Il 16 novembre Assemblea – Il Ministro dell’Università e le imprese

Per il testo del DDL 2285 sui precari approvato alla Camera e degli emendamenti presentati al Senato v. nota.

In attesa di conoscere gli eventuali sviluppi dell’esame al Senato del DDL sul precariato e di sapere se e come il Disegno di Legge di Bilancio recepisca le richieste di un finanziario straordinario per il rilancio dell’Università e, in particolare, per il bando di almeno 30.000 posti di ruolo, l’Assemblea Nazionale online, già prevista per il 9 novembre, è stata rinviata a MARTEDI’ 16 NOVEMBRE 2021 alle ore 17:30.
  1. Il 16 novembre Assemblea Nazionale contro la precarietà negli Atenei
  2. Il Ministro dell’Università e le imprese
  3. “L’Università è un’azienda!” (Algostino)
  4. “Concorsi universitari manipolati” (Sersale)

1, Il 16 novembre Assemblea contro la precarietà negli Atenei

     ANDU, ARTED, CISL UNIVERSITÀ, CNU, FLC CGIL, RETE 29 APRILE e UNIVERSITÀ MANIFESTA hanno promosso per Martedì 16 novembre p.v. alle ore 17.30 un’Assemblea Nazionale on line aperta a tutti. Nell’Assemblea si discuterà del DDL sui precari e su quanto previsto dalla Legge di Bilancio per l’Università e, in particolare, per il reclutamento straordinario nel ruolo docente.

     Per partecipare all’Assemblea cliccare qui.

      Nel documento unitario, proposto a tutto il mondo universitario e all’opinione pubblica, tra l’altro, si legge:

      «L’avvio del confronto nella 7a Commissione Istruzione pubblica, beni culturali del Senato, in sede redigente, non ha sostanzialmente modificato quell’impostazione, nonostante le audizioni e le interlocuzioni intercorse in questi mesi con i gruppi parlamentari, il Relatore e la stessa Commissione. Sono ad oggi stati depositati numerosi emendamenti, di cui uno del Relatore si pone l’obbiettivo di convertire l’assegno in un vero e proprio contratto di ricerca. Vengono comunque mantenuti i lunghi tempi di ingresso nei ruoli universitari, oltre che figure atipiche senza garanzie e con basse retribuzioni. Mancano inoltre interventi volti a rilanciare le assunzioni nell’università, garantendo conseguentemente processi di stabilizzazione e quindi esaurimento della bolla di precariato cresciuta nell’ultimo decennio. Il presunto obbiettivo dell’intervento di “combattere il precariato” non viene quindi raggiunto. Anzi, proprio in questi mesi sono state bandite migliaia di posizioni per nuovi RTDa e altre migliaia saranno probabilmente bandite il prossimo anno nel quadro del PNRR, portando così a raddoppiare questa figura a termine proprio nel momento in cui se ne prevede la messa ad esaurimento, gonfiando una nuova bolla di precariato».

     Per leggere il Documento unitario cliccare qui.

2. Il Ministro dell’Università e le imprese

     Messa si è detta «molto soddisfatta» per quanto previsto dal Disegno di Legge di Bilancio 2022: «Se consideriamo complessivamente tutto quello che arriva fra Università e Ricerca nel 2024 arriviamo al miliardo e 200 e oltre. Proprio questa era la richiesta anche da parte del neo Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi» (Repubblica del 2 novembre 2021).

    Lo stesso ministro Messa ha successivamente dichiarato: «Già dal 2022 aumentano i fondi per il reclutamento di professori, ricercatori e personale tecnico e amministrativo: in tre o quattro anni avremo 8 mila persone in più. Oltre alle chiamate dirette per attrarre dall’estero ricercatori che hanno vinto progetti competitivi e le risorse per valorizzare il personale» (intervista sul Corriere della Sera del 5 novembre 2021).

      «Il Fondo di finanziamento ordinario delle università italiane, il cosiddetto Ffo, continuerà a salire rispetto al 2021 di 250 milioni per il 2022, di 530 milioni per il 2023 e di 750 milioni annui a partire dal 2024» (Repubblica del 2 novembre 2021).

      Tirando le somme, circa un miliardo e mezzo per Università e Ricerca e sei miliardi per la ricerca nei consorzi pubblico-privati. Inoltre, meno di 8.000 posti di ricercatore-docente nei prossimi tre anni.

