UNITI PER FERMARE LA LEGGE SUL PRECARIATO

2 MILIARDI

UN BANDO STRAORDINARIO DI 30.000 NUOVI POSTI DI RUOLO

1. Appello per fermare la Legge sul precariato
2. “L’ANDU boccia la riforma della docenza: ‘Non è vero che si darà addio ai precari’”
3. Il Presidente del CUN ha chiesto di peggiorare la pessima Legge sul precariato
4. Confronto pubblico dei candidati a Rettore di UNIPA
 

1. Appello per fermare la Legge sul precariato

APPELLO PER FERMARE LA LEGGE SUL PRECARIATO

SI VOGLIONO ESPELLERE GLI ATTUALI PRECARI E FARNE ALTRI

ADI – ANDU – ARTED – CISL UNIVERSITÀ – CNU
FLC CGIL – RETE 29 APRILE – UNIVERSITÀ MANIFESTA

(Documento unitario sul progetto di legge su reclutamento e pre-ruolo universitario)

Il 14 giugno in piazza per combattere la precarietà negli atenei

     Dieci anni dopo l’approvazione della Legge Gelmini, il Parlamento si appresta ad approvare un progetto di legge su “Norme in materia di reclutamento e stato giuridico dei ricercatori universitari e degli enti di ricerca, nonché di dottorato e assegni di ricerca”.

     Un intervento legislativo atteso da anni: la moltiplicazione delle figure precarie disposta dalla Legge Gelmini, unita al taglio netto delle risorse trasferite a Università e Ricerca, ha infatti diminuito di oltre il 25% il personale di ruolo e più che raddoppiato il numero dei contratti a termine che rappresentano ormai oltre la metà del personale universitario della ricerca e della didattica.

     Nel 90% dei casi questa fetta significativa di personale viene espulsa dal sistema e, fatto ancor più grave, ciò avviene dopo anni di precarietà passati a risolvere le esigenze di didattica e ricerca degli atenei. Il tutto, in un contesto di verticalizzazione nei processi decisionali e una polarizzazione nella distribuzione dei fondi che crea disparità sempre più marcate.

     Nonostante infatti venga sbandierata come un intervento legislativo che “combatte il precariato”, l’impianto della Proposta di legge che approda all’aula della Camera il prossimo 14 giugno si pone in assoluta continuità con l’impostazione della Legge Gelmini. Tutto questo conferma l’ineluttabilità di una precarietà lunga potenzialmente quasi 20 anni prima di una “eventuale” immissione in ruolo, istituendo il “nuovo” contratto da Ricercatore Tenure Track, senza eliminare gli assegni e le borse di ricerca che rappresentano il paradigma fondato su rapporti di lavoro a forte dumping contrattuale, senza diritti e tutele, determinando una condizione complessiva che ci colloca fuori dai parametri europei nella ricerca.

     Siamo di fronte all’ennesima “riforma a costo zero” in un contesto in cui le risorse a disposizione degli atenei per il reclutamento sono a tutt’oggi insufficienti.

     Inoltre il mancato investimento nell’università, unito a vincoli e barriere ipotizzati nella discussione in Commissione Cultura e presenti nella proposta, determina un’ulteriore espulsione di decine di migliaia di precari/e.

     Tutto questo è semplicemente INACCETTABILE.

     L’Università necessita di un’inversione radicale di rotta. Un cambiamento che porti il nostro Paese in linea con gli altri grandi Paesi Europei, con un ingente ri-finanziamento del settore di almeno 2 miliardi di euro per programmare un reclutamento straordinario, in 4/5 anni, di almeno 30.000 posti di ruolo, attraverso una fase transitoria e un reclutamento ordinario, ciclico e progressivo, certo nei tempi, di almeno 5000 posti di ruolo a regime in grado di scardinare la guerra fra poveri che il Parlamento sta scatenando in una contrapposizione generazionale. Questi numeri in ingresso consentirebbero unicamente di ripristinare e mantenere un organico pari a quello del 2008, al di sotto della media europea del rapporto tra docenti stabili e popolazione, tra docenti stabili e numero di studenti.

