Università in TV; professori ordinari eccellenti e di provincia

La sera del 24.3.04 su “La 7″ hanno amabilmente conversato sulla Università Letizia Moratti (ministro dell’IUR), Aldo Schiavone (direttore dell’Istituto italiano di scienze umane) e Andrea Ranieri (segreteria nazionale DS). La conversazione è stata diretta da Giuliano Ferrara, che aveva accanto Barbara Palombelli. 

Aldo Schiavone, definito da Ferrara “grande docente di sinistra”, nel corso della trasmissione ha condiviso praticamente tutto il progetto governativo di riforma della docenza universitaria. Sulla “qualità” dei professori ha però espresso un giudizio e ha avanzato una implicita proposta che vanno ben oltre quanto finora, in qualsiasi progetto legislativo, si sia osato ipotizzare (nella nota 1 la trascrizione del suo intervento su questo punto). Schiavone ritiene che i professori universitari (cioè gli ordinari, come ha puntualizzato) non possono avere tutti e quindicimila la stessa “qualità”. Ci sono quelli eccellenti (pare un migliaio) e ci sono gli altri che sono “professori di provincia”. Fortunatamente per loro, Schiavone non ha nemmeno accennato agli associati e ai ricercatori. Naturalmente sono i professori eccellenti ad occuparsi delle Scuole di alta formazione, come l’Istituto nazionale di scienze umane, una iniziativa che il “ministro Letizia Moratti” ha “sin dall’inizio incoraggiato, appoggiato e orientato con intelligenza e sensibilità”, come ha scritto qualche mese fa Paolo Mieli (nota 2). Andrea Ranieri non ha detto una sola parola di commento sulla concezione di Schiavone – perlomeno aristocratica – della docenza universitaria, anzi ha trovato il modo di dire che “ci inchiniamo tutti (tutti chi?)” di fronte all’Istituto di Schiavone.

Ranieri ha anche trovato modo di esprimere la sua preferenza per gli
attuali concorsi locali rispetto a quelli che lui ritiene concorsi nazionali e che invece, come ha giustamente precisato la Moratti, sono solo giudizi di idoneità nazionali che nulla tolgono alla tanto amata (da Ranieri) autonomia degli Atenei, i quali continuerebbero, come oggi, a prendere l’ultima decisione chiamando o meno l’idoneo. Ranieri, evidentemente, non accetta di prendere atto che, come proposto dall’ANDU, occorre distinguere nettamente tra reclutamento dall’esterno e passaggio di fascia, che dovrebbero avvenire, rispettivamente, attraverso concorsi e giudizi di idoneità a numero aperto, con commissioni nazionali di soli ordinari tutti sorteggiati.

Lo stesso Ranieri ha anche espresso la “bizzarra” idea che l’IIT del ministro Tremonti potrebbe diventare la “grande agenzia nazionale della ricerca”. Ranieri, insieme a Ferrara, fa parte della Fondazione TreeLLLe (v. nota 3) che ha elaborato una riforma della governance degli Atenei, con la quale si assegnano poteri praticamente assoluti al rettore, e una riforma della rappresentanza nazionale delle Università, che elimina di fatto il CUN a favore della CRUI (nota 4).

25 marzo 2004

Nota 1. Ha detto Aldo Schiavone: “I professori universitari italiani sono tutti quanti formalmente eguali, assolutamente eguali – dico i professori ordinari – cosa che non si dà quando i professori ordinari sono 15.000 e non 950. Questo determina frustrazioni, rancori, liti che si decompongono nelle frustrazioni e nelle angosce. Noi dobbiamo rivedere in modo radicale la condizione dei professori e accettare il principio che i professori non sono tutti uguali. Ci sono professori i quali sono inseriti in grandi circuiti di ricerca, pubblicano i loro libri in tutto il mondo, accedono a grandi finanziamenti internazionali.

E ci sono professori che di fatto fanno i professori di provincia. Questo va capito. In America, in Francia e in Inghilterra questo è accettato universalmente, da noi no.” Più oltre, Schiavone afferma: “Noi (noi chi?) stiamo cercando di costruire un ristretto gruppo di Scuole di alta formazione, dedicate al dottorato e al post-dottorato, cioè a formare l’élite del Paese, a formare classe dirigente in senso stretto.
Per le Scienze umane questo lo stiamo facendo creando l’Istituto italiano di Scienze umane .”; interruzione di Ferrara che maliziosamente precisa “dove  lavora il professore Schiavone. Scusi professore non sono un ingenuo.”

Nota 2. Da “Università: le buone idee di Letizia Moratti” di Paolo Mieli sul Corriere della Sera del 5.11.03, pag. 41. Per il testo completo dell’articolo:
http://laricerca.uniss.it/ immagini/rassegna/ 4xe1np1.tif

Nota 3. La Fondazione TreeLLLe svolge anche “attività di lobby trasparente al fine di diffondere dati e informazioni, promuovere le tesi presso i decisori pubblici a livello nazionale e regionale, i parlamentari, le forze politiche e sociali, le istituzioni educative affinché le proposte di TreeLLLe influenzino le azioni di governo e si trasformino in sperimentazioni concrete.”
La TreeLLLe è un’Associazione presieduta da Umberto Agnelli di cui fanno parte, tra gli altri, Fedele Confalonieri, Luigi Abete, Sabino Cassese, Adriano De Maio, Tullio De Mauro, Giuseppe De Rita, Umberto Eco, Angelo Panebianco, Sergio Romano, Umberto Veronesi, Giuliano Ferrara, Domenico Fisichella, Franco Frattini, Ezio Mauro, Luciano Modica, Andrea Ranieri, Fabio Roversi Monaco, Marcello Sorgi, Piero Tosi, Giuseppe Valditara.

Queste informazioni sono tratte dalla pubblicazione della Fondazione TreeLLLe “Università italiana, università europea?”, Quaderno n. 3,settembre 2003, che può essere chiesta a:
http://www.associazionetreelle.it/

Nota 4. Per i più recenti documenti dell’ANDU sulla riforma del CUN:
http://www.bur.it/sezioni/sez_andu.php e poi
12 marzo 2004 “La CRUI, naturalmente!”
29 gennaio 2004 “La (non) riforma del CUN e l’ennesima proroga
dell’attuale CUN”
14 gennaio 2004 “La riforma del CUN”

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