      Va ricordato che Giorgio Parisi, assieme ad altri 13 scienziati, il 2 gennaio 2021, in una lettera rivolta al Presidente del Consiglio e al Ministro, aveva ribadito la richiesta di «investire 15 miliardi di Euro in 5 anni per mettere la ricerca pubblica di base al passo coi principali Paesi europei», specificando che dei 15 miliardi «nel prossimo quinquennio, 4 miliardi di Euro potrebbero permettere concorsi per circa 5000 ricercatori ogni anno. Ciò ridurrebbe in modo significativo il divario che separa la popolazione di ricercatori nelle strutture pubbliche in Italia (…) rispetto a Francia e Germania». Per leggere la lettera cliccare qui.

     Va anche ricordato che le Organizzazioni universitarie hanno unitariamente chiesto il bando straordinario di almeno 30.000 posti di ruolo di ricercatori-docenti in quattro/cinque anni; una richiesta ben lontana dai meno di 8000 in tre o quattro anni previsti dal Governo.

     Il ministro Maria Cristina Messa, inoltre, si è compiaciuta che «Nelle linee guida per i bandi con cui assegneremo sei miliardi di euro per la ricerca in filiera abbiamo dato criteri chiari proprio per poter costituire consorzi pubblico-privati che anche dopo il 2026 dovrebbero continuare a guidare l’innovazione» (intervista sul Corriere della Sera del 5 novembre 2021).

3. “L’Università è un’azienda!” (Algostino)

     Si segnala l’interessante intervento di Alessandra Algostino L’Università è un’azienda! su Volerelaluna.

      Nell’intervento di Algostino, tra l’altro, si legge: «Il processo di aziendalizzazione è duplice: da un lato, l’università si struttura come un’azienda; dall’altro, suo interlocutore privilegiato sono le aziende. La trasformazione muove dal linguaggio (per tutti, i crediti), e pervade la configurazione dell’università, il suo senso, la sua mission, per restare in tema con un termine à la page. La ricerca di base, libera, senza oggetti e indirizzi predeterminati, scompare in favore della ricerca applicata. La disparità di finanziamento, miope fra l’altro nel guardare al futuro (senza ricerca di base non progredisce nemmeno quella applicata, ma, si sa, è l’hic et nunc il tempo del neoliberismo), si traduce in una violazione, oltre che della libertà accademica, della promozione della cultura e della ricerca (art. 9 Costituzione). La canalizzazione in alcuni settori, come prevede il PNRR, e il sistema della progettazione indirizzata, nazionale e europea, introducono dei condizionamenti che vanificano la libertà».

      E ancora: «L’implementazione dei posti da ricercatore a tempo determinato e il reclutamento prefigurato dal disegno di legge in discussione in Senato (AS n. 2285) ripropongono, inoltre, il dramma di un precariato che non rispetta i canoni di un lavoro dignitoso e non garantisce libertà di ricerca».

     Per leggere l’intero intervento cliccare qui.

4. “Concorsi universitari manipolati” (Sersale)

     Si segnala l’interessante articolo di Anna Maria Sersale Concorsi Universitari manipolati. Nepotismo e clientelismo hanno la meglio sul ‘merito’ sul quindicinale Italia Libera.

      Nell’articolo, tra l’altro si legge a proposito dei concorsi locali: «Neppure il bando di concorso presenta ostacoli: viene tagliato su misura, in base alle caratteristiche del candidato e al numero di pubblicazioni che ha effettuato». «Anche l’attuale ministra dell’Università, Maria Cristina Messa, ha ammesso che ancora non si è riusciti a “eliminare dai concorsi opacità e scelte personali”. La ministra ha poi annunciato nuove regole su merito e trasparenza, dicendo comunque che i casi giudiziari riguardano “episodi isolati».

      Nell’articolo si trovano anche le dichiarazioni di Paolo Pombeni, Francesca Brezzi e Nunzio Miraglia.

            Per leggere l’articolo cliccare qui.

NOTA

- Per leggere il testo del DDL all’esame, in sede redigente, della Commissione Istruzione del Senato cliccare qui (pagg. 4-10), all’interno del “Fascicolo Iter DDL S. 2285 – Disposizioni in materia di attività di ricerca e di reclutamento dei ricercatori nelle università e negli enti pubblici di ricerca”.

- Per leggere gli emendamenti fino a ora presentati al Senato cliccare qui. Solo il Relatore e il Governo potranno eventualmente presentare nuovi emendamenti.

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