     E’ indispensabile una riforma del reclutamento che superi l’arcipelago delle forme parasubordinate, lesive della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici della ricerca, con l’introduzione di una figura unica pre-ruolo, che abbia una durata contenuta e in numero proporzionale agli sbocchi in ruolo, con diritti e tutele universali sulla base dei principi sanciti dalla Carta Europea dei Ricercatori e che tenga anche conto che sia i bandi Europei che quelli nazionali prevedono finanziamenti per ruoli a tempo determinato, eliminando tutte le altre forme contrattuali di sfruttamento del lavoro precario, borse ed assegni di ricerca. Va inoltre impedito l’uso indiscriminato delle docenze a contratto che produce ulteriore precariato.

     Interventi strutturali che sono un’utile base per definire una visione di sistema complessivo, mandando in soffitta l’impianto tecnocratico del sistema di valutazione (ANVUR, ASN, VQR), perseguendo l’introduzione di un ruolo unico della docenza universitaria, per eliminare la competizione strutturale tra pari e che permette a tutto il personale il pieno riconoscimento della propria attività senza intrecci e confusione tra i percorsi di reclutamento e i processi valutativi, a domanda, di progressione stipendiale.

     Crediamo fortemente nella necessità di un radicale processo di riforma complessivo del sistema universitario e non siamo più disposti/e ad accettare che le decisioni sul futuro di chi attraversa le università ogni giorno vengano prese senza coinvolgere realmente ed ufficialmente la comunità accademica, se non con sporadici contatti informali come nella recente fase emendativa.

     Per ribadire queste rivendicazioni e fermare l’iter legislativo della proposta di legge di “riforma” del reclutamento universitario, lanciamo un APPELLO a tutta la comunità accademica, le associazioni e i movimenti a partecipare ad una mobilitazione nelle città e a Roma con un

Presidio sotto Montecitorio nella giornata del

14 giugno 2021

data in cui la Proposta di Legge approderà alla Camera.

Combattere la precarietà, non le precarie e i precari

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L’Appello può ancora essere sottoscritto da altre Organizzazioni e Movimenti che lo condividono

 2. “L’ANDU boccia la riforma della docenza: ‘Non è vero che si darà addio ai precari’”

   Il 25 maggio 2021 sul CorriereUniv: “L’Associazione nazionale dei docenti universitari non condivide l’entusiasmo sulla riforma che ha ripreso il suo iter alla Camera. “Servono altri strumenti per dire addio ai precari”.

     Altro che “mai più precari”. L’associazione nazionale docenti universitari (ANDU) boccia il progetto di riforma della docenza che ha ripreso in questi giorni il suo iter alla Camera. Una riforma che non prevederebbe, secondo l’ANDU, nessuno sbocco in ruolo per gli attuali oltre 60.000 precari che svolgono, spesso da tanti anni, un’attività indispensabile per lo svolgimento delle attività didattiche e di ricerca negli atenei italiani.” Per leggere l’intero articolo cliccare qui.

      A proposito degli sbocchi, si ribadisce che è indispensabile prevedere la proroga, a domanda, degli attuali precari fino all’espletamento dei 30.000 concorsi straordinari, per impedire l’espulsione della maggioranza di essi.

3. Il Presidente del CUN ha chiesto di peggiorare la pessima Legge sul precariato

     Il 24 maggio 2021 il Presidente del CUN ha inviato una Nota, “condivisa in aula con i Consiglieri del Consiglio Universitario Nazionale”, alla Commissione Cultura della Camera dove era prevista la votazione del Testo unificato della Proposta di legge sul precariato. Recependo “una serie di correttivi necessari e auspicabili” indicati dall’Aula, nella Nota:

a. si chiedeva l’allungamento (da 12 a 24 mesi) della durata delle Borse post-laurea (una ‘fascia’ iper-precaria), anziché chiederne la cancellazione. La Commissione ha poi ‘ecceduto’: da 12 a 36 mesi;

