anni giunto il momento di smantellare la macchina dei finti concorsi universitari che serve essenzialmente ad esercitare il controllo anche umano, dalla laurea all’ultimo gradino della carriera accademica, su chi percorre la carriera universitaria. Gli attuali meccanismi concorsuali e quelli sostanzialmente equivalenti, che propongono i soliti ‘grandi’ riformatori, non consentono ai docenti, prima del loro ingresso in ruolo e durante la loro carriera, di esprimere al massimo livello le loro capacità didattiche e di ricerca, mancando loro una reale libertà e una effettiva valutazione di merito. Per rompere il ‘giocattolo’ dei finti concorsi riteniamo sempre più valida la proposta che abbiamo avanzato già nel giugno del 1998, prima dell’approvazione dell’attuale legge sui concorsi. Scrivevamo allora: “In alternativa alla legge in discussione al Senato, riproponiamo l’unica riforma dei meccanismi di reclutamento e di avanzamento della docenza universitaria che semplificherebbe enormemente le procedure, renderebbe più giusti i giudizi delle commissioni e ridurrebbe fortemente il ‘mercato dei posti’. Questa riforma dovrebbe prevedere il reclutamento nel ruolo unico della docenza universitaria attraverso concorsi a ricercatore banditi dagli Atenei e svolti da commissioni interamente nazionali, formate per sorteggio, e l’avanzamento nella carriera attraverso giudizi di idoneità a numero aperto espresso da commissioni nazionali costituite per sorteggio.”
(“Università Democratica”, n. 162-163, p. 4). E poco tempo dopo abbiamo aggiunto che tale riforma, proposta “per limitare localismi, clientelismi, nepotismi e arbitrii” “avrebbe l’immenso vantaggio di:
1. fare esprimere un giudizio libero e qualificato da parte di una commissione non subalterna agli interessi e ai veti locali;
2. eliminare il mercato del bando dei posti, con effetti benefici per la ‘qualità della vita’ dei docenti negli Atenei e per lo svolgimento di una attività di ricerca non esclusivamente mirata a vincere un posto contro altri, spesso con detrimento per l’attività didattica attualmente non valorizzata o, peggio, ritenuta inutile ai fini del superamento di un concorso. Una riforma, quella da noi proposta, che costerebbe pochissimo allo Stato, ma costerebbe moltissimo a coloro che occupano molta parte del loro tempo accademico a fare bandire posti e a fare vincere i concorsi ai loro  allievi.” (“Università Democratica”, n. 168-169, p. 7).
Per rendere più trasparente e più coerente l’attività delle commissioni abbiamo anche proposto che esse, per qualsiasi grado di concorso o di giudizio, vengano composte solo da ordinari. Questa nostra proposta di riforma dei meccanismi di reclutamento e di avanzamento nella carriera è, ripetiamo, l’unica che può fare superare gli effetti perversi dei concorsi locali (tre, due o un idoneo fa poca differenza) e può evitare il sommarsi dei poteri ‘particolari’ che sarebbe prodotta dall’idoneità nazionale a numero chiuso con successiva chiamata locale. Insomma, solo un meccanismo che preveda, come conseguenza di un esito positivo della verifica, l’immediato e automatico riconoscimento della nuova qualifica, può evitare definitivamente i pessimi risultati provocati dall’attuale meccanismo per l’avanzamento nella carriera dei docenti universitari. L’accettazione di questa nostra proposta avrebbe, tra l’altro, evitato la drammatica situazione derivante dall’incostituzionale blocco delle assunzioni all’Università: migliaia di associati e di ricercatori, la cui attività, con il superamento dei giudizi di idoneità, è stata ‘certificata’ essere quella di un ordinario o di un associato, stanno ora svolgendo un’attività da ordinario o da associato senza il relativo riconoscimento anche economico. Una follia giuridica e umana.

26 giugno 2004


Nota 1. V. rassegne stampa del 25 e del 26.6.04 delle edizioni nazionali e locali:
– Firenze: http://rassegna-stampa.unifi.it/rassegne/primapagina.asp
cliccare “rassegna” nella “striscia” in alto e scegliere la data del 25 e del 26 giugno
– Pisa: http://www.unipi.it/sup/rassegna/

Nota 2. V. su Repubblica di Firenze del 26.6.04 l’articolo “Rettori dietro un muro di silenzio; solo Tosi parla tramite portavoce”:
http://www.unipi.it/rassegna/archivio/2004/06/25994184.pdf

Nota 3. Il testo completo del documento approvato il 29.1.04 che riporta le posizioni della CRUI sul DDL governativo riguardante la docenza in:
http://www.crui.it//data/allegati/links/ 1234/ parere_crui_stato_giuridico.pdf

Nota 4. Le critiche all’attuale meccanismo concorsuale sono state spietate:
“scambi e accordi che nulla hanno a che fare con serio meccanismo di
selezione” (“Negli atenei un concorso senza qualità” di Paola Potestio sul Sole-24 ore del 5.10.02: http://www1. crui.it/rassegna/ 021005/3s1o1.htm),
“sistema che dire nefando è un eufemismo” (“Requiem per l’università” di Angelo D’Orsi su la Stampa del 13.10.02:http://www1.crui.it/rassegna/021013/3svcd.htm). C’è chi li vuole abolire i concorsi del tutto visto che “il risultato dei concorsi è scontato in partenza” (“L’immobilità dei docenti universitari” di Tullio Jappelli in Lavoce.info:                                                                    
http://www.lavoce.info/news/ view.php?id =29&news_ pk=97&from=index).

Nota 5. DDL n. 1416 presentato dai senatori Tessitore, Monticone, Acciarini, Coviello, D’andrea e Villone:
http://www.senato.it/bgt/ ShowDoc.asp?leg=14&id=0002 4405&tipodoc= Ddlpres&modo=PRODUZIONE

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