b. si definisce “giusta” la previsione di un periodo massimo di 6 anni dal conseguimento del dottorato per la partecipazione ai concorsi di ricercatore, una norma fortemente voluta dal Ministero, rifiutata dai precari e poi cancellata dalla stessa Commissione. Non si chiede invece l’abolizione degli assegni di ricerca, cioè di una figura umiliante di precariato;

c. si chiede “la presenza di un membro designato dalla sede” nelle commissioni concorsuali, continuando così ad assicurare al ‘maestro’ il risultato del finto concorso: il vincitore sarà il suo allievo preferito;

d. ci si oppone alle norme transitorie previste nella Proposta di legge che in qualche modo vanno incontro agli attuali precari;

e. non si chiede il bando di almeno 25.000 posti di ruolo, ma ci si limita a chiedere di “prevedere (prima, contemporaneamente o dopo l’approvazione della Proposta di legge?) un finanziamento straordinario (per quanti posti?) per una serie di bandi in un arco di 3-4 anni principalmente per professore di seconda fascia, ma anche per professore di prima fascia. Questa soluzione consentirebbe di includere nel sistema i meritevoli rimasti ai margini per 10-12 anni per mancanza di risorse, lasciando le posizioni di tenure track per i giovani della generazione futura.”

     “La posizione del Consiglio universitario nazionale” è stata ripresa il 25 maggio 2021 dal Sole 24 ore.

     Lo stesso Presidente del CUN aveva precedentemente affermato che l’assegno di ricerca, la figura precaria per antonomasia, è “ancora formazione”. V. il suo intervento in un confronto del 14 maggio 2021 promosso dalla FLC CGIL. L’intervento del Presidente del CUN comincia al minuto 34.20 del video dell’iniziativa.

     Sul ruolo del CUN e della CRUI v. il documento “Università. Autonomia o CRUI. Il CUN” e, in particolare, il punto 1.e (“L’indispensabile e urgente Organo nazionale dell’Autonomia dell’Università statale”).

4. Confronto pubblico dei candidati a Rettore di UNIPA

     Mercoledì 9 giugno alle ore 15.30 si terrà un Confronto pubblico telematico con i Candidati a Rettore dell’Università di Palermo. Tema dell’incontro: “Il ruolo del Rettore nell’ambito nazionale e nella CRUI”.

     L’incontro vuole coinvolgere i Candidati e gli elettori su un tema generalmente assente o scarsamente presente nelle elezioni dei Rettori: il ruolo che un Rettore svolge – singolarmente e come partecipante alla CRUI – a livello nazionale.

     Un ruolo oggi ancora più importante in un momento in cui è diventato indispensabile e urgente affrontare e risolvere le questioni principali dell’Università: finanziamenti e loro distribuzione, diritto allo studio, reclutamento e precariato, modalità concorsuali, governance locale e nazionale, etc. Questioni queste che hanno ricadute rilevanti nei singoli Atenei e quindi anche in quello palermitano.

     Parteciperanno i due Candidati a Rettore e i Pro-rettori vicari da loro designati Massimo Midiri ed Enrico Napoli, Francesco Vitale ed Enrico Camilleri. Interverrà Nunzio Miraglia, modererà Marco A. Pirrone.

     Per seguire l’incontro cliccare qui. Sarà possibile rivolgere domande. L’incontro è promosso dall’ANDU.

== La storia della devastazione dell’Università può essere approfondita in questo sito utilizzando la “ricerca avanzata”, in alto a sinistra.
== Con la recente aggiunta nel sito dell’ANDU di tutte le Agenzie mensili di “Università Democratica” (dal settembre 1984 all’ottobre 1999) è ora più ampiamente documentata sia l’opera di demolizione dell’Università condotta da oltre 40 anni, sia l’opposizione portata avanti da oltre 40 anni prima dal movimento dei precari, poi da quello dei ricercatori e quindi dall’ANDU.
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